Mobilità

Zona 30 in Vanchiglia: Torino e il tabù della moderazione del traffico

La moderazione del traffico a Torino, la città dell’auto, è un tabù? È lecito domandarselo visto che il cantiere per la realizzazione di una Zona 30 in Vanchiglia, in via Santa Giulia, è stato bloccato sul nascere da un piccolo gruppo di cittadini che hanno smontato gli archetti per la sosta delle bici e protestato verso la riqualificazione della strada che avrebbe tolto qualche parcheggio auto per creare delle chicane.

Torino Zona 20 Vanchiglia moderazione del traffico
Zona 30 Vanchiglia Torino | Il rendering del progetto di moderazione del traffico in Via Santa Giulia

Se il principale giornale della città, La Stampa, titola “I residenti vincono la battaglia, rimosso il cantiere di Vanchiglia” sta riportando un’inesattezza: perché identificare il piccolo gruppo di contrari come “i residenti” – come hanno fatto anche altre testate – fa sembrare che la maggior parte delle persone che abita lì sia contraria al cantiere per la Zona 30, mentre invece questo progetto partecipato viene da lontano (2013/2014) ed è stato pensato ascoltando i cittadini.

Lo ha ricordato in un comunicato sull’accaduto anche la Consulta della Mobilità Ciclistica e Moderazione del Traffico, organo ufficiale del Consiglio Comunale della Città di Torino: “Il progetto di Vanchiglia 30 è figlio di un percorso partecipato della Circoscrizione 7, avvenuto nel 2014 e concluso con una delibera di indirizzo MECC. N. 2014 06503/090, che individuava via Santa Giulia quale asse del quartiere da valorizzare in chiave pedonale e ciclabile. Si sottolinea inoltre che il Piano della Mobilità Regionale indica, come obiettivo al 2030, una forte riduzione degli spostamenti privati motorizzati nelle aree urbane, a favore di un forte incremento della mobilità pubblica e di quella #ciclabile”.

Quindi se le cronache locali creano un derby tra favorevoli e contrari rispetto a un progetto che viene da lontano e ha già avuto un suo iter di approvazione, arrivando ad ottenere il finanziamento con fondi PON Metro 2014-2020, non stanno facendo un buon servizio: né alla moderazione del traffico né alla completezza dell’informazione.

La redistribuzione dello spazio pubblico è un tema ineludibile e abbassare la velocità di punta con interventi come quello progettato per la Zona 30 in Vanchiglia va proprio in questa direzione. Riprendendo quanto scrive la Consulta, la situazione in città è davvero critica sotto questo punto di vista: “Torino ha il numero di auto pro-capite più alto in Italia e tra i più alti d’Europa (ca. 640 auto ogni 1.000 ab.), in tutto il mondo, nelle città grandi e piccole, si ampliano e recuperano gli spazi pubblici urbani a favore delle #persone, limitando le zone dedicate alle auto, per decenni padrone indiscusse dello spazio pubblico stradale”.

Nel frattempo, per evitare ulteriori atti di vandalismo, tutti i materiali del cantiere sono stati portati via. Ma quale sarà la risposta dell’Amministrazione, in particolare del primo cittadino Stefano Lo Russo e dell’assessora competente in materia Chiara Foglietta, rispetto a questo episodio di “interruzione di pubblico cantiere” per la Zona 30 in Vanchiglia? Se lo chiede la Consulta, ma lo ha chiesto formalmente proprio lunedì 28 marzo la consigliera del Movimento 5 Stelle Dorotea Castiglione con l’interpellanza 141/2022 rivolta al sindaco e alla giunta per sapere:
• a che punto sono i lavori nelle zone di mobilità dolce previste dalla deliberazione della Giunta
Comunale del 28 maggio 2019 (mecc. 2019 01935/052) in zona Vanchiglia;
• quali siano le modifiche rispetto ai progetti approvati e quale il cronoprogramma aggiornato;
• come si intende informare e condividere con il quartiere le eventuali modifiche;
• quali provvedimenti sono stati messi in atto nei confronti di coloro che hanno bloccato il cantiere
stradale in data 22 marzo 2022

Domande che devono trovare una risposta: è importante che il cantiere per la Zona 30 possa riprendere il più presto possibile e che un tema importante come la moderazione del traffico e la sicurezza stradale sia in cima all’agenda politica di una città che vuole realmente imboccare la strada della transizione ecologica attraverso azioni concrete.

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Commenti

  1. Avatar Cla ha detto:

    Se vogliamo capire esattamente di che pasta è la redazione de La Stampa basta leggere le lettere pubblicate oggi:
    https://www.lastampa.it/rubriche/specchio-dei-tempi/2022/03/30/news/specchio_dei_tempi_le_lettere_del_30_marzo-2910995/

    4 su 4 sono a favore del sistema auto!
    C’è da dire però che la testata è sicuramente a favore di questa gente, che però non è una minoranza: purtroppo Torino è messa molto male, soprattutto come mentalità diffusa (e istigata da questo giornale…)

  2. Avatar Alessandro ha detto:

    Questa notizia è la conferma che Torino non è dinamica come Milano, è una città provinciale e conservatrice, più simile alle sue province che agli altri capoluoghi di regione, purtroppo.

  3. Avatar mybike ha detto:

    Sarei favorevole al limite dei 30 kmh per tutta la città, ma mi chiedo sinceramente che senso ha mettere questi limiti se NESSUNO li rispetta (vedi i controviali a 20kmh)
    Grazie

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