Mobilità

Coronavirus, le associazioni chiedono una Rete di Mobilità di Emergenza

Queste settimane di stop forzato hanno modificato radicalmente le nostre abitudini e gli effetti si faranno sentire anche nella fase successiva al lockdown, quando le attività economiche riapriranno e potremo di nuovo uscire di casa ma dovremo farlo rispettando un’adeguata distanza fisica per evitare il contagio.

Lo scenario più plausibile, nella Fase 2, per la mobilità urbana vedrà un calo dell’uso di trasporto pubblico locale da parte della popolazione.

Lo sottolineano numerose associazioni *(in calce all’articolo l’elenco completo dei promotori della lettera) impegnate per la mobilità sostenibile e l’ambiente che, riunite in un Coordinamento nazionale, hanno inviato una serie di riflessioni, osservazioni e proposte unitarie riguardo alle criticità future nel settore della mobilità indirizzandole al governo e al coordinatore della task force con a capo il manager Vittorio Colao.

I contenuti della lettera – scaricabile in formato pdf e sottoscritta anche da Bikeitalia.it – sono stati rilanciati anche attraverso una petizione online sulla piattaforma Change.org e vogliono porre l’attenzione sul tema della mobilità come banco di prova per testare un ritorno alle attività quotidiane all’insegna di una rinnovata coscienza civica e ambientale: in assenza di valide alternative una larga fetta di utenti del trasporto pubblico preferirà spostarsi in auto e va quindi scongiurata questa motorizzazione “di ritorno”.

Lo sottolineano le associazioni firmatarie della lettera, ripresa anche dall’ADNKronos: “Si pone dunque il problema di garantire altre forme di mobilità alternative all’auto. La creazione di corridoi per la mobilità di emergenza è la soluzione già prospettata all’estero e prevede di assegnare corsie dedicate alle forme di mobilità alternative all’auto lungo tutte le principali direttrici urbane, in modo da convogliare su queste le quote di mobilità che si perderanno dal trasporto pubblico, almeno nelle parti più congestionate delle città. È d’altro canto fondamentale garantire ai cittadini forme di mobilità attiva, sia per la salute personale che collettiva, anche in virtù di una migliore qualità dell’aria, soprattutto in ambito urbano”.

Le misure delle associazioni promotrici dell’iniziativa vanno nella direzione di creare una Rete di Mobilità di Emergenza/Transizione – tema su cui Bikenomist ha redatto un manuale d’uso avvalendosi della collaborazione degli architetti Valerio Montieri, Matteo Dondé e Paolo Gandolfi (con il contributo di Gabriele Sangalli e la supervisione di Paolo Pinzuti) – per la fase di riapertura; introdurre incentivi economici e finanziamenti per i potenziamento della mobilità attiva; mantenere le Ztl, la sosta tariffata e le corsi preferenziali per evitare la completa paralisi della circolazione; diffondere lo smart working per contenere i picchi di mobilità lavorativa e commerciale, differenziando gli orari degli uffici e per i sistemi di consegna a domicilio; riconoscere, promuovere e finanziare la mobilità attiva (pedonalità e ciclabilità) come modo di trasporto urbano resiliente; istituire un gruppo di lavoro tecnico-scientifico che coordini e armonizzi il tutto all’interno di un Piano di Mobilità di Emergenza/Transizione Covid-19; infine, realizzare campagne informative nazionali per stimolare stili di vita basati su forme di mobilità attiva, indispensabili per tenersi in salute e recuperare la forma fisica.

Focus – Le proposte di Legambiente

L’associazione Legambiente, firmataria della lettera collettiva, stava già lavorando sul tema e ha diffuso un vademecum con 5 misure concrete rivolte ai sindaci, come ha scritto il presidente nazionale Stefano Ciafani: “Le nostre città possono essere un fantastico banco di prova per dimostrare che si può cambiare il mondo in meglio, sperimentando le vie green verso nuovi modelli di sviluppo. Occorre intervenire subito su quelle misure che hanno una valenza sanitaria e ambientale e che possono dare delle risposte alle regole imposte dal Covid19. Con queste 5 misure che proponiamo oggi ai sindaci, milioni di lavoratori, studenti e famiglie potranno muoversi da subito in maggiore sicurezza e libertà contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra. Per far ciò è indispensabile un impegno da parte di tutti, cittadini, sindaci, società di trasporto e governo, consapevoli che il Paese oltre ad un decreto Cura Italia, ha bisogno anche di provvedimenti che mettano al centro le città e i comuni perché è da qui che bisogna prima di tutto ripartire”.

Il documento integrale di Legambiente è scaricabile da questo link, queste sono in sintesi le 5 misure concrete per ripensare la mobilità post Covid-19:

  1. Sicuri sui mezzi pubblici. Molte persone avranno paura a prendere bus e treni, tram e metro per timore del contagio. Per questo man mano che le città ricominceranno a muoversi, si dovranno programmare con attenzione le corse, garantire le distanze di sicurezza, bisognerà ripensare anche gli orari della città per evitare congestione e traffico nelle ore di punta
  2. Più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi. La bici è il mezzo che permette il migliore distanziamento: per cui è ora il momento di realizzare percorsi ciclabili temporanei (con segnaletica orizzontale e verticale) lungo gli assi prioritari e le tratte più frequentate, riservando lo spazio per poi dotarli di protezioni e passaggi esclusivi mirando a trasformarli nei mesi successivi in vere ciclabili.
  3. Rafforzare la sharing mobility. Le più efficienti alternative all’auto privata in città, per chi non vorrà prendere i mezzi pubblici, dovranno diventare tutti i mezzi in sharing: auto (meglio elettriche), bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini. I Comuni dovranno stringere accordi con le imprese per avere più mezzi e in più quartieri, a costi molto più contenuti.
  4. Aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile. Qui i Sindaci devono farsi sentire, perché le risorse ci sono! Cosa aspetta il Ministero dell’Ambiente a mettere a disposizione i fondi per “Programma Buoni di mobilità” previsti dal decreto Clima approvato a dicembre scorso? Sono previsti 75 milioni per il 2020 e 180 milioni di euro per le annualità successive.
  5. Più smart working. Ai Sindaci Legambiente chiede di spingere sul lavoro agile per riorganizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica e aiutare tutte le attività che scelgono di andare in questa direzione. Serviranno risorse, ma soprattutto idee nuove e andrà coinvolto il Governo.

L’impegno di Bikeitalia

Bikeitalia continuerà a seguire gli sviluppi di questo tema che per noi rappresenta non solo una notizia da coprire ma soprattutto un’importante sfida da vincere: la mobilità urbana post Covid-19 deve ripartire col piede giusto e ci stiamo impegnando ogni giorno perché ciò accada. Abbiamo l’occasione di gettare le basi per dare nuovi spazi pedonali e ciclabili alle persone e cambiare il volto delle nostre città, liberandole dal traffico e dallo smog: “Trasformiamo l’Italia in un Paese Ciclabile” implementando una Rete di Mobilità di Emergenza in ogni città. Con la speranza che buona parte di queste misure temporanee, una volta testate sul campo, possano diventare permanenti.

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