Recensione bici elettrica pieghevole da 27,5″ Legend Etna
La bici che abbiamo testato nelle ultime settimane è molto particolare: vorrebbe forse essere una mountain bike, ma è in pratica una bici polivalente adatta in particolare a chi abita in appartamento, grazie al telaio pieghevole, raro su una bici con ruote da 27,5″.
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Introduzione
Questa bici elettrica Legend Etna non passa inosservata. A un primo sguardo si notano i copertoni larghi e la doppia ammortizzazione, ma è soprattutto la forma del telaio ad incuriosire, con un unico tubo di grande spessore. Ma allora, è una mountain bike o no? E perché un telaio così strano?
La prova su strada
Di solito iniziamo queste recensioni parlando dei componenti elettrici e meccanici di una bici. Ma in questo caso vorremmo affrontare subito la prova vera, perche è qui che si trova l’elemento che più differenzia questa bici dalle altre: lo scenario d’uso. Guardate questa immagine:
Sì, si tratta di una bici elettrica pieghevole con ruote da 27,5 pollici. Questa è sicuramente una scelta rara. Le bici pieghevoli hanno un sempre maggiore successo, ma sono dotate quasi sempre di ruote dai 20 pollici in giù. A chi può essere utile una bici pieghevole con ruote di dimensioni standard? In pratica a chi ha bisogno di una pieghevole per risparmiare spazio ad esempio in appartamento o in ufficio, ma non vuole rinunciare alla comodità di una bici con dimensioni standard, soprattutto se è necessario percorrere parecchi chilometri.
Copertoni Maxxis Pace da 2,10″
È necessario precisare fin dall’inizio che questa bici non può sostituire completamente una pieghevole “normale”, da 20″. Il meccanismo di ripiega è facile da usare, e veloce, ma la bici rimane comunque pesante e relativamente ingombrante; il trasporto da piegata non è agevole, e sollevarla richiede molta forza. Tuttavia, la possibilità di piegare il telaio è comunque un bel vantaggio, è un’opportunità in più. Nel nostro test ad esempio è risultato molto comodo quando abbiamo dovuto portare la bici in un appartamento a Roma al sesto piano: è bastato infilarla piegata in ascensore; l’alternativa sarebbe stata sollevare i suoi 21,5 kg per sei piani di scale, o lasciarla all’aperto a rischio di furti. Una volta entrati in appartamento, la bici può essere lasciata in un angolo occupando un po’ meno spazio del solito. In caso di trasporto in auto o treno è possibile togliere facilmente la ruota anteriore grazie al sistema di sgancio rapido: in questo modo il manubrio può mettersi in posizione parallela rispetto al telaio, e la bici occupa ancora meno spazio.
Grazie ad alcuni componenti simili a quelli trovati sulle mountain bike, questa bici è inoltre molto comoda in città; questa comodità fa la differenza soprattutto quando si trovano buche e asfalto sconnesso, situazione ormai purtroppo molto diffusa nelle nostre città. I copertoni larghi e tassellati, la forcella e l’ammortizzatore posteriore assorbono ottimamente tutte le asperità stradali.
Qualcuno potrebbe pensare: “Ma allora, con i copertoni tassellati e l’ammortizzatore, è una mountain bike elettrica! Perché continuate a parlarne come se fosse una bici urban?”. Ci sono alcune considerazioni da fare. La qualità dell’ammortizzatore non è paragonabile a quella dei “veri” ammortizzatori da mountain bike, più sofisticati. Ma soprattutto una mountain bike elettrica non può rinunciare a un motore centrale e a un sensore di coppia (non presenti in questa bici), entrambi fondamentali per controllare con maggiore precisione l’erogazione di potenza da parte del motore, e per affrontare anche salite molto ripide. Ovviamente questa Legend Etna si comporta molto bene sugli sterrati semplici o anche di media difficoltà, ma una “mountain bike elettrica” è a nostro avviso un’altra cosa.
Questa Legend Etna ha 5 livelli di assistenza. È possibile impostarne fino a 9; ovviamente ciò che cambia è solamente la gradualità nella differenza fra i vari livelli: il livello massimo rimane lo stesso in termini di prestazioni. I 5 livelli permettono di procedere rispettivamente a circa 13, 16, 19, 22 e 25 km/h (in piano e senza alcun contributo muscolare da parte del ciclista). Essendo una bici con semplice sensore di rotazione dei pedali, è possibile affidarsi alla cosiddetta “pedalata simbolica”, facendo ruotare a vuoto i pedali e lasciando interamente al motore il compito di spingere la bici. Se invece si sceglie di fare forza sui pedali, è possibile aumentare le velocità appena menzionate di 2-3 km/h, facendo un salutare sforzo fisico e aumentando di molto l’autonomia.
I dettagli gialli sul nero creano un bell’effetto
A proposito, l’autonomia si è rivelata molto buona. Pedalando lungo l’impegnativo GRAB di Roma, fra continue accelerazioni (che stressano molto la batteria) e salitelle (per lo più facili e brevi, ma frequenti) abbiamo superato tranquillamente i 45 km di percorrenza, usando il livello 4 (su 5) e un minimo contributo muscolare, viaggiando quindi – quando la strada lo permetteva – a 24-25 km/h. Si tratta di un valore ottimo, considerando anche il fatto che copertoni e ammortizzatori contribuiscono sicuramente a dissipare parte della potenza erogata dal motore. Questa autonomia è stata ottenuta con la batteria da 10,4Ah, con celle Sanyo; la stessa bici è disponibile anche con batterie da 9Ah (celle Sanyo) o 11,6Ah (celle Panasonic).
I livelli di assistenza possono essere selezionati da una pulsantiera sul lato sinistro del manubrio, facilmente raggiungibile con il pollice; con il tasto centrale è possibile scorrere alcuni dati, come ad esempio la velocità media, massima, la distanza percorsa eccetera.
Pulsantiera a sinistra e display centrale
A bici ferma è possibile accedere ad ulteriori impostazioni, relativi ad esempio al numero di livelli di assistenza o alla velocità massima (ricordiamo di non superare i 25 km/h previsti per legge).
La bici è dotata di un motore al mozzo posteriore da 250W e 36V. Il motore rimane sempre abbastanza silenzioso, facendosi sentire un po’ solamente quando è messo sotto stress, quindi in fase di accelerazione e in salita. L’erogazione di potenza è ben regolata: rapida, ma mai brusca.
L’attivazione del motore in fase di partenza è rapida: basta girare i pedali per poco più di un terzo di giro. Anche quando si smette di pedalare la centralina è reattiva, e il motore si disattiva in modo praticamente istantaneo.
La batteria è da 36V e 10,4 Ah (374 Wh). Pesa 2370 grammi e ha dimensioni di 10 x 4 x 36 centimetri.
È ottimamente integrata nel telaio, protetta da urti e intemperie ma al contempo facile da rimuovere. Non è necessario rimuoverla dalla bici per ricaricarla.
Piegando il telaio si accede alla batteria (nella parte anteriore, a destra nella foto), facilmente estraibile
È dotata di un interruttore di accensione e di una presa USB, utile per ricaricare aggeggi tecnologici come ad esempio uno smartphone da usare come gps.
Interruttore di accensione, connettore per la ricarica, e presa USB sono protetti da un coperchio in plastica morbida
Per quanto riguarda i componenti meccanici, essi sono in generale di buona qualità. Del telaio e del sistema di piegatura abbiamo già parlato. Forcella (SR Suntour XCM HLO) e ammortizzatore possono essere regolati per adattarsi al peso dell’utilizzatore.
Il cavalletto in posizione posteriore permette di ruotare completamente i pedali. La cosa che ci è piaciuta di più sono stati i freni a disco idraulici, veramente potenti e ben modulabili, permettono spazi di frenata minimi se li si sa usare bene.
Un altro aspetto interessante di questa bici è la presenza di un ampio range di rapporti: la trasmissione è infatti una 3 x 7 (tre corone davanti, 7 pignoni dietro). Si è scelto il gruppo Shimano Acera.
A motore acceso, un numero così elevato di rapporti è ridondante, in quanto l’accelerazione data dal motore non permette neanche di sfruttarli; ci siamo ritrovati a usare quasi solo la corona più grande con i pignoni più piccoli, passando alla corona centrale solamente quando ci fermavamo completamente ad esempio ad un semaforo, per agevolare la partenza. La presenza di così tanti rapporti però è un beneficio se si decide di percorrere chilometri a motore spento, cosa possibile anche grazie alla buona scorrevolezza della bici. Sulle salite ripide è possibile trovare facilmente la cadenza di pedalata giusta per un buon compromesso fra spinta del motore e spinta… delle nostre gambe.
In conclusione
L’aspetto più particolare di questa bici elettrica è sicuramente il fatto che è pieghevole, nonostante le ruote grandi, da 27,5″. Non è sicuramente maneggevole né flessibile come una bici pieghevole da 20″ o meno; tuttavia, la possibilità di piegare il telaio è un qualcosa in più che non ha particolari svantaggi, dato che la bici rimane comoda come una bici standard. Tra l’altro il sistema di piegatura permette di integrare la batteria nel telaio in un modo molto intelligente. Anche i componenti meccanici sono di buona qualità.
Non è una vera mountain bike elettrica principalmente per il motore al mozzo e il sensore di rotazione dei pedali; si tratta comunque di una bici polivalente dall’ottima autonomia, a suo agio sull’asfalto sconnesso così come su sentieri sterrati non difficili. Ottima per chi abita agli ultimi piani di qualche palazzo in città, e non vuole passare alle ruote piccole: in pochi secondi si piega ed entra in ascensore.
La bici è disponibile con tre diversi tipi di batteria, con un prezzo che va dai 1600 ai 1800€ per la versione con la batteria maggiormente capiente (la versione che consigliamo).
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