Mobilità

Gli operatori del turismo contro Trenord: “Vergognoso vietare il trasporto bici sui treni”

La scorsa settimana, con un tempismo a dir poco eccezionale, Trenord il 3 giugno – Giornata Mondiale della Bicicletta – aveva diramato una circolare interna che vietava il trasporto di tutte le bici (non pieghevoli) sui loro treni regionali in tutta la Lombardia, adducendo motivi di sicurezza legati al mantenimento del distanziamento fisico.

Alla circolare, anticipata da Bikeitalia, ha fatto poi seguito anche il comunicato ufficiale dell’azienda che, incredibilmente, non solo confermava il divieto ma lo giustificava dando sostanzialmente la colpa ai rider dei servizi di consegna a domicilio che salivano sui treni (vuoti) senza rispettare il numero massimo di bici ammesse a bordo.

Dopo aver arbitrariamente vietato un servizio come il trasporto bici sui treni, che invece dovrebbe essere garantito e incentivato – soprattutto nella Regione Lombardia dove il Coronavirus è ancora un problema cogente e la bici rappresenta uno strumento per spostarsi in sicurezza – la giustificazione addotta da Trenord si è attirata le critiche degli utenti.

Un aspetto tutt’altro che secondario riguarda anche il potenziale cicloturistico di tutta la Lombardia che alla luce di questo provvedimento rischia di essere compromesso: se fino al 2 giugno era possibile programmare un weekend in una località lombarda partendo comodamente da Milano in treno con la propria bici al seguito, dal 3 giugno questo è molto più difficile (se non impossibile) perché il divieto generalizzato si applica su tutti i treni sprovvisti di spazi adibiti al trasporto bici e, comunque, il capotreno ha la facoltà di lasciare a terra a sua discrezione le bici in eccedenza, dunque programmare un viaggio con bici al seguito è sicuramente diventato più complicato.

Il Direttore del Consorzio Turistico Valtellina Pierluigi Negri, raggiunto da Bikeitalia, non usa mezzi termini: “È una cosa da incoscienti: io sono molto arrabbiato e così tutta la Valtellina, ritengo che Trenord dovrebbe occuparsi di tener pulito e far arrivare i treni in orario”. Nella stagione invernale l’abbinata bici+sci aveva fornito un buon riscontro, come conferma Negri: “Abbiamo fatto un esperimento molto interessante: il treno della neve che ha funzionato molto bene, con il biglietto integrato per le piste da sci. Stavamo provando anche con le biciclette collegandolo con il nostro sentiero Valtellina che ha le stazioni collegate con il percorso cicloturistico. Ma con questo provvedimento è come se avessimo gettato nel cestino 15 anni di lavoro sul cicloturismo”. Soluzioni in vista? “Mi auguro – conclude Negri – che la regione prenda provvedimenti perché in questo modo sta affossando il turismo. è una cosa da incoscienti. Nello scorso fine settimana abbiamo vissuto un disastro per il numero di persone che sono venute in macchina in Valtellina”.

Graziano Pennacchio, amministratore delegato di Visit Brescia, vicepresidente di Federalberghi Brescia, albergatore nonché cicloturista, esprime tutto il suo dissenso per il provvedimento e dichiara a Bikeitalia: “Si tratta di una misura scandalosa: purtroppo qua ognuno pensa sempre esclusivamente al proprio orticello e quindi così facendo Trenord non si rende conto che con questa azione va a danneggiare un settore che già è molto danneggiato come quello del turismo”.

“Sicuramente – continua Pennacchio – chi raggiunge il territorio di Brescia in treno con la bicicletta al seguito avrà delle difficoltà a causa di questa azione di Trenord: nel contesto generale questo divieto crea un altro tassello negativo per il turismo, anche perché poi creerà confusione e metterà in difficoltà chi organizzerà un viaggio per venire, ad esempio, in Valcamonica”.

Infatti uno dei problemi principali risiede nella programmazione del viaggio, come in conclusione ci conferma Pennacchio: “Io sono vicepresidente di Federalberghi della Provincia di Brescia, sono anche un albergatore e sono amministratore delegato di Visit Brescia: a nome di tutti questi tre enti confermo che siamo totalmente contrariati da questa decisione di Trenord”.

A questo proposito anche Barbara Panteghini del B&B “L’Orto di Balù”, struttura ricettiva di Bienno in Valcamonica, giudica negativamente questo divieto di Trenord: “In un momento in cui si promuove la necessità di una modalità di spostamento delle persone che consenta di mantenere la giusta distanza, come la mobilità ciclistica, il recente divieto di trasporto bici sui convogli Trenord per ‘motivi di sicurezza e per garantire l’osservanza delle norme sul distanziamento’ appare un controsenso. Auspico quindi che la società di gestione della linea Brescia-Iseo-Edolo ci ripensi e si impegni concretamente a supportare lo sviluppo del cicloturismo in Valle Camonica e sul lago d’Iseo, un’area su cui insiste quasi la metà del tracciato della ciclovia dell’Oglio, come del resto avviene nella confinante Val di Sole, in Trentino Alto Adige”.

Noi di Bikeitalia ci auguriamo che Trenord, alla luce delle tante critiche oggettive ricevute nel merito del provvedimento, voglia riconsiderare la sua posizione e liberalizzare l’accesso delle bici su tutti i suoi treni, ampliando gli spazi destinati alle bici come avviene in Nazioni e Regioni che hanno fatto dell’intermodalità un asset strategico, con un’offerta dedicata in linea con le richieste del mercato e offrendo un servizio al passo coi tempi.

Commenti

  1. Avatar Luca ha detto:

    Io abito in veneto e viaggiare in treno è comodo ma costoso.
    Lo si considera solo un passatempo ma invece sarebbe da considerare un risparmio eco e una logica alternativa all’auto.
    Invece il biglietto costa caro soprattutto se fai il pendolare e vorresti usare la bici per il resto dei trasferimenti.Non di sono abbonamenti e nemmeno un Biglietti all inclusive. Alla fine della fiera portarsi la bici al seguito, se non pieghevole, costa più del trasporto della persona.
    E usare una pieghevole per fare 10 km non è così comodo

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