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La campagna “no autovelox” di Sgarbi resta fuori dal Parlamento

“No autovelox? No Sgarbi!”. Le recenti elezioni politiche hanno visto l’affermazione del partito Fratelli d’Italia guidato da Giorgia Meloni e una sostanziale vittoria della coalizione di centrodestra: ma Vittorio Sgarbi, candidato con la lista “Noi Moderati”, è rimasto fuori dal Parlamento.

Lui e il suo cavallo di battaglia: la campagna anti autovelox con cui aveva pubblicizzato la sua candidatura sul retro degli autobus e sui camion-vela, rivolgendosi direttamente agli automobilisti in coda nel traffico.

Vittorio Sgarbi autovelox
La campagna “No autovelox” di Vittorio Sgarbi, candidato al Senato nel collegio uninominale di Bologna

Per questo ce ne occupiamo qui su Bikeitalia, dove riteniamo che la sicurezza stradale sia un pilastro fondamentale per la democrazia e che l’idea di “spegnere gli autovelox per 9 mesi” in vista della loro possibile abolizione avrebbe comportato un aumento degli incidenti sulle strade, delle vittime e dei feriti.

Invece il seggio del Senato per il collegio uninominale di Bologna è andato all’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini appoggiato dal Partito Democratico e dalla coalizione di centrosinistra che in questo modo ha riconfermato la sua presenza in Parlamento, in cui entrò per la prima volta nel lontano 1983.

La campagna “No autovelox!” di Vittorio Sgarbi, dunque, non è stata premiata dagli elettori e resta fuori dal Parlamento. Nota a margine, però abbastanza significativa: il leader del partito “Noi Moderati” – che ha raccolto l’1,1% dei consensi su base nazionale – è Maurizio Lupi, già ministro delle Infrastrutture e Trasporti tra il 2013 e il 2015 (prima con il governo guidato da Enrico Letta, poi con quello di Matteo Renzi), che si distinse nel corso del suo mandato anche per la posizione contraria al senso unico eccetto bici, ritenendolo pericoloso. E invece, come sappiamo, l’istituzione del doppio senso ciclabile sulle strade a senso unico (con velocità ridotta a 30 km/h) è una buona pratica sempre più adottata nel mondo come esempio virtuoso per facilitare gli spostamenti in bicicletta e rallentare le auto. Altro che abolizione degli autovelox.

Commenti

  1. Avatar Felice ha detto:

    io proporrei il tutor non solo in autostrada, ma anche su strade urbane ed estraurbane
    e inutile mettere autovelox fissi e avvisare gli automobilisti della presenza. Se funziona nei tratti pericolosi, perché uno rallenta, però poi torna ad accelerare non rispettando i limiti diventanto quindi nuovamente pericoloso.

  2. Avatar PG ha detto:

    Sempre pensato che il dover segnalare l’autovelox sia un modo per permettere di andare forte appena sorpassato il punto della misura della velocità.
    Fosse per me lascerei libera scelta di mettere l’autovelox ovunque, senza obbligo di segnalazione. E lo dico sapendo di essere il primo che, le poche volte che uso l’auto, mi accorgo e sono consapevole di sforare talvolta i limiti di velocità

  3. Avatar Ozzy ha detto:

    è l’esatto contrario.

    L’autovelox non dev’essere un’arma per fare cassa, ma un mezzo per fare rallentare le auto in un determinato punto, per motivi di SICUREZZA.
    L’obiettivo dev’essere quello di farti andare piano, non di farti andare forte lo stesso, per poi punirti con una multa.

    Ergo, ben vengano gli autovelox: tanti e ben segnalati

    UK docet (Paese più virtuoso in termini di sicurezza stradale nel continente europeo)

  4. Avatar Gabriele ha detto:

    per come è fatta la legge italiana gli autovelox fissi e mobili sono una cavolata. perché devo segnalarti prima che tra 500 MT c’è un autovelox, così uno ha il tempo di rallentare e subito dopo va a quanto vuole? il limite c’è e se lo superi anche di 1 km orario ti becchi la multa

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