Mobilità

L’Ancma chiede al Mit di favorire le bici: “Doppio senso ciclabile e corsie dedicate”

L’Ancma chiede al Mit di favorire le bici: “Doppio senso ciclabile e corsie dedicate”

L’Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) chiede al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti maggiore attenzione per la mobilità in bicicletta, soprattutto adesso che nella Fase 2 si moltiplicheranno le persone che scelgono le due ruote a pedali per muoversi in città visto anche l’aumento esponenziale delle richieste di bici in questi primi giorni di ripresa delle attività.

Lo ha dichiarato il presidente di Ancma Confindustria Paolo Magri all’Adnkronos: “Non abbiamo ancora dati, ma è incontestabile il boom delle biciclette: dai feedback che abbiamo con i negozianti sappiamo che molti magazzini sono vuoti. A questo punto servono più corsie ciclabili e l’introduzione del doppio senso ciclabile, per attenuare la paura di chi vuole usare la bicicletta”.

Gli incentivi annunciati dal governo e contenuti nel Decreto Rilancio [qui trovate la guida aggiornata su come funziona il bonus mobilità] favoriranno gli acquisti ma, secondo Magri, non stanno influenzando il fenomeno dell’aumento di domanda più di tanto: “A influenzare il boom di vendite, secondo noi, è la richiesta di distanziamento fisico e la sfiducia nel mezzo pubblico”. Per questo “è stato importantissimo – prosegue Magri – riaprire i negozi prima del 18 maggio, ma soprattutto una rinnovata fiducia nel mezzo bicicletta”.

Immagine di un “senso unico eccetto bici” presente sul sito della FIAB

Va modificata anche la viabilità per consentire alle biciclette di muoversi più agilmente e con un grado di sicurezza maggiore come sottolinea Magri: “Spero che le amministrazioni cittadine siano in grado di ridisegnare la mobilità ciclistica con corsie dedicate, e in questo l’intervento del ministero delle Infrastrutture deve favorire queste realizzazioni rapide, come a Milano e Roma. Anche l’introduzione di una misura largamente sperimentata all’estero come il doppio senso ciclabile sarebbe da favorire: a oggi l’unico ostacolo alla ciclabilità è la paura di usare quel mezzo nelle condizioni di traffico a cui siamo abituati”.

E, per quanto riguarda la condivisione delle corsie preferenziali tra bus e bici, il presidente di Ancma non è d’accordo, ma apre questa possibilità ai ciclomotori e ai motocicli: “Non è una buona idea, invece, condividere le corsie dei bus, questo potrebbe essere fatto per le due ruote a motore che hanno velocità simili”.

Sul fatto che sia necessario un cambiamento per istituire il doppio senso ciclabile anche da noi in Italia come “buona pratica di mobilità” che favorisce la ciclabilità urbana, proprio oggi il direttore editoriale di Bikeitalia Paolo Pinzuti ha pubblicato un intervento sulla pagina Facebook della testata, con un confronto tra quello che accade a Friburgo (Germania) e la situazione italiana:

Perché non è possibile realizzare anche da noi una misura di buon senso che all’estero funziona ed è universalmente riconosciuta come valida e sicura? Chissà che ora, con l’endorsement anche di Ancma, la strada per il doppio senso ciclabile abbia preso il verso giusto per entrare anche negli uffici tecnici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Si tratta di un cambiamento necessario: non più procrastinabile.

Commenti

  1. Paolo Pinzuti Paolo Pinzuti ha detto:

    Chi va in moto o in auto deve procedere sempre e comunque richiamato alla prudenza. Il senso unico è comunque per le auto, non per i pedoni che potrebbero essere presenti in strada per mancanza del marciapiedi.

  2. baghero ha detto:

    ….ben venga il doppio senso ciclabile ma deve essere segnalato perfettamente, anche e soprattutto a chi si trova in auto.
    Chi, in auto o in moto, si immette in un senso unico eccetto cicli deve esserne assolutamente informato e abbondantemente richiamato alla prudenza.
    L’automobilista o il motociclista deve sapere che, “contromano”, potrebbe sopraggiungere un ciclista con diritto. O ci scappa il morto!

    1. Manuel Massimo ha detto:

      Senso unico eccetto bici non è “contromano” ma “controsenso ciclabile” e, se realizzato correttamente, rende la percorribilità della strada più sicura per tutti, anche per i ciclisti “in controsenso” che sono molto più visibili per le auto/moto che procedono nel senso opposto. Per questo il limite di velocità della strada nei sensi unici eccetto bici deve essere di 30 km/h.

  3. Maurizio ha detto:

    Perché non è possibile realizzare anche da noi una misura di buon senso che all’estero funziona ed è universalmente riconosciuta come valida e sicura?
    E’ una frase estratta dall’articolo sopra riportato ed é la domanda che in questo paese ci poniamo un pò su tutto.
    Purtroppo anche questa sera sul telegiornale di rete 4 ho assistito all’ennesimo attacco ingiustificato e arbitrale sulle opere di viabilità alternativa di C.so Buenos Aires.
    Ci stanno dipingendo come il nemico n°1 alla viabilità, come se prima fosse scorrevole il traffico in quella zona.
    Deve cambiare il clima o quanto meno dare il diritto di replica al mondo che si muove sulle bici, perchè non siamo pochi.
    Comunque voglio ribadire ai commercianti che quando uno và al centro commerciale ci và a piedi, per meglio dire dopo aver lasciato l’auto in immensi parcheggi sotterranei, percorro i viali dello shopping a piedi in totale sicurezza, senza lo sgradevole odore dell’inquinamento ed il frastuono del traffico.
    La caotica viabilità motorizzata di C.so Buenos Aires, non porta nessun beneficio al commercio, anzi lo scoraggia perchè se non trovo parcheggio tiro dritto fino al centro commerciale, al contrario arrivando in bici non troverei difficoltà a parcheggiare e se non ci fosse il traffico mi rilasserei e mi godrei i locali e lo shopping.
    Questa mia utopistica teoria mi riporta alla frase di apertura del mio articolo.
    Buona bici a tutti

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