Come risparmiare e guadagnare per finanziare un viaggio in bici

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Da un po’ di anni a questa parte sono sempre di più i cicloviaggiatori che hanno deciso di mollare tutto, almeno per un po’ di mesi, e partire in bicicletta alla scoperta del mondo. I loro racconti e le loro fotografie ci tengono con gli occhi incollati al monitor, a volte sono la spinta per qualcuno a prendere una decisione simile, ma in molti altri casi provocano una reazione che è più o meno la seguente: “sì ma come fate con i soldi? Beati voi che non dovete lavorare“.

In realtà questi cicloviaggiatori non sono milionari, ma in qualche modo si organizzano. In questa guida cerchiamo di elencare, anche con il consiglio di qualcuno di loro, tutti i modi per risparmiare e guadagnare per viaggiare il più a lungo possibile. Molti dei consigli sono validi per un qualsiasi viaggio, non per forza in bicicletta.

Viaggiare dove la vita costa poco

E’ evidente che il risparmio è alla base di ogni lungo viaggio, in bicicletta o meno. E il costo della vita dei paesi attraversati incide più di ogni altro fattore nella spesa totale. Per questo converrebbe pedalare il meno possibile in Europa Occidentale, Australia e Stati Uniti. Chi dall’Italia è diretto in Asia, può considerare l’ipotesi di prendere un traghetto per la Grecia e ritrovarsi dopo pochi giorni in Turchia, dove la vita costa già molto meno.

Evitare spostamenti aerei

Nonostante la crescita esponenziale delle compagnie e delle tratte low-cost, l’aereo è ancora un mezzo di trasporto costoso, per cui è bene evitarlo il più possibile, a meno che non ci siano alternative. Ad esempio, viaggiando dall’Europa all’Asia potete fare a meno di voli aerei se non quello di ritorno. Scegliere il treno per tragitti medio lunghi inoltre permette di gustare il paesaggio dal finestrino ed ha un impatto ambientale molto minore di un aeroplano.

Come dormire gratis o a poco prezzo

L’alloggio è una delle voci che influisce maggiormente nel bilancio di un viaggio, ma le soluzioni per risparmiare non mancano e risparmiando sull’alloggio si riesce a viaggiare anche in paesi con costo della vita medio-alto.
Couchsurfing: è il più grande portale di ricerca e offerta ospitalità in tutto il mondo. Grazie al diffondersi di internet Couchsurfing è arrivato quasi in ogni angolo del pianeta, non solo nelle grandi città.
Warmshowers: in poche parole è un Couchsurfing per soli cicloviaggiatori. Il funzionamento è lo stesso, ma essendo più giovane come sito web ed essendo i cicloviaggiatori una piccola parte di tutti i viaggiatori, non ha i numeri del primo.
Per trovare più facilmente ospitalità tramite questi due siti è bene avvisare chi vi accoglie con un po’ di anticipo e ovviamente disporre di una connessione internet per un contatto, ma gli internet point ormai sono quasi ovunque.
Campeggio: tenda, sacco a pelo e stuoino non dovrebbero mai mancare sul portapacchi di ogni cicloviaggiatore impegnato in una lunga traversata. Spesso il campeggio non è solo una necessità ma un vero piacere: cosa c’è di meglio infatti di una stellata in una campagna isolata vista dalla propria tenda?
Ospitalità in casa: se non si ha una connessione internet per contattare in tempo qualche utente di Couchsurfing o Warmshowers, o semplicemente se non ve ne sono nel luogo di passaggio, trovare ospitalità presso casa di qualcuno non è poi un’impresa. Magari chiedendo semplicemente di montare la tenda nel giardino, ma vedrete che molte volte otterrete di più, la bicicletta suscita simpatia e i cicloviaggiatori sono in genere sempre ben accolti.
Aeroporti e stazioni: aeroporti, stazioni dei treni e dei pullman sono in genere dei buoni posti per alloggiare gratis: il più delle volte sono aperti tutta la notte, c’è via vai di persone quindi non sono luoghi isolati e sono al coperto da eventuale tempo inclemente.
Soluzioni di fortuna: ogni paese nasconde le sue soluzioni di fortuna per alloggiare gratis la notte, si tratta solo di scoprirle dopo qualche giorno di esplorazione. Personalmente, in Turchia ho dormito gratis quasi sempre nelle “mescid”, delle stanzette dedicate alla preghiera nelle stazioni di servizio (benzinai). Molti ne hanno una, la notte sono inutilizzate e nessuno fa problemi a metterle a disposizione; in Sardegna ho dormito nelle case cantoniere dismesse lungo la strada orientale; nei Balcani nelle tantissime case ed edifici abbandonati.

Dopo aver limitato il più possibile le proprie uscite, ecco qualche idea per rifocillare il conto corrente durante il viaggio.

Realizzare un sito web

Lanciare un blog/sito web per promuovere il vostro viaggio in bici è un’ottima idea per i seguenti motivi:
è un ottimo biglietto da visita per convincere coloro a cui chiedete ospitalità: non dovrete spiegare ogni volta chi siete e da dove venite ma basta segnalare il vostro sito.
potete cercare sponsor. Ottenerli non è facile, tutt’altro, ma spesso le aziende forniscono ai cicloviaggiatori materiale gratis o sconto sugli acquisti in cambio di un banner o di una menzione sul sito web. Come trovarli? Semplice…fatevi un giro sui siti di altri cicloviaggiatori e prendete appunti. Ovviamente vi dovrete adoperare per far conoscere il sito (facendo una sorta di ufficio stampa), e per rendere interessante il vostro racconto a chi vi legge ed eventualmente a chi vi finanzia.
potete implementare un bottone “donazione”. Molti siti e blog di cicloviaggiatori hanno da qualche parte un box per effettuare una donazione PayPal per sostentare il viaggio. Certo, è bene sempre contare sulle proprie forze, ma se renderete il vostro reportage speciale ci saranno persone disposte ad aiutarvi a portare a termine la vostra impresa anche con un piccolo aiuto.

Legare il viaggio ad una iniziativa di beneficenza

Legare un viaggio in bicicletta ad una iniziativa di beneficenza? Qualcuno potrà storcere il naso, ma non è un segreto che questa sia una via abbastanza comune per rimediare qualche sostentamento. In pratica chi viaggia dona una parte delle donazioni ricevute in una di queste iniziative e le persone hanno così un motivo in più per partecipare al finanziamento dell’impresa, sostenendo un viaggio e insieme una buona causa.

Lavorare online

Nell’epoca di internet le soluzioni per guadagnare online non mancano. Non fatevi incantare da chi promette soldi facili e subito, ma informatevi bene su tutte le possibilità. Eccone qualcuna.
Lavorare come traduttore freelance: conoscete l’inglese e magari un’altra lingua? Online ci sono diversi siti dove traduttori freelance offrono lavoro e molte aziende si rivolgono a loro poiché in genere sono meno costosi di una agenzia professionale. Un sito abbastanza famoso è Odesk.com. Ma non l’unico.
Proporre dei reportage a riviste online e cartacee specializzate. Se scrivete bene fatelo, se lo sapete fare scattate foto, realizzate video, e poi mandate mail proponendo il vostro materiale. Magari qualcuno vi noterà, apprezzerà il vostro lavoro e deciderà di finanziare una parte del vostro viaggio.

Spendere le proprie competenze: di cosa sei esperto?

Sapete dipingere? O imbiancare, potare, fare siti web, cucinare, riparare biciclette, fare i giocolieri, suonare o avete qualsiasi altra competenza? Spendetela! Parlate con le persone del posto, fatevi conoscere e dite loro cosa sapete fare: magari c’è qualcuno più vicino di quanto pensiate che ha proprio bisogno di voi.

Parola ai cicloviaggiatori

leoLeonardo Corradini e Veronica Rizzoli (www.lifeintravel.it): Durante i dieci mesi in Asia, come spesso accade in lunghi viaggi, abbiamo cercato di limitare al minimo le spese, affidandoci invece ad ogni possibile forma di guadagno. Nel nostro caso ci eravamo imposti un budget giornaliero di 12€ (nel sudest asiatico non è così basso) e se un giorno si sforava, si recuperava il giorno successivo dormendo in tenda nella natura e cucinando con il fornelletto.
La principale fonte di sostentamento era il conto corrente italiano, rimpinguato lavorando un paio d’anni in Italia prima della partenza, ma per guadagnare qualcosina durante il viaggio abbiamo sfruttato internet, scrivendo alcuni articoli e guide di viaggio e non solo: il compenso era davvero esiguo ma sufficiente per pagare alcuni extra e ci ha permesso di volare nel Borneo.
Ci siamo anche dedicati alla fotografia stock ma con scarsi risultati.

danieleDaniele Carletti & Simona Pergola (www.becycling.net): Avevamo entrambi dei contratti a tempo determinato che non abbiamo rinnovato per compiere un giro del mondo in bici di 4 anni. Abbiamo messo da parte i soldi per questo progetto da tre anni. Alcune aziende hanno creduto in noi offrendoci del materiale, agevolandoci nell’acquisto dei prodotti oppure dispensando preziosi consigli. Stiamo avviando una campagna di crowdfunding assieme alla possibilità di ricevere donazioni tramite il sito. E dopo? E dopo.. questa è una domanda alla quale oggi non possiamo rispondere, certo pensiamo che questo sia l’inizio di una grande avventura di vita e ci auguriamo che possa trasformarsi in futuro nel nostro lavoro.

dinoDino Lanzaretti (www.dinolanzaretti.it): Dopo i primi viaggi ho cominciato a chiedere se qualche ditta specializzata fosse interessata ad appoggiare i miei progetti ma senza nessuna risposta. Solo con il viaggio in tandem con un ragazzo ipovedente abbiamo ricevuto degli aiuti imbarazzanti e un numero di sponsor altissimo. Devo dire che viaggiare con i soldi non fa per me, viaggiare con gli indumenti più fighi non aiuta, poter permettersi l’hotel con la doccia calda invece che la tenda sul ciglio della strada non fa per me. Mi distacca dalla gente che incontro, mi fa sentire un alieno in un mondo di umani e non mi permette di vivere i luoghi in profondità. Svegliarsi in una camera d’hotel e colazione a buffet o essere svegliato da un pastore che ti offre latte fresco delle sue caprette? Inoltre se uno sponsor ti da qualcosa lo fa sempre per un tornaconto che mi sono sempre prodigato a fare avere togliendo energie e forza al mio puro viaggiare. Quindi dopo quella esperienza non ho più cercato sponsor e sono tornato ai sani e ruvidi principi del viaggiatore errante squattrinato ma sereno. Arrivare in un villaggio, dove magari non hanno mai visto uno straniero, e entrarci sporco, stanco e con le braghe ricucite e i guanti a brandelli è un ottimo biglietto da visita per essere ben accolto.

rotafixa-avatar-ok_fullRota Fixa (escoafareungiro.wordpress.com): per autofinanziare il mio giro del mondo potevo richiedere 6 mesi di aspettativa all’azienda per cui lavoro. Siccome era un mio diritto hanno tirato per le lunghe, mi sono incazzato, con voci di un coinvolgimento dell’avvocato, e alla fine l’ok.

pacomachineMarco Cemmi (www.pacomachine.com): Marco Cemmi, in arte “Pacomachine“, è un artista di strada e cicloviaggiatore di 34 anni. Originario della provincia di Brescia, dopo una laurea in Scienze dell’educazione e con un diploma in fisarmonica al Conservatorio, ha lasciato il lavoro di supplente di musica per viaggiare in bicicletta attraverso l’Europa. Appassionato fin da bambino di giocoleria, Marco si è specializzato come artista di strada e autofinanzia il suo viaggio con esibizioni in piazza.

micheleMichele Tomasini (Cookabike): Michele è un ingegnere meccanico friulano di 34 anni partito lo scorso 19 luglio per un viaggio in bicicletta da Aviano, in Friuli, a Tallin, in Estonia. Michele, appassionato anche di cucina, offrirà durante il viaggio lezioni di cucina gratuite in alcune città prestabilite, ma anche su richiesta tramite un contatto privato. In questo modo spera anche di ottenere ospitalità in cambio ed abbattere fortemente i costi del viaggio.

Mauro-VMauro Vanoli (www-selvatiko.com): Mauro è uno dei pochi cicloviaggiatori che in Italia è riuscito a trasformare la sua passione in un lavoro. “Viaggiatore particolare”, come si definisce lui stesso, progetta viaggi ed esplorazioni proponendone il finanziamento ad alcune aziende. In questo modo testa per loro il materiale e in più diventa il loro fotoreporter, realizzando materiale che sarà poi utile per riviste, copertine, fiere ecc…
Qui l’intervista completa.

Commenti

  1. Avatar Jules ha detto:

    … So che non dovrei dirlo, ma: “Che invidia!”.
    Io, felicemente sposato, padre impenitente di 3 bellissimi bimbi, non posso comunque nascondere che nutro un po’ di invidia per chi riesce a realizzare il sogno di fare il cicloviaggiatore, per una volta sola, o per tutta la vita!
    Mi si permetta, però, di far notare che per favorire tutto ciò sono indispensabili alcuni requisiti culturali e umani, che non tutti possono (o vogliono) permettersi:
    – Bisogna essere soli: Nessuno che ci aspetta a casa, nessuno che ha bisogno di noi…
    – Se non si è soli, sicuramente senza prole al seguito (uno dei doni migliori della vita, ma comunque un impegno che non può essere comodamente sistemato sul portapacchi, legato con corde elastiche, anche se di qualità)
    – Bisogna essere decisamente (ma piacevolmente) incoscienti. Daniele Carletti & Simona Pergola si chiedono quello che anche io mi sono sempre chiesto: “… e dopo?”. Sono sfacciato, e vorrei umilmente chiedere scusa se urto qualcuno, ma ho come l’impressione che, forse per discrezione (o vergogna), nessuno dei cicloviaggiatori “estremi” (viaggi che durano mesi o anni, intorno al mondo) e che postano testimonianze su questo o altri siti, ammetteranno mai che dentro di loro hanno la consapevolezza che al rientro a casa hanno, come si dice, “le spalle coperte”. Vuoi perché in precedenza hanno accumulato risparmi consistenti, vuoi perché in fondo sanno che poi i genitori (o chi per essi) daranno nuovamente loro un tetto e un piatto caldo, vuoi perché sperano con tutte le loro forze che poi troveranno un datore di lavoro che non chieda loro “Cosa sai fare… cosa hai fatto prima…” (se avranno fortuna l’imprenditore di turno è appassionato di bici… Purtroppo l’imprenditore medio, si sa: pensa solo al lavoro!).
    Ciò premesso, non intendo svalutare nessun cicloviaggiatore, in attività o aspirante che sia. Ripeto: sono invidioso, e forse le mie riflessioni sono influenzate dal mio stato d’animo, ma mi permetto di far presente che fare il cicloviaggiatore, così come presentato in alcune di queste rubriche, non è per tutti. Punto! Vogliate perdonare il tono un po’ polemico delle mie riflessioni (invito i moderatori a richiamarmi nel caso avessi ecceduto).
    Vorrei chiudere questa mia condivisione con un irrinunciabile plauso ai redattori di Bikeitalia perché siete davvero eccezionali; siete capaci di rivolgervi e dare spazio con la medesima passione a tutti i ciclisti: al commuter come all’ultra-sportivo, alla casalinga che usa la bici per andare a fare la spesa, come al suo bambino che muove le prime pedalate; al cicloturista che può permettersi il giro fuori casa per una sola settimana (perché è l’unica di ferie che ha, per di più nel canonico Agosto!), fino a chi della bici ne ha fatto il destino della sua vita e un lavoro…!
    Detto questo: Buon viaggio! Se posso, verrò con voi…

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