Noi ciclisti salveremo il mondo

Oggi, 12 giugno 2017 ricorre il 200° anniversario dall’invenzione della bicicletta.


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Il 12 giugno 1817, il barone Karl Friedrich Christian Ludwig Freiherr Drais von Sauerbronn, per la prima volta inforcò la sua draisina che utilizzò per visitare i suoi possedimenti terrieri nei dintorni della città di Mannheim. L’invenzione di quella che oggi chiameremmo “balance bike”, una bicicletta senza pedali e senza trasmissione, fu una scelta obbligata dovuta a uno sconvolgimento climatico senza precedenti: nel 1816, l’esplosione di un vulcano in Indonesia portò una fitta coltre di ceneri sull’Europa, privandola della luce del sole per tutta la durata dell’estate e oltre. In mancanza del sole, gli abitanti dell’Europa centrale furono costretti a scegliere tra la fame e mangiare qualunque cosa possibile, ivi inclusi i cavalli che venivano utilizzati come forma di trasporto.

In mancanza di una cavalcatura, Karl Drais, inventò un’alternativa che, con il passare del tempo e dell’innovazione tecnologica, diede vita alla bicicletta, una macchina in grado di trasformare l’uomo nell’animale più efficiente sul globo terracqueo.

E da una crisi climatica all’altra, il passo è breve. Oggi come 200 anni fa, l’uomo si trova a dover fare i conti con una serie di cambiamenti climatici che rischiano di metterne a serio repentaglio la stessa esistenza sul pianeta e, oggi come 200 anni fa, la bicicletta può essere il giusto strumento per affrontare la crisi.

I motivi di questo rapporto di causa-effetto sono spiegati in modo magistrale in un libro scritto da Peter Walker, appena uscito in libreria e pubblicato in Italia con il titolo “Noi ciclisti salveremo il mondo“, edizioni Sperling & Kupfler.

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Peter Walker, l’autore del libro

Peter Walker è un ex bike messenger che è finito a scrivere per il Guardian, una delle testate giornalistiche più autorevoli del Regno Unito. Negli anni di attività nella redazione del quotidiano, Walker ha avuto modo di analizzare e catalogare centinaia di studi provenienti da ogni parte del pianeta sugli effetti benefici della bicicletta. Tra questi, ovviamente gli aspetti sanitari che derivano soprattutto dal contrasto a una delle principali piaghe sanitarie dell’emisfero occidentali, la sedentarietà, a causa della quale ogni anno si verificano oltre 5,3 milioni di morti, esattamente come il tabacco. Il tutto può essere riassunto con la frase: “Se i benefici derivanti dall’uso della bicicletta potessero essere somministrati con un’iniezione, sarebbe considerata una delle più importanti innovazioni medicali della storia.”
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Nelle 252 pagine del libro Walker tratta, oltre al tema della salute riassunto nel solo primo capitolo, anche le problematiche derivanti dalla sicurezza stradale dimostrando, in maniera inconfutabile, come all’aumentare del numero di ciclisti aumenta la sicurezza sulle strade; e dopo la sicurezza si tratta del tema della giustizia sociale e dell’equità, rappresentata al meglio dalle parole di Enrique Penalosa, sindaco di Bogotà: “le piste ciclabili sono un un potente simbolo di democrazia. Dimostrano che che un cittadino su una bici da 30 $ ha la stessa importanza di un cittadino su un’auto da 30.000 $”.

noi ciclisti salveremo il mondo

La copertina del libro, clicca per acquistare

Il 4° capitolo è destinato alla bikenomics e a come la diffusione nell’uso della bicicletta corrisponda a un miglioramento delle condizioni economiche di chi la usa, ma anche di tutte le attività economiche che vi entrano in contatto. Nei capitoli successivi si affrontano anche i temi dell’odio diffuso nei confronti dei ciclisti, del casco obbligatorio per chi va in bici e di come si possono sviluppare condizioni per la diffusione di una ciclabilità di massa per finire con una tesi ambiziosa: le automobili finiranno per diventare degli accessori degli smartphone.

Personalmente trovo che “Noi ciclisti salveremo il mondo” sia il libro migliore che si possa immaginare per celebrare il 200° anniversario dall’invenzione della bicicletta, il volume che forse più di ogni altro riesce a spiegare quali siano stati gli effetti sull’umanità derivanti dall’introduzione di un sistema di mobilità a pedali, ma soprattutto è il libro che dovrebbe essere letto da tutti coloro che prendono decisioni a livello nazionale o locale sui temi della mobilità e dei trasporti. Perché i decision maker devono sempre essere a conoscenza degli effetti delle proprie scelte sulla popolazione che amministrano e devono, citando Luigi Einaudi “conoscere per deliberare”.

Insomma, compratelo, leggetelo, regalatelo, ma soprattutto fatelo girare perché questa opera di Peter Walker è un piccolo capolavoro che spiega cosa avviene dentro di noi e attorno a noi ogni volta che saliamo in sella.

 

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