Le recenti dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini sulla riduzione della mortalità stradale (autoattribuita al nuovo Codice della Strada promosso da lui, ndr) hanno sollevato forti polemiche da parte di oltre 30 Associazioni impegnate nella sicurezza stradale. Secondo le organizzazioni, le parole del Ministro, che ha parlato di una presunta riduzione del 25% dei morti sulla strada dopo l’entrata in vigore della riforma del Codice della Strada, sono fuorvianti e rischiano di nascondere problemi ben più gravi.
“La toppa del Ministro Salvini sui dati di mortalità stradale è peggiore del buco”, affermano le Associazioni* in una nota congiunta pubblicata sul sito codicedellastrage.it. Una critica severa che punta il dito sull’uso di dati incompleti e non verificati. “Si metta al lavoro per fornire dati affidabili e riveda le posizioni obsolete e dannose della riforma”, continuano le organizzazioni, richiamando l’attenzione su un tema fondamentale: la sicurezza stradale non può essere trattata con leggerezza, né tanto meno con dati parziali.
I dati sui morti non possono essere strumentalizzati
La questione dei dati sulla mortalità stradale è al centro della polemica. Il Ministro Salvini ha affermato che la riforma avrebbe portato a una diminuzione del 25% delle vittime in sole due settimane, ma le associazioni non solo mettono in dubbio l’attendibilità di queste statistiche, ma anche la tempistica di tali affermazioni. “Pur essendo presto per qualunque valutazione, sui dati di mortalità stradale non si gioca”, dichiarano le associazioni, sottolineando che si tratta di numeri estremamente complessi da analizzare, e che non possono essere utilizzati per fini politici senza il dovuto rigore scientifico.
In effetti, i dati sulla sicurezza stradale devono essere trattati con grande cautela. La mortalità stradale non dipende esclusivamente dalle leggi e dalle riforme introdotte, ma da una miriade di fattori, tra cui comportamenti dei conducenti, condizioni delle strade, e la presenza di infrastrutture sicure per ciclisti e pedoni. Utilizzare statistiche in modo superficiale può distorcere la realtà e, peggio ancora, distogliere l’attenzione dai veri problemi strutturali.
L’importanza di maggiori controlli e risorse dedicate
Le Associazioni non si limitano a contestare i dati, ma criticano anche la gestione delle risorse destinate alla sicurezza: “Appare fuori luogo l’accusa di svilire l’opera delle Forze dell’Ordine, quando da tempo si chiedono maggiori controlli e soprattutto maggiori risorse”, si legge nel comunicato. Un invito a un cambiamento di rotta che va oltre l’analisi dei numeri, per arrivare alla concretezza delle politiche pubbliche.
Il vero cambiamento nella sicurezza stradale, infatti, non si ottiene solo con la promulgazione di nuove leggi, ma con un impegno continuo nel miglioramento delle infrastrutture, l’adozione di tecnologie moderne per il controllo della velocità e, soprattutto, con un aumento delle risorse per le Forze dell’Ordine. Senza un adeguato supporto alle autorità competenti, i risultati desiderati potrebbero rimanere lontani.
Riforma del Codice della Strada: un’occasione persa?
Il comunicato delle associazioni si concentra anche sulla riforma del Codice della Strada, accusata di aver perso un’opportunità importante per fare veramente la differenza nella sicurezza stradale: “La riforma del Codice della Strada ha perso un’occasione per dare all’Italia politiche reali sulla sicurezza stradale e ha ignorato tutte le richieste delle Associazioni delle Vittime”, è il duro giudizio delle organizzazioni.
L’impossibilità di rivedere seriamente la velocità massima nelle aree urbane e la mancata attenzione alla mobilità attiva, come quella ciclabile, sono punti chiave di una riforma che, secondo le associazioni, è lontana dalle reali necessità. I tagli ai finanziamenti per la sicurezza stradale e le difficoltà incontrate nelle politiche relative alla mobilità attiva sono altrettanto preoccupanti.
“In Italia muoiono tre quarti delle vittime in ambito urbano, dove il rischio è molto più alto e le soluzioni per mitigarlo dovrebbero essere una priorità”, evidenziano le associazioni, sottolineando la necessità di interventi mirati nelle città. La sicurezza delle strade urbane, infatti, è un tema cruciale per ridurre il numero di vittime, e ciò richiede politiche che favoriscano la moderazione della velocità e la protezione dei ciclisti e dei pedoni.
Posizioni obsolete affossano prevenzione e mobilità attiva
Le associazioni chiedono un cambiamento radicale nelle politiche sulla sicurezza stradale: “Esortiamo il Ministero dei Trasporti a rivedere le posizioni obsolete dell’intera riforma del Codice della Strada, che affossano la prevenzione e la mobilità attiva. Si aggiorni e lavori per una riscrittura, ancora aperta dalla delega al Governo, e per rivedere i decreti, intervenendo sulla velocità, grande assente e maggiore responsabile dei morti. Saremo felici quando vedremo ridursi la mortalità anche in Italia, come avviene già in altri Paesi con ben altre politiche e approcci al problema”, concludono.
Un appello che non riguarda solo la revisione dei dati, ma anche una riflessione profonda sulle politiche da adottare per ridurre davvero la mortalità stradale in Italia.
Le Associazioni per la sicurezza stradale contro Salvini
I numeri sulle vittime stradali sono allarmanti, ma non possono essere usati come strumento politico. La sicurezza stradale richiede un impegno serio e continuativo, basato su dati concreti, politiche efficaci e una visione lungimirante, che metta davvero al centro la protezione della vita umana. L’Italia – come sottolineano le Associazioni aderenti alla Piattaforma “Stop al Codice della Strage” e firmatarie della nota congiunta – ha bisogno di un cambiamento radicale nel modo di affrontare la questione, prima che i numeri diventino una macabra routine.
*Le Associazioni:
- Movimento Diritti dei Pedoni APS
- FIAB Onlus
- Fondazione Michele Scarponi Ets
- Legambiente Onlus
- Clean Cities Campaign
- Bike4City
- Rete Vivinstrada
- Genitori ECOattivi
- Odissea Quotidiana
- Hub.MAT APS
- Salvaiciclisti Roma
- Modena30
- Pesaro30
- Pescara30
- Napoli30
- Sai che puoi? APS
- Ciclomobilisti
- CUB Ciclisti Urbani Baresi
- AIFVS Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada APS
- Fondazione Luigi Guccione Ente Morale
- Marco Pietrobono Onlus
- Angeli Sconosciuti – no profit
- AdQ Collina della Pace ODV
- Insieme per Fabrizio APS
- ACRSD Davide Marasco
- Alina Art Foundation
- Associazione Dorothy Dream
- Fondazione Matteo Ciappi
- Fondazione Claudio Ciai
- Associazione Massimo Massimi
- Associazione Manuel Biagiola
- Associazione Sonia Tosi ODV
- Associazione Antonio nel cuore
- Associazione Andrea Nardini APS
- Associazione Per le Strade della Vita
- Rose Bianche sull’Asfalto
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