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Dalle Marche a Finisterre in bici

Riceviamo dai nostri lettori Giovanni Blandino e Matteo Pompei e volentieri pubblichiamo.


Ero in vacanza in Nuova Zelanda dove ho passato qualche giorno ospite da un mio amico cuoco, compaesano e appassionato di bicicletta. Lui era lì per lavoro e sapevamo che prima o poi sarebbe tornato in Italia. Nella sua cucina nacque questa idea: al suo ritorno avremmo raggiunto Santiago de Compostela in bicicletta e l’avremmo fatto partendo da casa nostra, Fermo una cittadina delle Marche meridionali. Dopo poco più di un anno, questo viaggio immaginato è diventato realtà. Nell’aprile 2018 siamo partiti con le nostre due biciclette dalla piazza della nostra città, ognuno di noi con 10 kg di bagaglio e senza una chiara idea di come sarebbe andata a finire…

Ecco dunque un breve resoconto del nostro viaggio che condividiamo volentieri per chi voglia mettersi in viaggio su un percorso simile. Abbiamo scelto, per quanto possibile, strade poco trafficate.

Un po’ di macrogeografia: il percorso scelto
Dalle Marche abbiamo costeggiato l’Adriatico fino a Cesenatico, qui abbiamo salutato il mare e ci siamo introdotti nella pianura padana orientale in direzione Ravenna e poi Ferrara. A Pontelagoscuro, subito a nord di Ferrara, abbiamo incontrato il Po: il fiume ci ha accompagnato nel nostro viaggio fino a Torino. Da Torino abbiamo percorso la Val Susa fino al valico alpino del Monginevro (1854 m s.l.m.) tramite cui siamo arrivati in Francia. Per superare le Alpi la nostra prima scelta sarebbe stata il passo del Moncenisio – più panoramico e meno trafficato – ma è solitamente chiuso fino a maggio inoltrato.

Abbiamo attraversato la Francia rimanendo sempre circa 200 chilometri più a nord della costa meridionale percorrendo gli stupendi panorami del massiccio centrale: i monti d’Ardeche, le Cevenne e l’altopiano vulcanico dell’Aubrac. Questa scelta ha comportato sì un aumento del dislivello, ma ripagato abbondantemente da strade poco trafficate e dalla bellezza delle zone montane. Scendendo dall’altopiano abbiamo seguito il bacino del fiume Tarn fino a che non si è gettato nella Garonne nei pressi di Moissac. Qui abbiamo iniziato a seguire il percorso del cammino di Santiago nella sua parte francese: abbiamo attraversato la collinare Guascogna e siamo giunti ai piedi dei Pirenei a Saint-Jean-Pied-de-Port. Da qui abbiamo proseguito sul camino frances, la variante più conosciuta del cammino di Santiago, restando sempre su strade asfaltate (camino de carretera).

Siamo giunti a Santiago de Compostela e da qui, in un giorno, siamo arrivati a Capo Finisterre a vedere l’Oceano e la fine del nostro viaggio.

In breve: Fermo (IT)– Finisterre (ES)
29 marzo – 24 aprile 2018
Chilometri totali: 2870
Numero tappe: 27
Media velocità: 18.28
Dislivello totale: circa 27.000 m
1 foratura e 1 ruota rotta

Alloggi, trasporti e costi
Partiti senza tenda, abbiamo alloggiato in B&B, ostelli, da amici e da ciclisti della rete Warmshower. In Spagna abbiamo alloggiato negli ostelli del Cammino di Santiago. Da Finisterre siamo tornati in bus a Santiago dove abbiamo spedito le biciclette con Correos, le poste spagnole, a un buon prezzo. Da Santiago ci siamo concessi 2 giorni di vacanza senza bicicletta a Porto (Portogallo) e da qui siamo volati a Roma. In totale abbiamo speso circa 1300 euro, compresi i voli.

Materiali utili
Una traccia iniziale del nostro viaggio la potete trovare qui. In alcuni casi il percorso reale è variato anche di molto, per questo nella seguente descrizione delle singole tappe abbiamo annotato alcune indicazioni.

Dall’Adriatico alle Alpi

Tappa 1 | Fermo – Ancona (circa 70 km)

La partenza dal centro storico di Fermo, la prima di molte foto sbagliate.
Arriviamo ad Ancona seguendo il lungomare, a tratti ciclabile, e quando non è possibile la Statale Adriatica SS 14. La piacevole salita sul Conero, partendo da Sirolo, offre panorami magnifici sul promontorio.

Tappa 2 | Ancona – Gatteo a Mare (circa 120 km)
Proseguiamo su un misto tra SS14 e lungomare. Da Fano inizia un bel percorso ciclabile fino a Pesaro. Da Pesaro a Gabicce prendiamo la statale adriatica panoramica: la strada è poco trafficata e attraversa il Parco Naturale di Monte San Bartolo con diversi saliscendi sul promontorio.

La vista dalla strada Adriatica Panoramica su Monte San Bartolo

Tappa 3 | Gatteo a Mare – Pontelagoscuro (circa 140km)
Da Gatteo a Mare a Cesenatico seguendo il lungomare. Da qui c’è una ciclabile per Ravenna ben segnalata ma su sterrato e ghiaia. Inizia la pioggia. Da Ravenna seguiamo la SP1 per Sant’Alberto: la banchina non c’è e le auto vanno abbastanza veloci, ma dopo l’incrocio con la statale per Venezia il traffico diminuisce. Da Sant’Alberto prendiamo in direzione Anita e attraversiamo il Reno in traghetto. Da Argenta a Ferrara sulla SP 65, poco trafficata.

Il guado del Reno in un comodo traghetto.

Tappa 4 | Pontelagoscuro – Brescello (130 km circa)
È Pasqua e per tutto il giorno abbiamo un fortissimo vento contrario. Secondo i programmi dovremmo seguire il percorso della VENTO, la ciclabile che segue il Po e dovrebbe collegare Torino con Venezia. Il tratto emiliano e lombardo è asfaltato e ben segnalato, ma il percorso segue tutte le anse del fiume allungando di molto i chilometri. Inoltre, pedalando sull’argine, si rimane sempre molto esposti al vento. Per questo abbiamo deciso purtroppo di abbandonare la bella ciclabile e di seguire strade alternative. A Brescello ci raggiungono i nostri amici per festeggiare insieme la Pasqua: riescono a tirarci su il morale in quello che sarà il giorno più difficile del nostro viaggio.

Tappa 5 | Brescello – Piacenza (80 km circa)
Tappa defatigante anche grazie all’aiuto di Walter, appassionato di cicloturismo che fa parte di un’associazione cicloturistica cittadina. Lo seguiamo nel suo tour di avvicinamento a Piacenza. Tappa obbligatoria a Zibello, la capitale del culatello.

Tappa 6 | Piacenza – Valenza (circa 115 km)
L’associazione cicloturistica ci scorta fino ad Arena Po su strade secondarie che evitano la trafficata via Emilia. Da qui proseguiamo verso Valenza su altre strade secondarie che passano per i paesi di: Portalbera, Barbianello, Bressana, Bastida, Pancarana, Silvano Pietra, Molino de Torti, Sale.

Tappa 7 | Valenza – Torino (circa 120 km)
Purtroppo passiamo l’intera tappa sotto la pioggia e su strade pesantemente trafficate. A Casale Monferrato passiamo per la prima volta sulla sponda sinistra del Po e da qui raggiungiamo Chivasso sulla SP31 bis, la banchina è stretta e la strada è frequentata da numerosi camion. Quando possibile usiamo strade alternative che entrano nei paesi che incrociamo per toglierci da quella strada. Da Chivasso su percorsi secondari o ciclabili si arriva a Torino.

Tappa 8 | Torino – Venaus (circa 80 km)
Tappa semplice anche grazie al percorso ciclabile e alla ciclostrada che da Torino accompagnano a Susa deviando solo in poche occasioni su strade trafficate. Tempo soleggiato e piacevole! A Venaus dormiamo in un bel B&B montanaro, cuciniamo pasta e fagioli e ci prepariamo alla tappa del giorno dopo: le Alpi.

Dalle Alpi ai Pirenei

Tappa 9 | Venaus – Embrun (circa 120 km)
La prima tappa con un dislivello significativo. Da Susa la strada sale ripida per il primo tratto di una decina di chilometri, poi le pendenze si affievoliscono leggermente fino a Oulx. Da Oulx a Cesana (10 km) la salita diviene molto piacevole e da Cesana inizia la salita più impegnativa ma non troppo lunga (altri 10 km) che ci porta al Colle del Monginevro. Nel punto più alto del passo si trova l’Obelisco di Napoleone eretto nel 1804 per celebrare la fine della costruzione della strada del Monginevro. Dopo la bella discesa verso Briancon prendiamo la N94, una statale abbastanza trafficata che però ha un’ampia banchina percorribile dalle bici. La strada segue il fiume Durance nel suo percorso verso sud con un continuo saliscendi, a volte con pendenze piuttosto impegnative anche in salita. Solo da Saint Crepin decidiamo di abbandonare la statale e salire un po’ sui rilievi della sponda destra del fiume: una bella terrazza naturale.

Tappa 10 | Embrun – Die (circa 130 km)
Da Embrun ci dirigiamo verso Gap con i continui saliscendi che avevano caratterizzano l’ultima parte della tappa precedente. Attraversiamo il lago di Serre Poncon su ponte. Da Gap c’è una ciclabile che corre sulla stessa carreggiata della D994 fino a Aspres sur Buech. A La Beaume inizia la salita che porta al Col de Cabre (1182 metri), il passo che divide il dipartimento Hautes Alpes da quello della Drome. Una lunga discesa ci porta nella bella valle della Drome.

Tappa 11 |Die – Montelimar (circa 70 km)
Proseguiamo in leggerissima discesa lungo la valle della Drome. A Aouste-sur-Sye prendiamo la D70 e una stradina sulla destra che con forti strappi ci porta sulla D538.

Verso la valle del Rodano

Scendiamo verso la valle del Rodano e arriviamo a Montelimar. Il cielo si chiude. Attraversiamo il Rodano su un trafficato ponte, dopo qualche chilometro il primo inconveniente tecnico: 2 raggi rotti. È domenica e non possiamo riparare la bici. Torniamo a piedi a Montelimar e ci vediamo la Parigi-Roubaix in motel.

Tappa 12 |Montelimar – Aubenas (circa 40 km)
In Francia il lunedì mattina è tutto chiuso (e spesso anche il pomeriggio). Aspettiamo mesti le 14 per la riapertura di un negozio per la riparazione.

Effettuata la riparazione, riprendiamo la strada decidendo di fare una 40ina di km per non buttare la giornata. Seguiamo la N120 fino a Aubenas. La strada è molto trafficata anche da camion. Arriviamo in vista dei monti d’Ardeche.

Tappa 13 |Aubenas – Langogne (circa 70 km)

Panoramicamente tappa stupenda. I monti d’Ardeche sono suggestivi e noi li valichiamo in una giornata scura. Il passo si chiama Col de la Croix de Beauzon (1308 m s.l.m.). 25 km di salita (molto lunga) a partire da La Souche. A ogni km puntuali cartelli stradali con informazioni per ciclisti ci accompagnano in vetta.

Subito dopo la discesa ci fermiamo in una taverna per una pausa e per scaldarci. Proprio da lì passa un importante confine che segna lo spartiacque tra bacino idrografico mediterraneo e bacino atlantico.

Tappa 14 |Langogne – Laguiole (circa 100 km)
Tappa con neve per circa due ore del percorso. Partiamo da Langogne con una leggera pioggia. Il paesaggio è quello del Margeride, parte del Massiccio Centrale, con continui saliscendi anche impegnativi. Presto la pioggia diventa nevischio e in poco tempo ci troviamo sotto una fitta nevicata. Passiamo il Col des Trois Sœurs (1452 m s.l.m.) innevato e speriamo di non fare la fine delle tre sorelle a cui è dedicato il passo. Il paesaggio è spettrale. Infreddoliti troviamo fortunatamente rifugio in una taverna. L’ostessa, all’inizio decisamente scontrosa, ci rifocilla con una bottiglia di vino rosso, insalata di pomodori, cipolla, pancetta e salsiccia, senape, piatto di carne, formaggi. Grazie signò, sappiamo che nonostante le apparenze ci hai voluto bene!

Tappa 15 | Laguiole – Bournazel (circa 80 km)

Lunga discesa da Laguiole a Estaing: bellissima cittadina medievale sul fiume Lot. Da qui risaliamo. Ci fermiamo a Bournazel, l’unico posto dove troviamo una sistemazione: una cittadina fantasma con un castello enorme.

Tappa 16 | Bournazel – Moissac (circa 120 km)
Lasciamo la Valle del Lot per entrare nella valle del Tarn. Il paesaggio diventa più familiare, le colline assomigliano a quelle marchigiane. Poi il paesaggio cambia ancora, l’architettura si fa meno gotica: si sente già aria di sud. Sul percorso troviamo spunti per il prossimo viaggio.

Un’idea per il prossimo viaggio?

Tappa 17 | Moissac – Eauze (circa 110 km)
Da Moissac seguiamo la bella e piatta ciclabile che corre lungo la Garonne e i suoi canali per circa 35 km fino a Saint Jean de Thurac. Passiamo il fiume su un bel ponte sospeso a una corsia e ci dirigiamo verso Astaffort seguendo la N21. Da Astaffort raggiungiamo La Romieu seguendo il percorso collinare con stradine interne.

I cartelli ci avvertono che siamo entrati in Guascogna: territorio medievale che si estendeva dai Pirenei fino alla Garonna. A Eauze degustiamo Armagnac, il più antico distillato di Francia!

Tappa 18 |Eauze – Navarrenx (circa 130 km)
Tappa molto impegnativa per la lunghezza e i dislivelli. Parte del percorso la facciamo su strade secondarie con saliscendi molto ripidi. La prima parte del percorso fino a Aire sur L’Adour è su strade provinciali ma non particolarmente trafficate. Da Aire Sur L’Adour, dove facciamo colazione al sole con un buon tortino al limone mentre accanto a noi vendono ostriche dell’Oceano Atlantico, prendiamo la D2 che si inerpica su colline con paesi minuscoli e isolati. Anche la vegetazione inizia a cambiare.

Tappa 19 | Navarrenx – Saint Jean Pied de Port (circa 60 km)
Tappa breve ma sotto la pioggia per arrivare al punto di partenza classico del cammino di Santiago. A Saint Jean Pied de Port rimaniamo abbastanza sconvolti dalla commercializzazione del cammino di Santiago e dal numero di “boutique del pellegrino” che si moltiplicano davanti a noi.

Dai Pirenei all’Oceano

Tappa 20 | Saint Jean Pied de Port – Puente la Reina (circa 110 km)
Oggi arriviamo in Spagna, valicando i Pirenei. Il passo di Roncisvalle è percorso da una strada poco trafficata (soprattutto la mattina ci dicono) e non presenta dislivelli troppo impegnativi. Da Roncisvalle saliscendi ci portano a Pamplona. È la prima grande città che vediamo da quando abbiamo lasciato Torino. C’è il sole, gente per strada: festeggiamo con 2 birre e una tortilla.

Dopo Pamplona facciamo l’errore di continuare a seguire le indicazioni del Cammino di Santiago che ci porta su die sentieri non percorribili con le nostre biciclette (sono necessarie delle mountain bike). Consiglio: chiedere sempre per il Camino de Carretera (che inzialmente coincide con la NA1110.

Tappa 21 | Puente la Reina – Santo Domingo de la Calzada (circa 130 km)
Inizia una serie di tre tappe molto lunghe (in tre giorni faremo 420 km). Complice il poco dislivello e l’allenamento raggiunto. Continuiamo sulla NA1110 che ci porta fino a Logroño. Da lì prendiamo prima il Cammino in parte (sterrato ma pedalabile con le nostre bici) poi la N120: si tratta di una strada a 4 corsie completamente deserta (accanto passa infatti l’autostrada gratuita). Sembra di pedalare in autostrada! Atmosfera straniante.

La prima parte della N120

Tappa 22 | Santo Domingo de la Calzada – Carrion de los Condes (circa 160 km)
Da Santo Domingo scopriamo che il tratto autostradale finisce e confluisce sulla N120 che è l’unica strada asfaltata che possiamo prendere per arrivare a Burgos. Questi 70 km diventano i peggiori di tutto il viaggio, percorsi in una strada con un traffico pesante di camion. Il Cammino passa comunque accanto alla strada, quindi di volta in volta potete valutare se prenderlo come abbiamo fatto noi in svariate occasioni fino a Villafranca. Da Burgos ripartiamo seguendo la N120 che ora torna ad essere semideserta. Ampi saliscendi ci fanno macinare parecchi chilometri.

Tappa 23 | Carrion de los Condes – Astorga (circa 160 km)
La prima parte della tappa la pedaliamo in compagnia di Keat, un ragazzo che con la sua bicicletta è partito un anno prima da Juala Lumpur. Chiacchieriamo quasi un paio d’ore poi ci separiamo non prima della foto di rito.

Tappa 24 | Astorga – O cebreiro (circa 110 km)
Iniziano di nuovo le salite (e le discese). Da Astorga in una strada poco trafficata saliamo verso La Croce di Ferro, meta simbolica per chi percorre il Cammino. Dopo una lunga e impegnativa discesa ci porta a Ponferrada. Gli ultimi chilometri per arrivare a O Cebreiro sono una lunga e faticosa salita.

Tappa 25| O cebreiro – Palais de Rei (circa 90 km)
Due tappe più brevi ci porteranno fino a Santiago. Il camino de carretera è sempre ottimamente segnalato!

Tappa 26| Palais de Rei – Santiago (circa 70 km)
Penultimo giorno. Siamo contenti. Pochi chilometri prima di Santiago la prima foratura del viaggio.

Tappa 27| Santiago – Finisterre (circa 90 km)
Siamo davvero felici. Nella discesa verso l’Oceano cambia ancora il paesaggio e viene riempito da ampie foreste di eucalipti. C’è il sole. Sarà la suggestione, ma sembra già di respirare l’aria dell’Oceano. Ci siamo: dall’alto scorgiamo l’acqua! L’ultima volta che avevamo visto il mare era stato a Cesenatico, 24 giorni prima in questo viaggio attraverso mezzo continente. Eppure le distanze sembrano accorciarsi in bicicletta: se ci siamo arrivati in bici… l’Oceano non può essere così lontano!

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