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La mobilità insostenibile degli italiani: l’uso dell’auto continua a crescere

La mobilità insostenibile degli italiani: l’uso dell’auto continua a crescere

Gli italiani continuano a preferire gli spostamenti in auto: secondo il nuovo rapporto dell’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti (ISFORT) redatto grazie all’Osservatorio “Audimob – Stili e comportamenti di mobilità degli italiani” l’uso dell’auto privata nel nostro paese è in continua crescita.

I piccoli passi avanti fatti dalle amministrazioni comunali per promuovere la mobilità in bicicletta sono evidentemente ancora troppo deboli e non danno alcun segnale positivo di crescita dell’uso della bici in città. Non basta dunque incentivare il bike sharing (come fatto recentemente a Roma per esempio), o creare dei percorsi ciclabili “a spezzatino” per ottenere città a misura di bici che inducano le persone a lasciare a casa l’auto definitivamente.

Il report sottolinea come nel 2018 si sia raggiunto il più alto tasso di motorizzazione mai toccato in Italia con 39 milioni di veicoli per le strade, pari al 64,6 auto su 100 abitanti, una somma enorme che negli ultimi 10 anni invece di diminuire è cresciuta dell’8,1%.

L’aumento dell’uso dell’auto si accompagna al progressivo disinteresse per la mobilità in bicicletta, segno che le due ruote a pedali sono viste ancora come un mezzo di piacere e non come un vero strumento di trasporto utile per muoversi in città. Gli spostamenti giornalieri in bicicletta sono infatti scesi al 4,2% nel 2018 rispetto al 5,2% del 2017, contro un aumento dello 0,5% degli spostamenti in auto, che nel 2018 rappresentavano il 59,1 % rispetto al 58,6 % del 2017.

La mobilità sostenibile cresce esclusivamente nelle grandi città con oltre 250.000 abitanti, e soprattutto nelle città del Nord Italia, segno che il divario tra Nord e Sud continua a sentirsi anche nella mobilità delle persone.

Mobilità degli italiani

L’aspetto più preoccupante riguarda il risultato alla seguente domanda: “Rispetto all’attuale livello d’uso di auto, mezzi pubblici e bici in prospettiva lei vorrebbe…?“. La risposta data da oltre 12.000 persone non lascia intravedere un grande interesse nell’abbandonare l’auto per muoversi in modo più sostenibile ma anzi, il 10% vorrebbe aumentarne l’utilizzo, e solo il 29,4% vorrebbe diminuire gli spostamenti in auto (in calo rispetto al 2008 dove il 36,7% degli intervistati dichiarava un interesse nel diminuire l’uso dell’automobile).
Non caso, anche la volontà di utilizzare più spesso la bici è diminuita, passando dal 38,8% del 2017 al 33,6% del 2018.

Dati incerti sul futuro delle mobilità italiana dunque, ma ciò che emerge nettamente dall’indagine di ISFORT è l’emergenza sicurezza sulle strade, dove ogni anno muoiono migliaia di persone, segno che ancora oggi non si tratta di un argomento entrato fortemente nell’agenda politica e nel dibattito pubblico del paese.

Il report mette in luce alcuni lati positivi dell’evoluzione della mobilità degli italiani, come ad esempio il miglioramento dell’offerta del trasporto pubblico (con una crescita dei passeggeri che spesso supera l’offerta disponibile), il consolidamento dell’interesse per la sharing mobility (nelle grandi città) e un crescente peso della mobilità pedonale.

Commenti

  1. Sandro ha detto:

    Per me la colpa è solo ed esclusivamente di quanto fanno male le infrastrutture.

  2. gianpaolo martelli ha detto:

    certo che finchè anche gli amici della bici come il CT Cassani pubblicano decaloghi dove per girare in bici bisogna vestirsi come un cavaliere medievale al palio, le luci dell’albero, i radar (i radar!!) che manco un aereo e il casco integrale, tutti penseranno che andare in bici sia peggio che la trincea sulla Somme … eh

    1. Ciclista Sdraiato ha detto:

      Su certe strade si è davvero come in trincea ed è meglio prevenire che curare. Molti automobilisti NON ci vedono (nel senso che non vedono noi) o ci vedono all’ultimo momento, vuoi per distrazione o perché essendo chiusi in un abitacolo interpretano chi non è in auto come “parte del paesaggio” e superarci è come “fare la barba” al muro: un fastidio perché si deve rallentare, e pazienza se alla fine ci si fa spazio o si dà una toccatina. Essere visibili il più possibile e protetti è indispensabile per la nostra incolumità. Purtroppo non viviamo in un mondo perfetto e bisogna prendere delle contromisure
      E comunque le luci dopo una certa ora, in caso di scarsa visibilità o in galleria e strade extraurbane (in quest’ultimo caso col giubbino o le bretelle catarifrangenti) DEVONO essere accese. Di solito costano pochi € e sono ben visibili, quindi anche ai più recalcitranti dico: poche scuse ;-)

      Chiudo dicendo che, finché chi ha potere decisionale vedrà la bicicletta come mezzo puramente ricreativo/sportivo o peggio come un fastidio da relegare in parchi e giardini e non come un mezzo per spostarsi in modo sano ed efficiente, con indubbi vantaggi negli spostamenti urbani (e non solo, per chi ha più gamba: l’appetito vien mangiando!), non si farà nessun passo (pardon, chilometro) avanti

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