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Gli Italiani vogliono più biciclette, lo dice una ricerca

Gli Italiani vogliono più biciclette, lo dice una ricerca
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È il risultato di una ricerca presentata durante la scorsa edizione di Bici Academy che evidenzia in modo netto e circostanziato che gli Italiani sono cambiati e hanno sempre più chiaro in mente ciò di cui hanno bisogno.

Stando a quanto riporta Remo Lucchi, presidente dell’istituto di ricerca Eumetra, gli Italiani non sono più i poveri ma belli a cui è tanto affezionata gran parte della politica, ma sono entrati nel nuovo millennio con un’identità nuova e la ricerca Eumetra lo dimostra: la soddisfazione economica e l’affermazione professionale non sono più l’ago della bussola dei nostri connazionali. Adesso la grande meta da raggiungere è quella dello stare bene, aspetti che Lucchi suddivide in tre componenti fondamentali: stare bene fisicamente, stare bene mentalmente e stare bene nell’ambiente che ci circonda.

E quando si parla di stare bene, ecco che la bicicletta entra con prepotenza nella ricerca: cosa fa stare meglio della bicicletta quando si parla di benessere fisico, mentale e nell’ambiente circostante? E infatti Eumetra scopre che più le persone utilizzano la bicicletta, più sono felici e soddisfatte di sé.

Elemento innovativo della ricerca è la parte dedicata al “chi”: se è vero che circa il 50% degli Italiani utilizza la bicicletta almeno occasionalmente, è vero che chi la utilizza più assiduamente, anche in ambito sportivo, sono quelle che potremmo considerare le “elite”, quadri e dirigenti di azienda, persone che hanno fatto del perseguimento del benessere una ragione di vita.

I ciclisti, quindi, contrariamente all’immagine pauperistica che è stata portata avanti per molti anni da più parti, non sono più i poveri che non si possono permettere l’automobile, ma i ricchi che, soddisfatte le esigenze di natura materiale, adesso cercano lo star bene con sé stessi e con gli altri. Si profila un quadro sempre più interessante, soprattutto perché la bicicletta fa sempre più rima con spirito critico e livello socio economico elevato.

Quello che anche emerge è il dato per cui a utilizzare in assoluto meno la bicicletta sono i baby boomers, ovvero la generazione nata e cresciuta nell’immediato dopoguerra, forse più resistente ai cambiamenti e che tanto condiziona le politiche nazionali.

Per Lucchi non ci sono dubbi: non siamo di fronte a una moda passeggera, ma che apre grandi sfide a chi opera nel settore: non ci si può limitare solamente a offrire prodotti, ma servono sempre più esperienze e contesti.

Chissà che, a meno di due mesi dalle elezioni, questo non possa stimolare qualche politico a rivedere la propria posizione sul tema che è sempre più popolare e genera sempre più consensi.

Qui la nota informativa sulla metodologia della ricerca: Agcom_Benessere_Eumetra MR 22-01-18_bloc

Commenti

  1. max ha detto:

    E’ possibile avere accesso allo studio, o per lo meno le informazioni minime previste dalla legge? Ricordo che ci deve essere una chiara distinzione tra sondaggi (basati su metodi di rilevazione scientifica applicati ad un campione) ed altre indagini prive di valore scientifico quali le manifestazioni di opinione (fondate sulla partecipazione spontanea degli utenti) e che pertanto non potranno essere pubblicate o diffuse con la denominazione di “sondaggio”. Esiste
    l’obbligo per il mezzo di comunicazione di massa di accompagnare la pubblicazione o diffusione di un sondaggio con la nota informativa indicante alcune informazioni essenziali, quali il soggetto realizzatore e quello committente, la consistenza numerica e l’estensione territoriale del campione utilizzato, il numero di coloro che non hanno risposto.

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