Come possono i Comuni incentivare il Bike to school?

Da 6 anni ormai il Bike to School riempie di biciclette, allegria, civiltà e buonsenso le strade di Roma e di altre città, l’ultimo venerdì del mese (e in alcuni casi anche più frequentemente), e spiega a grandi e piccoli, con la forza dell’esempio, che la bici è un ottimo mezzo di trasporto per andare a scuola, anche in città caotiche e trafficate come Roma.

Il Bike To School diffonde la cultura della bici fra i più piccoli, fa bene alla salute, costituisce un primo passo verso l’autonomia dei ragazzi, contribuisce alla costruzione di reti sociali, e incentiva l’uso della bicicletta anche fra gli adulti, costituendo un veicolo di formidabile efficacia per la promozione di buone pratiche di mobilità sostenibile.

Dal 27 settembre 2013, grazie all’attivismo di centinaia di persone fra genitori, bambini e volontari che hanno partecipato in decine di scuole a questa iniziativa, molti gruppi di genitori e bambini si sono avvicendati: alcune nuove scuole aderiscono al movimento e chiedono consigli per poter cominciare mentre altre scuole hanno abbandonato l’iniziativa nel momento in cui sono mancati i gruppi di genitori promotori, ma anche per la delusione dovuta alla mancanza di segnali più chiari di incoraggiamento da parte delle istituzioni.

Invitiamo dunque i Comuni ad incentivare il Bike to School, attraverso iniziative concrete come:

1. Disegnare bike-lanes (o ciclabili separate ove necessario) lungo i percorsi Bike to school: la sicurezza è il primo elemento che avvicina un bambino (e soprattutto il genitore) all’utilizzo della bici nel percorso casa-scuola.

2. Chiudere al traffico le strade delle scuole e/o realizzare sperimentazioni di zone 30 e/o attuare limitazioni temporanee in orari di entrata e uscita ove non possibile: invitiamo tutti i comuni ad aderire alla Campagna Strade scolastiche www.stradescolastiche.it

3. Attivare e sensibilizzare i mobility manager scolastici, sensibilizzare presidi e consigli di istituto affinché collaborino alla divulgazione dell’iniziativa: la collaborazione di Presidi e insegnanti può essere molto utile a favorire il parcheggio interno delle bici e alla divulgazione dell’iniziativa.

4. Inserire rastrelliere in tutte le scuole, possibilmente al sicuro: è un costo minimo ma è un elemento fondamentale.

5. Segnalare con cartelli e altra segnaletica verticale e orizzontale molto evidenti il passaggio di bambini in bici: si può studiare una segnaletica apposita, magari anche chiedendo la collaborazione delle classi nell’ideazione, ad esempio.

6. Fare una campagna di comunicazione e sensibilizzare la cittadinanza con materiali di comunicazione per i bambini: adesivi, bandierine, fratini, campanelli, caschi, magliette con il logo BTS. Gli incentivi sono sicuramente di aiuto.

7. Promuovere forme di incentivazione attraverso giochi e competizioni virtuose tra scuole: concorsi e competizioni aiutano anche le persone più diffidenti a provare.

8. Premiare le scuole che finora si sono impegnate: un Comune che ringrazia con un riconoscimento chi si impegna da tempo e limita il proprio impatto ambientale è sicuramente un incentivo alla partecipazione.

Per ulteriori info scrivete a [email protected]

Commenti

  1. Avatar Felice Celestino ha detto:

    Grazie . Mi riferivo al linguaggio degli scritti del sito e alla tendenza di ritenere l’inglese la lingua più adatta per comunicare . Un bambino di quinta della primaria, ma anche un ragazzo di terza media,oppure la loro madre casalinga , sa cos’è un ” mobility manager ” ? Non considerarla una critica, ma uno spunto di riflessione . Buon lavoro.

    1. Avatar Giovanni ha detto:

      Felice, non sottovalutare i bimbi delle primarie…è molto probabile che conoscano il significato di questi termini inglesi, più di quanto credi…come dici tu, l’inglese è ” ….la lingua del paese dominante del Pianeta…” e che piaccia o no è anche la lingua dominante in Europa (e oltre) . Fortunatamente viene insegnata nel nostro paese, anche se in ritardo di qualche anno, già dalle scuole primarie e addirittura un infarinatura molto orientata al “gioco” è già pensata per le scuole dell’infanzia. Ignorare o rifiutare il fatto che conoscere l’inglese è fondamentale ai nostri tempi non è un atteggiamento al passo coi tempi…

  2. Avatar Felice Celestino ha detto:

    Questo sito sembra allestito per utenti residenti a Piccadilly Circus : parole e intere frasi in lingua inglese . L’autore è sicuramente un 30enne che vuole fare sapere in giro che ha viaggiato – soprattutto in paesi di lingua inglese – cioè è giovane , modero e aggiornato . Dimentica -però- che scrive per lanciare un messaggio a qualcuno e che questo messaggio potrebbe essere importante , se viene recepito. Dare per scontato che il lettore conosca perfettamente la lingua del paese dominante del Pianeta e i relativi modi di dire , mi sembra una ingenuità che potrebbe costare cara, perché inascoltata , o rifiutata .

    1. Paolo Pinzuti Paolo Pinzuti ha detto:

      Caro Felice, mi permetto di far notare che gli unici lemmi stranieri presenti nell’articolo sono “bike to school” e “mobility manager”. La conoscenza perfetta (o anche approssimativa) della lingua inglese è altra cosa.

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