Mobilità

Milano Motor Show: un altro flop da 600 mila euro di soldi pubblici

Finalmente è finito il Milano Motor Show, il salone dell’auto che per una settimana ha tenuto banco nelle vie del centro di Milano e che, se non fosse stato per le polemiche che si è portato dietro, sarebbe passato del tutto inosservato.

I motivi delle polemiche sono principalmente due: da un lato la lauta sovvenzione alla manifestazione con denaro dei contribuenti, dall’altro l’interruzione della ciclabile del Parco Sempione per ospitare i test drive.

600 mila euro di fondi pubblici

Gli organizzatori del Milano Monza Motor show sono riusciti a portarsi a casa, infatti, 200.000 € da Regione Lombardia (delibera XI/6019 del 1 Marzo 2022) poiché “è una manifestazione che si svolgerà principalmente a Milano e Monza, avente lo scopo di promuovere e tutelare gli interessi della mobilità sostenibile, valorizzandone l’importanza ambientale, culturale e sociale.”.

Pista ciclabile interrotta per il Mimo Motor Show

Come se non bastasse, a questo si è aggiunto lo sconto operato dal Comune di Milano sul canone di occupazione di suolo pubblico per un valore di 412.000 euro. Nella delibera 232 del 4 marzo 2022 la Giunta ha deliberato all’unanimità lo sconto dell’80% sul prezzo di listino del suolo pubblico in quanto, si legge: “l’iniziativa Milano Monza Motor Show nasce non solo con l’intento di presentare nuovi modelli dando ai cittadini la possibilità di ammirare gratuitamente un grande salone espositivo all’aperto, ma anche e soprattutto per incentivare una mobilità sostenibile, facendo conoscere, in anteprima, le novità utili ad affrontare le problematiche ambientali in città.”.

La pista ciclabile interrotta

Gravi disagi ha procurato l’allestimento dell’area di test drive che ha richiesto l’interruzione della pista ciclabile che ruota attorno al Parco Sempione dove, nel corso della settimana, migliaia di ciclisti sono stati costretti a deviare il proprio percorso per non intralciare le manovre dei pochissimi interessati a provare le auto esposte.

Le auto in mostra, infatti, sono state ampiamente snobbate dai numerosi passanti, con le dovute eccezioni dei turisti che in Piazza Duomo e Corso Vittorio Emanuele hanno avuto modo di ammirare superbolidi a marchio Lamborghini, Pagani, McLaren, Ferrari e altri che davvero hanno poco a che vedere con il concetto di mobilità sostenibile.

La protesta

Nel corso della giornata, un gruppetto di attivisti in bicicletta, capitanati dalla consigliera verde Francesca Cucchiara, si sono radunati in Piazza Cairoli e hanno condotto le proprie bici fino a Piazza Duomo intonando lo slogan “sciò sciò motorshow” tra gli sguardi perplessi dei passanti che, in questo modo, si sono resi conto che era in corso la manifestazione motoristica.

Foto davanti a una Lamborghini
Crediti foto: Giovanni Candida

In extremis dalla chiusura della manifestazione, un drappello di consigliere comunali di area verde e PD hanno ventilato l’ipotesi che venga ritirato il patrocinio del Comune cosa che, molto probabilmente avverrà nel 2023. Non è detto, tuttavia, che gli organizzatori, visto il secondo flop consecutivo della manifestazione, vorranno riprovarci ancora.

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