Diari

Puglia: il giro del tacco

Tour da Bari a Leuca tra vasti altopiani, bianche scogliere, paesi barocchi e alla fine i Sassi di Matera

La lontananza dalle grandi città italiane, specie per la zona più a Sud della Puglia, è stata una delle ragioni fondamentali del ritardo dello sviluppo turistico della regione.
In realtà la Puglia non teme confronti per quanto attiene alla bellezza del paesaggio e alla nobiltà delle sue opere d’arte. Gli aspetti naturali più singolari sono: grotte, vasti altipiani, abissi, profonde gole delle “gravine”, bianche scogliere calcare. Il tutto immerso in un’abbagliante luminosità e, sullo sfondo, il mare d’azzurro intenso. Numerosi i centri archeologici e gli antichi paesi conservati. Molti, infine, i monumenti e le chiese romaniche, castelli, e le fastose creazioni del barocco leccese.

Il turismo, che vede ora larghe correnti di persone specie di automobilisti (pochi i ciclisti incontrati) dirigersi fino alla punta estrema del tacco d’Italia, ossia Santa Maria di Leuca, è oramai una situazione normale anche perché questa parte della Puglia ha un clima i cui giorni di pioggia sono pochi durante tutto l’anno. Può capitare, però, che quando piove gli allagamenti siano normali non fosse altro che le grondaie delle case sfogano l’acqua sulle strade. Come è capitato al sottoscritto che ha percorso il tratto da Mesagne a San Cataldo sotto una pioggia intensa attraversando paesi dove l’acqua superava sulle strade anche i 30 cm. Ma nulla mi fa fermato, anche perché chi viaggia in bici dopo le prime gocce non ci fa più caso e arrivare all’obiettivo inzuppati è normale.

Qualcosa sulla gastronomia. La cucina pugliese presenta caratteristiche abbastanza precise, i cibi, tutti genuini sono molto gustosi e saporiti, i condimenti piccanti, ma non troppo esagerato, sono alla base di olio d’oliva che qui ha ettari di ulivi. Di citare tra i piatti le orecchiette alla cime di rape, i gnocchi ai frutti di mare. Sui vini ricordo il Primitivo e le Negroamaro, vini di 14° ma che non fanno male sempre che come me non se ne faccia uso abbondante come a San Cesareo dove ho trascorso una serata con culture diverse.
Per raggiungere Bari da Vicenza ho usato il treno, la Frecciabianca percorre il tratto Padova – Bari in 7 ore e la bici smontata e messa nella sacca, che poi ho lasciato da un’amico della città pugliese, è risultato un normale bagaglio.

I dati del viaggio effettuato ai primi di settembre: ho viaggiato con una KTM Macina a pedalata assistita per 7 giorni con medie sempre oltre i 20 km/h per un totale di 606 km per lo più su strade provinciali ben tenute. Il dislivello totale è stato di 1787 per lo più realizzato la prima giornata per il tratto Bari – Ostuni. La costa, è invece, tutto un dolce saliscendi.

1° giorno Bari – Polignano a Mare – Ostuni km. 97
Da Bari Palese lascio la caotica città cercando di no essere arrotato e lungo le complanari, supero Mola di Bari e faccio tappa a Polignano a Mare, luogo dove è nato Domenico Modugno, con le sue grotte e la fantasiosa architettura natura. Lascio la costa per puntare, tra un discreto saliscendi, ad Alberobello, suggestivo paese formato di piccole case della “Trulli” costruzioni tipiche che spiccano bianche nel verde della campagna circostante sparse tra le coltivazioni di viti, ulivi, cereali ed alberi da frutto.
Proseguo per Ostuni (207 m) cittadina agricola ai margini delle Murge. Caratteristiche le case e le strette vie. Interessante la quattrocentesca Cattedrale che ha una facciata in forme gotiche.

Polignano a Mare

Ostuni

2° giorno Ostuni – San Vito dei Normanni – Lecce – Otranto Km 134
Lungo la provinciale poco trafficata raggiungo dopo 18 km San Vito dei Normanni con le sue mura merlate e il castello medievale. Poi, punto su Mesagne e dopo una visita al centro punto verso Lecce.
Ed inizia a piovere. Penso che sia di passaggio ma dopo le prime gocce la pioggia diventa intensa così, pur continuando a pedalare evito Lecce e lungo uno stradone diritto di 18 km arrivo a San Cataldo. Qui, smette di piovere, mi cambio e via sino ad Otranto lungo la costa. E’ questa una cittadina d’aspetto medievale e senza dubbio il posto che più mi ha affascinato del mio viaggio con la sua Cattedrale con portale barocco, la grandiosa Torre Alfonsina e il castello di Ferdinando di Aragona. Otranto è anche il paese abitato più a est della penisola italiana e, anche, da ben informati di Varsavia.

Porto di Otranto

Otranto

Otranto – Castello costruito da Ferdinando di Aragona

3° giorno Otranto – Santa Maria di Leuca km 61
Prendo la giornata con calma per gustarmi i panorami lungo la costa. Tra i paesi più interessanti troviamo S. Cesarea Terme stazione idrotermale e amena località di villeggiatura, Castro che conserva i resti di una Cattedrale romanica e di un Castello cinquecentesco, Tricase con la sua Chiesa Matrice con portale barocco.
E arrivo a Leuca, stazione balneare al centro di una baia importante per la pesca e le gare veliche. Da vedere la Torre Mozza, il Santuario “De Finbus Terrae” del 1720 e il Faro bianco di Punta Meliso. E’ il paese più a sud dell’Italia.

La Torre Mozza

Tricase

La piazza e il faro di Santa Maria di Leuca

Veduta di Santa Maria di Leuca

4° giorno – Leuca – Gallipoli – San Cesareo km 74
Prossima tappa mattutina è Gallipoli, ma invece di fare la costa decido di fare un itinerario interno per passare, quindi, Ugento con il suo Castello e Palazzo Vescovile, la vivace Casarano ed infine Gallipoli, città dall’aspetto orientale adagiata su un promontorio e un’isoletta congiunti da un ponte. Bellissima la Cattedrale (S. Agata) con facciata settecentesca ornata di statue e pregevoli tele di artisti locali. Poi, altre chiese, la Fontana Ellenistica (1560) con frontone barocco, cariatidi e bassorilievi, il Castello Angiolino e il museo civico.
Lungo la strada litoranea passo per Santa Maria al Bagno con le sue originali “Quattro Colonne”, torri unite a quadrilatero quasi a forma di un piccolo castello e arrivo nella ridente Porto Cesareo, un borgo peschereccio e località Balneare con i suoi isolotti che fronteggiano la baia. Interessante Punta Prosciutto con la sua sabbia bianca che si protende per diversi chilometri e retrostanti ad essa si estendono dune secolari , ricoperte dalla tipica vegetazione salentina.

Casarano

Una via di Casarano

Gallipoli – Castello Angioino

Gallipoli – Una chiesa sul porto

Gallipoli – Facciata della Cattedrale

La mia KTM Macina

Scogliere verso Porto Cesareo

Tramonto a Porto Cesareo

5° giorno – Porto Cesareo – Taranto km 75
Sempre lungo la litoranea arrivo a Taranto conosciuta anche come la “Città dei due mari” per la sua posizione geografica a cavallo di Mar Grande e Mar Piccolo. Taranto è anche città Spartana essendo stata fondata dagli Spartani (Parteni) e risulta l’unica colonia di Sparta al di fuori del territorio della Grecia. In città ha sede l’Arsenale Marittimo della Marina Militare, l’Ilva, uno tra i maggiori complessi industriali d’Europa per la lavorazione dell’acciaio e ora in una grave situazione occupazionale e ambientale.

Punta Prosciutto

Il Ponte girevole di Taranto

Taranto – Statue ai marinai

6° giorno – Taranto – Matera km 80
In mezzo al complesso dell’Ilva ci passo per uscire da Taranto e puntare decisamente a Matera senza perdermi nelle varie realtà che trovo lungo il percorso.
Matera, città europea della cultura nel 2019 è una singolarissima città la cui parte antica è quasi interamente disabitata. Sorge ad anfiteatro su due avvallamenti detti Sasso Barisano e Sasso Caveoso, separati da uno sperone roccioso e aperti ad est verso una profonda gravina, tipica morfologia carsica della Murgia sono incisione erosive profonde anche 100 metri molto simili ai Canyon, sul cui fondo scorre un torrente. Dal 1993 questo nucleo urbano chiamato “I sassi di Matera” fa parte dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco.
C’ero già stato in sella alla mia vespa 30 anni fa e il nucleo era disabitato dopo aver subito un collasso demografico che era iniziato quattro secoli prima. Questo perché gli abitanti erano aumentati in maniera esponenziale e la pastorizia era in declino: sulle case nella roccia erano stati sopraelevati più piani, erano spariti gli orti e i giardini pensili, e le cisterne erano state riadattate a monocoli in cui intere famiglie convivevano con muli e pecore in condizioni igieniche estremamente precarie. Con varie leggi speciali si è cercato di recuperare la zona. Ora, tutto sta rinascendo in modo esponenziale e il turismo di massa sta prendendo d’assalto le varie stradine per cercare la foto migliore ma, in termini negativi per me, stanno aprendo diverse botteghe e trattorie che cerco deturpano il paesaggio. Ma tante questo è il progresso.

Matera – Panorama sui sassi

Matera – panorama sui sassi

Matera – Cattedrale

7° giorno – Matera – Bari km 85
Dopo tanta bellezza e trascorso la serata in un locale tipico punto decisamente verso Bari cercando strade provinciali in quanto, essendo Matera l’unica città italiana senza la stazione, si sta provvedendo a realizzare una superstrada da Bari.
Vedremo. Intanto nel capoluogo pugliese finisce il viaggio. Smonto la bici e la rimetto nella sacca e prendo di nuovo la Frecciabianca che mi porta a Padova e quindi a Vicenza.

Commenti

  1. Avatar Daniele ha detto:

    Segnalo un’imprecisione: Torre Mozza si trova sulla costa ionica, mentre quella della foto è Torre Minervino in prossimità do Santa Cesarea Terme.
    Saluti.

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