Mobilità

“No alle barriere architettoniche sulle ciclabili”: Fiab Faenza vince il ricorso al Ministero dei Trasporti

“No alle barriere architettoniche sulle ciclabili”: Fiab Faenza vince il ricorso al Ministero dei Trasporti

Una decisione che fa giurisprudenza e che potrà essere utilizzata per chiedere a tutte le Amministrazioni d’Italia di rimuovere ostacoli impropri sulle ciclabili: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha accolto il ricorso che a giugno 2020 Fiab Faenza aveva presentato contro l’Unione della Romagna Faentina, per il posizionamento di barriere parapedonali su alcuni tratti ciclopedonali.

I parapedonali installati su una ciclopedonale di Faenza

Bikeitalia ha raggiunto telefonicamente l’avvocato fiorentino Jacopo Michi, il legale esperto di ciclabilità che ha seguito la vicenda per conto dell’Associazione, che si è detto molto soddisfatto e ha anche delineato possibili scenari futuri, alla luce di questo accoglimento che crea un precedente e fa giurisprudenza. L’aspetto più rilevante riguarda il fatto che: “Non può essere utilizzata segnaletica complementare per rallentare le biciclette, obiettivo diverso per cui la segnaletica complementare è utilizzata”. Nella fattispecie gli archetti parapedonali che nascono come segnaletica complementare in funzione “antisosta” non possono essere piazzati sulle ciclabili e sulle ciclopedonali per rallentare le biciclette in prossimità delle intersezioni e/o dei passi carrabili.

Inoltre, come sottolinea l’avvocato Michi: “Deve esserci sempre un provvedimento motivato che autorizza questo tipo di installazioni”, mentre invece a Faenza questi lavori erano stati fatti da squadre di operai comunali, a metà marzo 2020 in pieno lockdown, con l’obiettivo di rallentare le bici nei pressi di alcuni passi carrabili ma creando anche alcuni pericolosi “colli di bottiglia” molto difficili da superare per le cargo bike, uno dei motivi scatenanti della protesta che ha portato al ricorso.

La cosa interessante per il futuro è che questo è il primo decreto ministeriale che si pronuncia sull’utilizzo di questi ostacoli sulle ciclabili. “Si tratta di un importante precedente: già adesso i parapedonali non ci possono stare”, sottolinea l’avvocato Michi che aggiunge: “Andare al Mit e lottare per le bici non è banale: il provvedimento è ben motivato e mi verrebbe quasi da dire coraggioso: segno che non bisogna ingoiare tutti i rospi che ci vengono propinati”, come appunto i “bastoni tra le ruote” sulle ciclabili installati dalla sera alla mattina.

L’iter del ricorso gerarchico in proprio è stato veloce: presentato il 28 giugno, è stato accolto in due mesi e mezzo. Ora il Comune di Faenza ha teoricamente 60 giorni di tempo per fare ricorso al Tar: ma nel frattempo, dopo la tornata elettorale di settembre, l’Amministrazione è cambiata e dunque potrebbe desistere, anche come segno di discontinuità rispetto al passato e alla luce delle solide motivazioni addotte dal Mit nell’accoglimento del ricorso di Fiab Faenza contro l’installazione delle barriere parapedonali.

La sentenza del Ministero è infatti molto netta, come si legge in estratto:

“L’Unione della Romagna Faentina ha travalicato i limiti del proprio potere discrezionale, laddove ha inteso interrompere il percorso ciclabile pedonale con l’installazione di dispositivi senza adottare il dovuto provvedimento esplicito… L’ordinanza dirigenziale n.73/2020 risulta illegittima per eccesso di potere, in quanto il mezzo utilizzato per realizzare l’intervento di rallentamento dei velocipedi, consiste nell’installazione di barriere/archetti con modalità non consentite… (è) ritenuto illegittimo l’operato dell’URF, che ha esteso l’operatività spaziale (…) anche su strade non contemplate dall’ordinanza stessa. Per i motivi esposti il ricorso gerarchico al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, proposto dal signor Samuele Diversi in qualità di rappresentante Fiab Faenza, avverso l’illegittimo posizionamento di barriere parapedonali/dissuasori sul percorso ciclopedonale di via Modigliana, e avverso l’ordinanza dirigenziale n. 73/2020 (su via Marconi, ndr), è ACCOLTO”.

Dunque ora il Comune di Faenza, a meno che non voglia fare ricorso al Tar, è obbligato a togliere le barriere installate sulle ciclopedonali.

Dal canto suo Fiab Faenza commenta così: “Ci auguriamo che questa nuova Amministrazione, eletta a settembre, non metta più ostacoli sulle ciclabili, e in corrispondenza di intersezioni pericolose, si adoperi per rallentare/fermare le auto con dossi e cuscini berlinesi. Ci auguriamo che d’ora in poi il Comune ci consulti e ascolti i nostri suggerimenti, tramite la Consulta della Bicicletta e della Mobilità sostenibile (promessa dal Sindaco Massimo Isola)”.

Commenti

  1. Avatar Nicola ha detto:

    Sarebbe un’ottima cosa se si riuscisse a creare un modello di comunicazione standard con tutti i riferimenti normativi e le sentenze, da poter inviare al proprio Comune per richiedere la rimozione di inutili e pericolosi ostacoli alla circolazione dei velocipedi, ricordando che non ci sono solo biciclette ma anche carrelli appendice che trasportano bambini, cargo bike e handbike, la cui circolazione é resa spesso impossibile.

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