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Pedalate in Faccia | Addio Sara Piffer: vittima di un omicidio senza ragione

Pedalate in Faccia | Addio Sara Piffer: vittima di un omicidio senza ragione

Addio Sara Piffer, addio alla tua vita ancora tutta da vivere.

Non nascondiamo dietro parole di circostanza quello che è stato e come deve essere chiamato: un omicidio per futili motivi. Anzi, per motivi inesistenti.

Non era drogato, non era ubriaco, non guardava il cellulare, non era un ragazzino inesperto: era un normale, normalissimo automobilista, come tanti di noi; vorremmo che almeno questo fosse chiaro al ministro dei Trasporti e alla sua inutile riforma del Codice della Strada.

Così ‘normale’ da ritenere che sia diritto naturale di ogni automobilista poter raggiungere sempre la velocità che vuole tenere, e che in nome di questo diritto si possa ‘normalmente’ accettare il rischio di compiere azioni azzardate, come è stato il sorpasso che ha ucciso Sara (“Avevo il sole contro…”, avrebbe detto l’autista, come se fosse una giustificazione e non un’aggravante).

Gli economisti, quando ragionano di sicurezza stradale, da una parte mettono i malefici della riduzione della velocità, cioè i maggiori tempi di percorrenza, e dall’altra i benefici che se ne traggono, cioè i minori incidenti, e già questo – tempo perso in un viaggio contro tempo perso per sempre – è difficile da accettare.

Ma qui, nel bilancio dello sciagurato che ha ucciso Sara, cosa c’era in gioco? Da una parte c’è la soddisfazione della smania di non stare dietro a un’automobile più lenta (ma non quella di arrivare una manciata di secondi prima, dato che al semaforo successivo si sarebbe dovuto fermare); dall’altra parte, invece, non c’è più Sara.

Non servono esperti, economisti, burocrati del ministero e ministri per capire cosa fare: le parole più giuste e più chiare le ha dette Francesco Moser: “Bisogna andare piano, sempre”. E questo per una sola, semplice, umanissima ragione: non uccidere.

Addio, Sara Piffer, morta senza ragione alcuna: è la morte peggiore.

Leggi anche: Funerali di Sara Piffer: l’addio di Palù di Giovo alla giovane ciclista trentina

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Commenti

  1. Fabio ha detto:

    giustizia per Sara

  2. Marcello Anglana ha detto:

    Concordo. Quasi ogni giorno rischio la vita per colpa di idioti che guidano l’auto! 😡
    Anche oggi! Poche ore fa, rientrando a casa dal lavoro, ho incrociato un automobilista su un attraversamento ciclabile: lui guardava, sì, ma solo a sinistra! Peccato che io arrivassi (a velocità moderata, dopo aver segnalato e con tutte le luci accese) da destra! 😳😡
    Invito tutti a riflettere che, spesso, questo tipo di incidenti, sono causati da persone “normali”: potreste essere anche voi se non state attenti o correte troppo! Spesso non sono drogati o alcolizzati!
    A me è andata bene, a questa ragazza no!

  3. claudio maria ha detto:

    Se da anni vengono proposte leggi e non vengono accettare, a qualcuno la colpa la dobbiamo dare o no? Se ogni anno muiono piu’ di 500 persone tra ciclisti e pedoni, e lo stato non fa niente per togliere questa emorragia, a chi dobbiamo chiedere una legge sul rispetto dell’utente piu’ debole? Mi dica lei che difende il ministro delle cause perse?

  4. Rider1050 ha detto:

    Articolo fazioso e in gran parte insensato.
    Sara non ce la riporta indietro nessuno, l’autista va condannato in maniera esemplare (vedremo…) e per me si può buttare la chiave, ma tirare in ballo l’etica e il Ministro con la sua riforma è una pagliacciata.
    La responsabilità penale è sempre INDIVIDUALE, non serve essere giuristi.

  5. Simone ha detto:

    Se hai il sole contro, non sorpassi.

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