Ci eravamo lasciati a prima delle Festività Natalizie, avevo concluso il mio primo brevetto da 200 km valido per la registrazione alla Paris-Brest-Paris e mi ero concesso qualche gioia a tavola.
Sarebbe interessare capire quanti di noi il primo gennaio diamo una spolverata alla bilancia e ce la infiliamo sotto i piedi. Io alzo la mano! La mia segnava un bel 89 kg. Ma porca… lontanissimi quegli 80 chili pesati a maggio 2022 prima di cimentarmi nella mia primissima randonnée da 600 km che mi avrebbe dato la possibilità di pre-qualificarmi per la Paris-Brest-Paris.
Giusto il tempo di sedimentare il colpo e mi sono infilato in una tabella excel per calibrare il programma di allenamenti e appuntamenti che mi avrebbero permesso di confermare la mia registrazione alla PBP.
Tra i buoni propositi 2023 ho messo in cima alla lista l’arrivare preparato a Parigi.
Il primo appuntamento 2023, tutto digitale, è stata la pre-registrazione, che per colore che si presentavano con un brevetto da 600 km pedalati nel 2022, si è tenuto il 28 gennaio. Mi sono pre-iscritto con il tempo massimo di 90 ore e cancello di partenza alle 18:45 del 20 agosto.
La mia prima randonnée di 300 km (con partenza di notte)
Il mio secondo appuntamento importante si è disputato lo scorso week end con la partecipazione alla The 4 Rando, brevetto da 300 km organizzato da San Zaccaria Bike.
Una delle cose belle del mondo delle randonnée è che si riesce ad avere un contatto sano e genuino con chi organizza. Io alla seconda partecipazione con questa associazione, me la sono fatta un’idea su Graziano. È un esploratore del non convenzionale e le sue tracce, per chi le sa comprendere, diventano quasi dei pezzi d’arte, pensate per mettere a dura prova il partecipante sotto tanti punti di vista. Più soffriamo e più Graziano un po’ ci gode in fondo.


Avrei dovuto capirlo lo scorso anno quando già nel nome stava la sofferenza. Una 600 km chiamata La 1000 di Oriani quasi a portarti nel dubbio fin dal momento dell’iscrizione, con 6.000 mt di dislivello e arrivo in salita su pavè.
Ma veniamo alla 300 km. Partenza da San Zaccaria (RA) alle ore 20:00, che già ci si chiede “Ma perché?”, con i primi 90 km di pianura, al buio, fino a Bologna, per esclamare un successivo “Ma veramente?”.
Ma Graziano ce lo spiega bene, nella mail che anticipa la partenza: “Perché la partenza in notturna? Solo perché adoro pedalare di notte e ho immaginato l’effetto suggestivo che vi trasmetterà costeggiare il colonnato di San Luca completamente illuminato”. Poi continua: “Da San Zaccaria ci si dirige verso San Pietro in Trento, piccola località dove da ragazzino, nei periodi estivi andavo a dare una mano a mia mamma che faceva la postina lì.”. Allora capisci che ciò che per te potrebbe non avere un senso in realtà ce l’ha e a noi non ci rimane che pedalare e provare ad immergerci nel racconto di Graziano.

Ho particolarmente apprezzato il passaggio per Bologna centro, Via del Pratello, un tocco d’artista, noi a piedi, illuminati a giorno, nel bel mezzo della movida a domandarci se eravamo più scemi noi o loro. Il tocco di magia nella voce di una ragazza che a passeggio con il moroso ha genuinamente espresso un “ma quanto siete belli!”.
Poi tempo di timbrare da Bici Pratello gestita da un grandissimo randonneur che in salita va come uno stambecco e su dritti verso San Luca, quella salita epica che nel 2024 vedrà addirittura un arrivo di tappa del Tour de France. Mi sono voluto fermare un istante alla curva Delle Orfanelle per scattare qualche foto e osservare le smorfie di chi era ancora in sella e di chi invece aveva optato per un sano trekking. Bellissima l’immagine di una Vespa che a stento riesce a tenere l’equilibrio nel sorpasso al ciclista.
Poi il drittone della Via Emilia, che odio ciclisticamente parlando, ma che inserita in quel contesto completa il quadro di Graziano. In corrispondenza di Imola abbiamo lasciato la Via Emilia per dirigerci lungo le strade attraversate dal Mondiale di Imola 2020. Impressionante la Via Caduti di Toranello che noi per fortuna abbiamo preso in discesa.
A Faenza era allestito uno dei punti di controllo e ristoro gestito dalla Ginepro ASD una nuova associazione di giovanissimi ed è sempre emozionante vedere dei giovani che sanno apprezzare certe cose nonostante le ore tolte al sonno.



L’ultimo anello l’ho particolarmente apprezzato probabilmente perché già era sopraggiunta l’alba e ho potuto godere del panorama circostante. La salita di Via Cioca con i sui 17 tornanti numerati ci ha portato a Sogliano al Rubicone per poi rimanere un po’ in quota e portarci lentamente a ridiscendere verso la bassa per una strada con delle curve perfettamente disegnate, peccato solo per l’asfalto. Mi piacerebbe cogliere l’occasione per stimolare il Comune di Sogliano al Rubicone nel metterci mano, rifare l’asfalto e promuoverla adeguatamente nel mondo delle due ruote.
Poco meno di 300 km chiusi in poco più di 15 ore e ho capito una cosa: le randonnée vanno pedalate al proprio passo.
Ero partito con l’idea di pedalare in gruppo, assieme a coloro con cui condividerò la logistica per la PBP, e ci sono stato in gruppo fino alla fine, per onorare quell’impegno ma ho pedalato gli ultimi 60 km con il nervoso addosso. Eravamo andati molto bene al brevetto da 200 km ma molto probabilmente è subito dopo che iniziano a venire fuori le differenze: i tempi per le soste di recupero, la cadenza di pedalata, la preparazione atletica alle spalle. Con un pizzico di egoismo è bene fare il proprio passo per limare il tempo passato seduti in sella, il tempo appoggiati sulle spalle e sulle ginocchia e strada facendo si troveranno altri randonneurs con cui affiancarsi e condividere qualche chilometro e sorriso.
Questa 300 km invernale con partenza in notturna mi è servita da test per l’illuminazione e l’alimentazione, altro aspetto da non sottovalutare. Era la prima volta in cui mi trovavo a pedalare una notte intera per ritrovarsi all’alba ad avere ancora 100 km davanti. Il mio corpo mi ha dato buone sensazioni e mi verrebbe da dar credito alle voci dei randonneur esperti che ritengono che il segreto per portare a termine la Paris-Brest-Paris sia di pedalare tutta la prima notte e la giornata successiva, cercando di percorrere più chilometri possibile prima di coricarsi per un’adeguata sosta.
Mi dispiace chiudere questo racconto con un capitolo raccapricciante, ma è doveroso puntualizzare questi fatti.
Dopo soli 14 km dalla partenza un gruppetto di randonneurs è stato superato da un’auto a forte velocità che ha stretto il gruppo con lo scopo di spingerli fuori strada. Non riuscendoci per le capacità di guida dei ciclisti stessi, si è fermato e si è accanito contro il primo di passaggio. Il povero Alberto che si trovava circa ai 30 km/h è stato spinto nel fossato pieno d’acqua a bordo strada. Tutto ciò è successo lungo una strada secondaria a bassissima frequentazione. Io stesso ho notato come le auto in entrambi i sensi passassero ad alta velocità senza il minimo accenno a rallentare nonostante la presenza del gruppo, badare bene, ben disposto in fila indiana (per lo meno parlo del mio), nonostante la notte, le strade dissestate e il bagliore provocato dalle luci di trenta ciclisti.
Ora mi preparo per il prossimo brevetto da 400 km e spero di potervelo raccontare solo con capitoli sereni.
Segnalo che a Bari si tiene il 4 Giugno 2023 la prima Randonnée Bari. Per maggiori informazioni visitare il sito https://www.ciclostoricapuglia.it/randonnee-bari/