Nel 2005 il mio primo viaggio in bicicletta lungo la Corsica. Allora praticavo triathlon vivendo la bici come quella disciplina sportiva che sta tra il nuoto e la corsa, poi amavo arrampicare. Quel viaggio in Corsica ha cambiato un po’ il mio approccio, per la prima volta la bicicletta diventava il mezzo con cui esplorare e andare alla ricerca di alcune pareti da arrampicata, obiettivo i calanchi.
A pensarci oggi mi viene da sorridere perché in quel viaggio avevamo infranto tante delle regole del viaggio in bici “trasportare l’assoluto necessario”, “no allo zaino, sì alle borse laterali”. Zaino in spalla, carico di materiale da arrampicata, partimmo alla ricerca dei calanchi, che li abbiamo anche trovati ma guardandoli dal basso verso l’alto, al primo split ci siamo dovuti arrendere. I 25 metri di corda sono diventati un più o meno comodo cuscino, imbrago e moschettoni della sana zavorra che avrebbe reso più impegnativo il nostro viaggio di 8 giorni.
Erano altri tempi. Oggi organizzo eventi in bicicletta, sono riuscito a fare della mia passione un lavoro. Sono l’organizzatore della Rando Imperator, una randonnée di 600 km, dalla Germania all’Italia, valida come brevetto ACP.
Randonnée o dell’esplorare in bicicletta
Le randonnée sono forse la formula che più soddisfano il desiderio di esplorazione in bicicletta e più incarnano il mio modo di intendere la bicicletta. Purtroppo però nel momento in cui la bicicletta per me è diventata un lavoro ho sempre fatto fatica a pedalare, soprattutto in estate. Sono riuscito a mantenere viva la passione sfruttando i mesi invernali, quelli più freddi e selettivi. Ho avuto la fortuna di avere vicino persone che mi hanno sempre accompagnato nelle varie avventure anche se là fuori il freddo era severo.
Poi l’emergenza COVID-19 ha stroncato l’attività lavorativa e così mi sono rimesso a pedalare tra la primavera e l’estate 2020. Ah che goduria pedalare con il caldo mentre la natura sprizza energia. Avevo deciso: d’ora in avanti mi sarei imposto di continuare a pedalare tutto l’anno. Mi sarei dato degli obiettivi perché sono uno di quelli che ha bisogno di sfide, non ho mai provato gusto nel pedalare solo per mantenermi “sano”, la mia pigrizia è sempre in agguato.
Decido di avvicinarmi alle gesta dai tantissimi che ho sempre visto passare e soffrire durante la Rando Imperator e di darmi come obiettivo finale la leggendaria Paris-Brest-Paris, uno degli eventi più antichi al mondo, che si tiene ogni quattro anni, la prossima edizione nel 2023. Le randonnée sono regolate da un ente che si chiama AUDAX (gli audaci). Ogni nazione ha una sua rappresentanza e un proprio calendario.
Paris-Brest-Paris 2023
La partecipazione alla PBP (Paris-Brest-Paris), data la sua popolarità, è molto selettiva. Nel 2023 sono previsti un massimo di 8.000 partecipanti e ogni nazione ha un numero massimo di randonneurs da poter portare. Per riuscire ad essere al via della PBP bisogna concludere un brevetto nell’annualità precedente, più è alto il chilometraggio del brevetto e prima si apre il cancello per la pre-registrazione. Nell’anno della PBP al fine di poter finalizzare l’iscrizione è necessario concludere almeno 4 brevetti delle seguenti distanze: 200 km, 300 km, 400 km, 600 km. Questo vuole dire che bisogna metterci del tempo, della testa, della dedizione e a me tutto ciò piace davvero molto.
Brevetti intermedi
Sono quindi partito nel 2022, nel mirino un brevetto bellissimo e impegnativo, tra Romagna e Toscana, da 600 km. L’omologazione ottenuta mi permetterà di accedere alla pre-registrazione dal 28 gennaio 2023. Ma nel mentre c’è da pensare ai brevetti da affrontare per poter finalizzare l’iscrizione. Il calendario italiano è partito il 17 dicembre 2022 con la 200 km Randonnée del Solstizio d’Inverno, unica randonnée 2022 valida, in accordo con la Francia, come brevetto qualificante nella stagione 2023.
Decido di partecipare per due motivi, primo perché così facendo mi porto avanti ed è un week end in meno da sacrificare nel 2023; secondo perché la Solstizio è storicamente l’evento in cui si ritrovano i randonneurs italiani per augurarsi Buone Feste.
La Randonnée del Solstizio d’Inverno
Questi 200 km, attorno al Lago di Garda, li avevo percorsi anche lo scorso anno, ma in periodo post-covid era stata organizzata in modalità random, ovvero nell’arco di 24 ore il partecipante poteva scegliere quando partire. Assieme al mio gruppo avevamo scelto di pedalare di giorno per goderci la vista e il tepore del lago. Entusiasta della mia partecipazione avevo scritto un bellissimo post. Non lo avessi mai fatto! Tutti gli amici randonneurs, quelli storici, mi hanno bacchettato dicendo che la vera Solstizio va pedalata di notte. Dai pur!



E così quest’anno ci sono tornato con tutte le preoccupazioni del caso: freddo, buio, ore di sonno. E come mi vesto? Dureranno le luci?
Mi rendevo conto che questa partecipazione avrebbe avuto senso da un punto di vista tecnico per accumulare esperienza sia dal punto di vista dell’equipaggiamento che dal punto di vista di come avrebbe reagito il mio corpo nel pedalare per una notte intera. Elementi che sono sicuro mi torneranno utili al fine di completare la Paris-Brest-Paris.
Ore 20:30 pronti e via!
La notte è stata abbastanza clemente con una temperatura attorno ai 6 gradi se non per gli ultimissimi chilometri verso Arco attorno alle sei del mattino che si è registrato un -1°C.
Il clima era effettivamente di festa. Io stesso ho rivisto con tanto piacere molti di quei volti che negli anni sono transitati per la Rando Imperator.
In 200 km abbiamo incrociato pochissime macchine il che ha reso la pedalata molto fluida e se vogliamo anche molto introspettiva. C’è stato il silenzio e la sicurezza necessaria per potersi ascoltare molto, per pensare molto.




Mi è personalmente mancato il fattore visivo al quale, c’è poco da fare, ci siamo molto abituati. Non ho visto il Lago di Garda con i suoi colori. Non ho visto le limonaie del versante Nord-Ovest, non ho visto la natura attorno alla ciclabile del Sarca, tutti elementi che mi ricordo estremamente affascinanti dall’edizione precedente e che avevano reso la mia pedalata estremamente varia e veloce.
Sono stati quindi 200 km di colpi di pedale, al buio, interminabili.
Ma forse è proprio questo l’insegnamento che ne dovevo ricavare. Pedalare di notte è un’altra cosa ed è una condizione fondamentale del mondo delle randonnée. Un’altra cosa ho imparato che la luce posteriore recentemente acquistata con la durata della batteria fino a 15 ore, si è spenta dopo 4.
Ora è tempo di accumulare un po’ di grasso durante le Feste per essere pronti a smaltirlo nelle pedalate invernali perché a febbraio mi attende il prossimo brevetto da 300 km. E restare in sella verso la Paris-Brest-Paris 2023!
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