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Le cicliste afghane arrivate sane e salve in Italia

La situazione in Afghanistan continua a essere difficile per molte persone che stanno tentando di espatriare dopo il ritorno al potere da parte dei Talebani. Tra le categorie più a rischio ci sono le cicliste afghane, donne simbolo di emancipazione femminile attraverso la pratica sportiva. Alcune di loro, grazie all’impegno congiunto di diverse Istituzioni, sono riuscite ad arrivare sane e salve in Italia lo scorso 27 agosto a bordo di un C-130 dell’Aeronautica militare atterrato a Fiumicino.

Cicliste afghane atterrate in Italia

A comunicarlo è l’ufficio stampa dell’ACCPI (Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani) per bocca della vicepresidente Alessandra Cappellotto – prima ciclista italiana campionessa del mondo – che ricopre anche il ruolo di responsabile del sindacato mondiale delle cicliste CPA Women e presidentessa della ASD Road To Equality.

“Stiamo vivendo una gioia a metà”, afferma Cappellotto. “C’è la gioia per le ragazze messe in salvo, ma anche l’angoscia per quelle che sono ancora nel pieno dell’odissea. Non era ancora Ferragosto quando mi sono ritrovata catapultata in quest’incubo insieme alla vicepresidente di #RoadToEquality Anita Zanatta, che ha svolto un lavoro encomiabile, con il solo obiettivo che le cicliste potessero essere salvate. Un primo passo è stato fatto, ma ci auguriamo che tutte le atlete, tramite i canali attivati a livello internazionale, possano essere tratte in salvo. L’arrivo è dopo la riga: non è ancora il momento di festeggiare, ma questa goccia di speranza in un mare di dolore ha un valore immenso”, sottolinea prudente.

La paura di ritorsioni

Le sei atlete afghane, arrivate in Italia assieme a un collega della formazione maschile e ad alcuni familiari, stanno svolgendo il periodo di quarantena. C’è ancora preoccupazione per chi è rimasto bloccato in Afghanistan. Le sei cicliste espatriate erano in serio pericolo in quanto “riconoscibili e famose” per la grande esposizione mediatica ricevuta in questi anni a livello nazionale e internazionale grazie alla loro attività di promozione del ciclismo come pratica per l’emancipazione delle donne.

cicliste afghane arrivate in Italia

Per evitare ritorsioni nei confronti delle persone care rimaste in Afghanistan, nella foto pubblicata i cuori oscurano i volti delle cicliste afghane.

Come avevamo scritto su Bikeitalia, riportando la notizia dell’attivista Shannon Galpin, le atlete stanno cercando di fuggire e di cancellare le tracce del loro recente passato sportivo. Lo fanno per non essere bersaglio di rappresaglie da parte dei Talebani.

Il lavoro di squadra dietro le quinte

In calce alla nota si leggono i ringraziamenti estesi dall’ASD Road to Equality a tutte le persone che hanno reso possibile questo salvataggio: “Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con l’impegno in prima persona della Viceministro Marina Sereni; il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini; l’Ambasciatore Stefano Pontecorvo e il Console Tommaso Claudi; i Militari a Kabul e a Roma coordinati dal comandante del vertice operativo interforze, generale Luciano Portolano; il capitano Alberto Del Basso e il tenente colonnello Roberto Trubiani;
Mauro Berruto, responsabile sport PD; COSPE Onlus; Matteo Favero, Policiy Assistant at Camera dei Deputati;
Sara Berlese, agenzia delle Nazioni Unite”.

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