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Foodora, il tavolo traballa e l’agitazione continua

Foodora, il tavolo traballa e l’agitazione continua

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La protesta dei rider di Foodora continua. Una novità tra giovedì 13 e venerdì 14 ottobre ha complicato il già difficile tavolo di trattativa tra i corrieri in stato di agitazione da sabato scorso e la dirigenza, sostanzialmente ferma sulle proprie posizioni. I rider avevano comunicato chiaramente le loro tre richieste imprescindibili per poter portare avanti una discussione: 1) abolizione del cottimo 2) abolizione del co.co.co 3) apertura di un canale di comunicazione orizzontale tra direzione aziendale e lavoratori. Come termine per una prima risposta era stato fissato il 13 ottobre: invece la dirigenza di Foodora ha inviato una newsletter aziendale alle 00.02 del 14 ottobre una controproposta che ai rider non è affatto piaciuta.

Lo hanno detto chiaramente attraverso un comunicato stampa divulgato nel cuore della notte tramite l’account Facebook Deliverance Project: “La proposta indecente avanzata dai nostri dirigenti, per formulare la quale si è scomodato uno dei responsabili tedeschi di Foodora Global venuto fin qui e per la quale sono stati necessari ben 4 giorni di ‘intenso lavoro’, consiste banalmente nel passare da 2,70€ netti a consegna a 3,70€, in una presunta accelerazione dell’attivazione delle convenzioni per le riparazioni delle bici e in una promessa di riorganizzazione della comunicazione interna”.



Dunque la dirigenza non ha risposto a due punti su tre
– abolizione del cottimo e del co.co.co – e la cosa ha complicato il clima già teso di questi giorni, come sottolineano i rider: “Inutile dire che sono condizioni inaccettabili oltre che incredibilmente offensive e irrispettose nei confronti di noi tutti, visto e considerato che abbiamo esaustivamente spiegato che l’abolizione del Co.co.co. e del cottimo sono punti imprescindibili della nostra battaglia”.

Secondo i rider in agitazione questa risposta suona come “un gravissimo tentativo di prendersi gioco delle nostre rivendicazioni”. Per questo rilanciano lo stato di agitazione e ribadiscono il fatto che “se queste sono le loro condizioni non ci sono i presupposti minimi per intavolare una trattativa”.
Intanto è confermato il presidio di protesta di oggi a partire dalle ore 11 davanti al Talent Garden in via Carlo Allioni 3 a Torino.

Confermato anche l’incontro delle ore 18 a Milano, presso il Centro Sociale Cox (via Conchetta 18) che i rider di Torino hanno organizzato per “incontrare i nostri colleghi foodorini, ma anche i rider di altre aziende e tutti i solidali che desiderino costruire una mobilitazione intorno a temi come precarietà, volontà di riscatto sociale e solidarietà tra lavoratori”. Lo stato di agitazione dei rider di Foodora continua.

Commenti

  1. Roberto Politi ha detto:

    Sto seguendo con interesse sia la vertenza Foodora che le analoghe rivendicazioni dei lavoratori Deliveroo.
    L’aspetto che trovo irritante è la posizione, che non viene mai contestata sulla stampa, della dirigenza: in sintesi si può riassumere con “insomma, ma cosa si aspettano questi corrieri, che gli offriamo un lavoro vero?”. Ho letto, testualmente : “questa attività si rivolge a studenti che amano andare in bici e vogliono guadagnare qualcosa in modo agile, nel tempo libero. Non è un lavoro per viverci”. Peccato che la dirigenza invece ci guadagni assai bene (Foodora Global: non parliamo di una piccola società a conduzione familiare), guadagnando soldi veri e pensando di retribuire la sua forza lavoro coi soldi del monopoli. Ci vorrebbe un giornalista che controbatta: “anche voi fate altro per vivere, e vi dedicate a Foodora nel weekend, per amore della bici, rientrandoci appena appena sulle spese magari?”. Queste persone sono parassiti. Non è possibile il cottimo. Non è possibile non avere tutele per gli infortuni. È semplicemente SBAGLIATO.

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