Oggi, lunedì 27 gennaio 2025, Palù di Giovo si ferma per dare l’ultimo saluto a Sara Piffer, la giovane ciclista di 19 anni tragicamente scomparsa lo scorso 24 gennaio a seguito di una collisione stradale durante un allenamento a Mezzocorona. Alle 15 la cerimonia funebre nella Chiesa Parrocchiale del paese, con la partecipazione di amici, parenti e membri della comunità, tutti ancora molto scossi per l’accaduto e uniti per ricordare una vita spezzata troppo presto.
Una comunità in lutto
L’intera Palù di Giovo, paese di grandi nomi del ciclismo come Francesco Moser e Gilberto Simoni, si stringe attorno alla famiglia Piffer. Da venerdì scorso, un flusso continuo di amici, conoscenti, atleti e rappresentanti del mondo del ciclismo ha fatto visita alla camera ardente allestita nella sua abitazione in via San Michele. Tra i primi ad arrivare, anche Gibo Simoni, simbolo dell’orgoglio ciclistico locale.
La giovane Sara, descritta come un esempio di passione e dedizione, sarà accompagnata nel suo ultimo viaggio indossando la maglia della vittoria ottenuta a Corridonia il 12 maggio scorso, un successo che aveva dedicato a Matteo Lorenzi, un giovane ciclista scomparso pochi giorni prima di quella gara.
L’investimento mortale e l’inchiesta
Sara stava pedalando insieme al fratello Christian lungo una strada secondaria tra Mezzocorona e Mezzolombardo quando un automobilista l’ha travolta durante un sorpasso. Nonostante i tentativi disperati di rianimarla, per Sara non c’è stato nulla da fare. Il conducente, risultato negativo all’alcoltest e non accusato di eccessiva velocità, è indagato per omicidio stradale. L’evento riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale per i ciclisti e sulle responsabilità di chi guida.
Le reazioni del mondo del ciclismo
Il presidente della Federciclismo, Cordiano Dagnoni, ha espresso parole di cordoglio, denunciando la mancanza di interventi concreti per la sicurezza di chi pedala: “È il momento di dire basta. La sicurezza stradale deve diventare una priorità”. Anche il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha promesso iniziative concrete, sottolineando che “le norme non bastano se non accompagnate da una cultura del rispetto e della responsabilità”.
I funerali di Sara Piffer: un addio che lascia il segno
Palù di Giovo oggi non è solo un paese in lutto, ma un simbolo della battaglia per la sicurezza sulle strade. Tra i tanti messaggi di cordoglio, spiccano quelli di figure come l’ex ciclista Maurizio Fondriest e Marco Cavorso, delegato sicurezza dell’ACCPI, che invitano a lottare affinché tragedie come questa non diventino la normalità.
“Il mio pensiero va a Sara e alla sua famiglia, costretta ad affrontare questo momento così ingiusto. Perdere un figlio è un dolore immenso, in queste circostanze diventa insopportabile. Non dobbiamo perdere la forza di lottare perché tutto questo non diventi mai la normalità”, dichiara Fondriest.
“Loro, gli Invincibili. Oggi qualcuno ha ucciso Sara, come Tommy, come Nicola, come centinaia di ragazzi e ragazze che pedalavano nella nostra Italia. Sorpasso in contromano e l’omicidio è servito. Loro sono gli Invincibili. Non esiste cartello, norma o campagna d’informazione che possa batterli. Perché uccidere un ragazzo o una ragazza solo per risparmiare qualche secondo del proprio tempo è Invincibile”, scrive Cavorso.

E oggi, in occasione dei funerali di Sara Piffer – diciannovenne promessa del ciclismo investita da una persona alla guida di un’auto – le Associazioni aderenti alla piattaforma “Stop al Codice della Strage” hanno condiviso una card con i loro contatti con l’ultima frase pronunciata da Sara in risposta al padre, prima di uscire per quella che sarebbe stata la sua ultima pedalata: “Noi stiamo attenti, speriamo lo siano anche gli altri”.
L’immagine di apertura relativa alla vittoria di Sara Piffer a Corridonia a maggio 2024 è di Giuseppe Baiocco – Ciclomarche
Da amatore praticante al ciclismo su strada, condanno automilisti,corrieri,mezzi
pesanti di qualsiasi tipo,perché non sono
minimamente consapevoli delle tragedie
che abitualmente fanno ogni giorno,
sapendo che non ci sono controlli da
parte del sudetto minstero,quidi alla gogna il ministro dei trasporti e dieci anni di
reclusioni chi provoca danni a pedoni e
ciclisti,e lavori fozati per il mantenimento
di tutte le strade