Bici

Perché le donne non leggono le riviste di bici?

Perché le donne non leggono le riviste di bici?

Ho avuto l’onore di essere invitata a Eurobike 2024 a Francoforte, la più grande fiera di bici al mondo, per partecipare all’incontro delle donne che lavorano nell’industria della bici, mi è stato chiesto di raccontare quello che facciamo da più di un decennio su Bikeitalia. Con mia grande sorpresa, mi sono trovata in una sala gremita con oltre 250 professioniste del settore, la più ampia platea dalla nascita di questa iniziativa che si chiama “Women in Cycling”.

eurobike women in cycling pinar pinzuti

Di solito nella mia veste da “cycling brainwasher” salgo sul palco per convincere le persone a scegliere la bicicletta per andare al lavoro o per la loro prima vacanza su due ruote. Questa volta, però, il mio pubblico non aveva bisogno di essere convinto a pedalare, ma piuttosto a far sentire la propria voce e a prendere ruoli attivi nel settore, in particolare quello dei media.

Le donne, infatti, sono ancora poco rappresentate nel giornalismo, soprattutto in ruoli di leadership, ancora di più in settori specifici come lo sport e il ciclismo. Secondo l’International Sports Press, oltre il 90% degli articoli sportivi è scritto da uomini, e più dell’85% si concentra sugli atleti di sesso maschile. Questa disparità è evidente anche nelle pubblicazioni ciclistiche, dove i ruoli dirigenziali sono prevalentemente occupati da uomini, influenzando così i contenuti pubblicati e le prospettive rappresentate.

Bikeitalia è nata nel 2013 con una missione chiara: cambiare il volto del ciclismo in Italia. In un panorama editoriale dominato da riviste che parlavano esclusivamente di competizioni, gare, biciclette da corsa e performance sportive, i fondatori hanno deciso di cambiare rotta; invece di concentrarsi sul prodotto in sé – la bici – hanno deciso di concentrarsi sulle persone che la usano. La rivista si rivolge alle persone comuni, ai pendolari, ai cicloturisti e alle famiglie che usano la bicicletta per vivere meglio e inquinare meno, a chi vuole semplicemente vivere meglio. La rivista oggi è gestita da un direttore (un uomo) e da una caporedattrice (una donna), con un mantra ripetuto ogni mattina: “Trasformiamo l’Italia in un Paese ciclabile”.

Sappiamo che per raggiungere questo obiettivo occorre aumentare la sicurezza stradale, investire in infrastrutture di qualità, creare servizi e prodotti che possano aiutare a rendere il paese più ospitale per chi va in bicicletta. Poiché come rivista non abbiamo la possibilità di impattare sulle decisioni politiche e sugli investimenti economici, ci siamo concentrati sul fare advocacy e soprattutto sul convincere più persone a usare meno l’auto e più bici.

Donne in Bici Foto di Silviu on the street da Pixabay
Donne in bici – foto di Silviu on the street da Pixabay

Per farlo, abbiamo puntato a far innamorare della bici anche quel 50% della popolazione che generalmente non la usano: le donne. Perché, come dimostra la quasi totalità delle best practice europee, una volta che avremo convinto loro, tutti gli altri seguiranno.

Uno degli obiettivi concreti di Bikeitalia (qualcuno li definirebbe KPI) è l’aumento del numero di lettrici. Monitoriamo questo dato settimanalmente. Per questo abbiamo dedicato sezioni specifiche alle donne in bici, ai prodotti progettati per le donne e abbiamo offerto informazioni pratiche, ma nonostante tutti gli sforzi, i risultati non erano mai pienamente soddisfacenti.

Un anno fa abbiamo deciso di cambiare strategia. Invece di concentrarci su argomenti legati esclusivamente all’universo femminile, abbiamo scelto di aumentare il coinvolgimento delle donne nella scrittura di articoli e reportage. Oggi, nel nostro team editoriale abbiamo più redattrici che redattori. Non assegniamo articoli specifici: lasciamo che siano loro a scegliere i temi che preferiscono. Scrivono di viaggi, benessere, mobilità urbana, eventi, libri, e conducono interviste con ciclisti e aziende.

Una cosa interessante è che la maggior parte delle nostre redattrici evitano di recensire i prodotti ( bici, componenti, accessori etc). Molte di loro ritengono che i lettori uomini non apprezzerebbero il loro approccio: tendenzialmente mi sento di dire che le donne spesso tendono a concentrarsi più sulla funzione di un prodotto che sul prodotto stesso o sugli aspetti tecnici. Quando le persone capiscono come un oggetto può migliorare la loro vita o risolvere un problema, ne percepiscono un valore maggiore.

Oggi su Bikeitalia ogni giorno vengono pubblicate notizie, articoli e racconti su mobilità urbana, benessere in bicicletta, viaggiare e imprenditoria firmati da donne.

Il risultato? Oggi il 26,5% dei nostri lettori sono donne, e il nostro obiettivo per il trimestre in corso è di portare questo numero al 30%. E sappiamo che prima o poi arriveremo al 50%.

Ora chiedo a tutte voi che siete arrivate fin qui nella lettura: Cosa vorreste leggere in una rivista di bici? Aiutateci a diventare un esempio per le altre riviste di bici e ciclismo.

Commenti

  1. Franca ha detto:

    Vorrei leggere riviste di bici dove sono descritte e testate bici adatte a donne con fisici minuti, le caratteristiche e le prestazioni di bici in taglia M o L testate e analizzate da uomini mi aiutano poco ad orientarmi sul mercato e la lettura diventa frustrante, tanto poi se vado a cercare la bici con le meravigliose caratteristiche descritte non la troverò in negozion nelle misure di cui ho bisogno.

  2. Loretta ha detto:

    ciao Pinar!
    mi piacerebbe leggere
    – esempi virtuosi di amministrazioni illuminate (su ciclabili e incentivi)
    IN ITALIA

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