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Basilicata in bici: dalle Piccole Dolomiti Lucane ai Calanchi

Basilicata in bici: dalle Piccole Dolomiti Lucane ai Calanchi

Dalla pietra arenaria delle Piccole Dolomiti Lucane al paesaggio lunare dei Calanchi: siamo nel cuore della Basilicata, dove paesaggi senza tempo ospitano borghi ricchi di storia e di fascino. Il percorso in bicicletta è impegnativo, con i suoi 56 km e un dislivello in salita di oltre mille metri, ma con il supporto di un’e-bike può essere affrontato anche da gambe poco allenate.

Castelmezzano e Pietrapertosa, tra i “borghi più belli d’Italia” nel cuore delle Piccole Dolomiti Lucane

Si parte da Castelmezzano, a una trentina di chilometri da Potenza, annoverato tra i “borghi più belli d’Italia” con il suo intricato groviglio di viuzze e scalinate scavate nella roccia. Il borgo attrae i più temerari per il “volo dell’angelo”, un percorso “aereo” che consente di raggiungere il vicino borgo di Pietrapertosa imbracati e agganciati a un cavo d’acciaio, a una velocità di circa 130 chilometri orari. Negli anni, tra le vette dolomitiche, si sono aggiunte attività en plein air come il Ponte Nepalese, lungo 72 metri, che collega i due punti di partenza della Via ferrata delle Dolomiti divisa in due tratti: la via ferrata Salemm, sul versante di Castelmezzano, e la via ferrata Marcirosa, sul versante di Pietrapertosa.

Molto suggestiva è una particolare scala scavata nella roccia, la Gradinata Normanna, che con i suoi 54 gradini un tempo portava al posto di vedetta dell’antico castello normanno svevo di Castrum Medianum.
Castelmezzano è anche protagonista dei riti arborei, antichissimi rituali derivanti dalla commistione tra culto pagano e cristiano, fortemente legati al concetto di fertilità della natura e dell’uomo. Avviene, così, la “Sagra du Masc”, ovvero la celebrazione del matrimonio tra un tronco di cerro, che rappresenta la parte maschile, e una cima di agrifoglio, che simboleggia la sposa. Tra canti e balli tradizionali gli “sposi” vengono condotti da buoi nel centro del paese.

In bici tra le Dolomiti Lucane

L’itinerario prosegue con una salita di circa 8 km, immerso nel maestoso paesaggio del Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti, tra fitti boschi, gole scavate dai numerosi corsi d’acqua e vette dalle strane forme che ricordano sagome di animali. A circa 18 km da Castelmezzano si erge incastonato nella roccia Pietrapertosa, il comune più alto della Basilicata, anch’esso insignito del titolo di “borgo più bello d’Italia“.
E proprio sul punto più alto del borgo sorge il Castello Normanno Svevo, risalente all’XI secolo, da cui si gode una vista che abbraccia l’intero paesaggio delle Dolomiti Lucane. Da non perdere il suggestivo quartiere dell’Arabata, un susseguirsi di casette incastrate l’una nell’altra di origine araba, raggiunte da vicoli ciechi e in salita scolpiti nella roccia, che si accendono come un presepe al calar del sole. La Basilicata è anche terra di antichi sapori della tradizione contadina e a Pietrapertosa non mancano piatti tipici come la rafanata, una frittata a base di rafano e pecorino o la pasta con mollica fritta e noci tritate. Tra i dolci figurano Ie scrippelle e le fazzemole, ottenute da un impasto che viene fritto e cosparso di zucchero, con l’aggiunta di miele nelle seconde.

Verso i Calanchi lucani, “sculture” di argilla

Balcone sui Calanchi

Si prosegue tra i cerri secolari del bosco di Montepiano prima della discesa che conduce a Cirigliano, uno dei borghi più piccoli della Basilicata. Edificato interamente in pietra, estratta dalla vicina cava, Cirigliano è un luogo accogliente e tranquillo dove concedersi una sosta per degustare i sapori del territorio, dal pregiato olio di Majatica agli ottimi formaggi e i salumi come la salsiccia “pezzente”, con cui vengono conditi i tradizionali cavatelli, rigorosamente tirati a mano, o ancora la “ciaudedda”, zuppa a base di fave, carciofi e patate.

Un tratto da percorrere in pianura precede i Calanchi, piccole catene montuose costellate di pinnacoli e guglie d’argilla, creati dall’erosione millenaria del sole e dell’acqua piovana che scavando nella roccia ne delineano la particolare conformazione. E il paesaggio che si mostra appare così lunare e quasi ancestrale ricordando in alcuni tratti la Cappadocia. Da sempre ha ispirato registi cinematografici ed illustri scrittori, tra cui Carlo Levi, che ne descrisse l’insolita bellezza nel capolavoro “Cristo si è fermato a Eboli”.

Aliano, il paese dei Calanchi tra letteratura e leggende

Il borgo di Aliano

Una ripida salita conduce verso il punto di arrivo dell’itinerario: Aliano. Il piccolo borgo, arroccato su un costone di argilla, ospitò durante l’esilio del periodo fascista il celebre scrittore piemontese, cui è stato reso omaggio con un parco letterario.
A rendere intrigante questo borgo, che si affaccia su profondi canyon, cattedrali d’argilla e precipizi, contribuiscono anche le leggende e la superstizione popolare che ancora aleggiano tra i suoi vicoletti. Pare, infatti, che le sembianze di volti umani che caratterizzano le facciate delle case, ad esempio la Casa del Malocchio, allontanerebbero gli spiriti cattivi e maligni. Anche Aliano vanta un ricco patrimonio di ricette della tradizione con i ferricelli, una pasta tirata a mano che viene condita con un ragù di cotica e carne di maiale, pecorino e rafano, e gli gnummareddi, interiora di agnello e capretto cotti alla brace.

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