Handbike e Caffè

Handbike e Caffè

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Alzi la mano chi di voi (noi) ciclisti ed handbikers, non ha mai fatto “partire” uno dei suoi allenamenti o escursioni, davanti ad una fumante tazzina di caffè. Anche se non vi vedo, sono sicuro che di mani alzate non ve ne siano. Il caffè per gli italiani è una tradizione, un rito che scandisce l’inizio di ogni giornata o di ogni pausa rigenerante. Ma il caffè, oltre che corroborare lo spirito, può essere un valido aiuto nella prestazione, contribuire a dare una spinta maggiore sui pedali o ridurre magari la sensazione di fatica durante un’allenamento di handbike?

Gli autori, Terri Graham-Paulson, Claudio Perret e Victoria Goosey-Tolfrey (Università di Loughborough UK e Centro Svizzero per la Paraplegia) in un recente studio pubblicato sulla rivista Nutrients di maggio 2016, cercano di analizzare quali siano gli effetti dell’assunzione di caffeina sulla prestazione di 10 km “time-trial” in ciclisti ed handbikers. L’articolo si intitola “Improvements in Cycling but Not Handcycling 10 km Time Trial Performance in Habitual Caffeine Users” e vediamo nel dettaglio quali risultati mostra:

L’articolo inizia con una panoramica sugli effetti noti dell’assunzione di caffeina. E’ noto da tempo che l’assunzione di una dose medio bassa (da 3 a 6 mg di caffeina, per ogni kg di peso corporeo) influisca positivamente con la performance nei ciclisti. Anche in un precedente articolo apparso qui su Bikeitalia se n’era già parlato. La caffeina produce effetti a carico del Sistema Nervoso Centrale che si manifestano riducendo la sensazione di fatica percepita e provocando un effetto ipoalgesico (una riduzione della sensibilità agli stimoli dolorifici dovuti ad un esercizio ad alta intensità). A livello muscolare è accertato come la caffeina modifichi il reclutamento delle fibre, migliori globalmente la resistenza alla fatica ed aumenti la forza massimale prodotta dal muscolo.

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Si potrebbe quindi essere autorizzati a pensare che, se nei ciclisti i benefici siano evidenti, la stessa cosa dovrebbe accadere per gli handbikers; studi già pubblicati sembrano mostrare che, per gli sport svolti con gli arti superiori (senza però considerare l’handbike), non ci siano particolari miglioramenti in seguito all’assunzione della caffeina. Nessuno si era mai posto il problema di analizzare se anche per lo sport dell’handcycling le considerazioni fossero le stesse.

Gli autori hanno così coinvolto 11 volontari sani (non paraplegici) che avrebbero svolto il test sia su una bicicletta che su una handbike, e li hanno sottoposti a due prove diverse. In maniera casuale, in una delle due prove, venivano somministrati 4 mg di caffeina per ogni chilogrammo di peso e, nell’altro caso, una stessa quantità di sostanza placebo, in pratica uno zuccherino all’apparenza identico rispetto a quello contenente la dose di caffeina. Dopo 45 minuti dall’assunzione, quindi dando tempo al sistema digerente di metabolizzare la caffeina ingerita, veniva svolta una prova identica nelle modalità: 5 minuti di riscaldamento, 20 minuti di pedalata ad un’intensità media e successivamente un test di time-trial, cioè una pedalata a tutta per cercare di percorrere nel minor tempo possibile la distanza di 10 km sui rulli.

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I risultati dei test sono stati abbastanza evidenti. Nella prova di ciclismo, l’assunzione della caffeina aveva migliorato in modo significativo la performance rispetto alle prove eseguite dopo l’assunzione della sostanza placebo (995 vs 1016 sec. per percorrere 10 km). Era migliorata anche la risposta dei partecipanti in termini di fatica percepita, con una riduzione significativa del punteggio riportato. Tutto sommato però questi effetti erano comunque attesi ed era normale e lecito attenderseli anche da questo studio.

La cosa interessante invece è stata quella riferita alle prove eseguite con handbike; in questo caso l’assunzione di caffeina non ha influito in modo significativo sul risultato conseguito (il miglioramento cè stato ma minimo) e neppure sulla percezione dello sforzo, diversamente da quanto avvenuto nell’esercizio eseguito con la bicicletta sui rulli. Gli autori si sono dati la spiegazione, supportata da solide basi fisiologiche e biochimiche, che svolgere un esercizio con le braccia è sicuramente più “stressante” rispetto a svolgerlo con le gambe provocando quindi una maggiore produzione di adrenalina da parte dell’organismo dell’atleta che tende ad esaurire in modo più precoce le riserve energetiche presenti nei muscoli. Inoltre, è risaputo che le fibre muscolari dei muscoli degli arti superiori sono in larga parte fibre di tipo anaerobico o bianche, quindi facilmente affaticabili a causa del ridotto metabolismo aerobico; poiché è dimostrato che la caffeina influisca in modo positivo su questo tipo di metabolismo, la conseguenza sarebbe che gli effetti i suoi effetti risultino ridotti o comunque trascurabili. Anche gli effetti sulla minor percezione del dolore e del “fastidio” dovuto alla fatica non sono risultati evidenti quando l’esercizio era svolto con le braccia. In questo caso, la causa pare dovuta all’insufficiente effetto svolto della caffeina rispetto alla sensazione provata durante esercizio di intensità medio-alta svolto con gli arti superiori.
Gli scarsi risultati sul possibile miglioramento, hanno indotto quindi gli autori a dichiarare di voler svolgere lo stesso studio su veri atleti di handbike, ben allenati e abituati a questo tipo di sport, per verificare se, su di loro, le considerazioni possano essere diverse.

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Spesso questo tipo di studi hanno il limite di risultare poco applicabili, o di essere svolti in condizioni che non rispecchiano le reali situazioni di allenamento o di gara. Lo studio preso in considerazione si pone a metà strada. Nel caso della distanza su cui si svolgeva la prova, cioè i 10 km, possiamo dire che risulta coerente con le competizioni reali di handbike in cui gli atleti si devono confrontare. Al contrario, analizzando la quantità di caffeina somministrata, si nota come la dose, a meno di utilizzare integratori specifici, risulti difficile da raggiungere con la sola assunzione di caffè o bevande generiche. Analizziamo infatti in quale concentrazione troviamo la caffeina nelle forme più comuni:

• Espresso o moka 40-80 mg per tazzina
• Caffè americano 115-120 mg per tazza
• Caffè istantaneo 65-100 mg per tazza
• Cioccolata 30-40 mg per barretta da 60 gr
• Tè 40-50 mg per tazza
• Bevande tipo cola 35-50 mg per lattina
• Bibite energetiche con caffeina o guaranà 50-100 mg.

Se una persona di 75 kg beve la classica tazzina di caffè della moka, o delle capsule più in voga, la quantità di caffeina assunta sarà di circa 0,8 mg/kg, cioè una dose di circa 4 volte inferiore a quella dello studio, sicuramente non in grado di provocare benefici sull’organismo dell’atleta.

In conclusione, se siete ciclisti e desiderate integrare in modo sicuro, senza ricorrere a strani prodotti magari inclusi nella lista dalla Wada (l’organo mondiale che regola e controlla farmaci e sostanze vietate per gli atleti) la caffeina può fare al caso vostro; a questa pagina web si legge testualmente che “la caffeina è inclusa nel programma di monitoraggio 2016 ma non risulta essere una sostanza proibita”. E’ scontato che la sua somministrazione debba essere rigorosamente effettuata sotto stretto controllo del Medico dello Sport che vi consiglierà come, quanto e quando usarla per aiutarvi negli allenamenti o nelle competizioni. Se invece siete handbikers, purtroppo per voi, attualmente non si ritrovano particolari benefici nella sua assunzione, al netto della sensazione di risveglio che un buon caffè sorseggiato prima di un’uscita in strada, alla mattina ed in compagnia di amici ciclisti vi può dare.