Diari

Un luogo incantato da scoprire in bici: la Val Boreca

Un luogo incantato da scoprire in bici: la Val Boreca

Diario di un itinerario in bici in Val Boreca, meta da scoprire in provincia di Piacenza, nel cuore delle Quattro Province (Alessandria, Piacenza, Pavia, Genova).

Scommettiamo che pochi di voi hanno mai sentito parlare di Vezimo, Pey, Cerreto, Tartago, Belnome, Bogli, Artana, Suzzi, Pizzonero, Zerba? Nascosta tra le vette più alte, boscose e scoscese dell’Appennino piacentino, tra cui i monti Tartago, Lesima, Carmo, Cavalmurone e Alfeo (tutti sopra i 1500 metri), la Val Boreca è un piccolo mondo antico.

Questa valle, formata dall’omonimo torrente che confluisce nel Trebbia, è una vera e propria “isola tra i monti”, come recita il cartello all’ingresso principale. Siamo a due passi da Ottone, al confine tra le province di Genova, Piacenza, Milano e Alessandria, in un territorio selvaggio e solitario noto come “le Quattro Province”.

Un paesaggio solitario e selvaggio

Val Boreca in bici di Graziano Majavacchi

Questo è un luogo quasi disabitato, dove la natura regna incontrastata e ogni sentiero può rivelare una sorpresa inaspettata. Io ho scoperto pian piano la Val Boreca, in sella alla mia gravel bike e alla mountain bike, in diversi anni di escursioni.

Oltre a mettere alla prova le gambe, questa valle ha conquistato il mio cuore, la mia mente e i miei occhi. Tra queste stradine sconnesse, le salite ripide e i sentieri sassosi, la fatica è immensa, ma alla fine sembra di vivere una piccola grande avventura.

Un mondo lontano dal tempo

Val Boreca di Majavacchi
Torrente Boreca

In questa valle, d’estate si vedono poche persone, quando i discendenti dei vecchi abitanti tornano dalle città per sfuggire al caldo soffocante e trovare rifugio nei boschi.

Le foreste di castagni e le faggete avvolgono completamente le dorsali delle montagne, e i piccoli borghi sembrano puntini bianchi sparsi sui fianchi delle colline, come miraggi nel deserto. È uno spettacolo unico.

Il fascino del Passo della Maddalena

Da Gorreto, sulla statale 45, si può affrontare la salita verso il passo della Maddalena, un valico quasi clandestino, non segnalato, che si snoda per 10 chilometri con una pendenza media dell’11% e punte al 15%.

Verso il Passo della Maddalena in Val Boreca, di Graziano Majavacchi
Verso il Passo della Maddalena in Val Boreca

In parte sterrato, a circa 1400 metri di altitudine, ci catapulta in un mondo a parte, fatto di piccoli nuclei isolati come Suzzi e Pizzonero. Qui, le mucche pascolano tra le case in pietra, e piccole ma bellissime cascate spezzano il silenzio antico. Non ci sono bar, il cellulare non prende, e i rumori sono quelli del bosco e del vento sull’asfalto dissestato.

La scalata al Passo del Giovà

Chiesetta di Pizzonero, Val Boreca, crediti G.Majavacchi
Chiesetta di Pizzonero

Un’altra salita imperdibile è la SP18, che con pendenze più dolci (5% di media) si snoda per 21 chilometri fino al passo del Giovà, a 1368 metri.

Anche qui, il paesaggio è mozzafiato, dominato da una natura selvaggia che lascia senza parole. Attraversare questi luoghi significa immergersi in leggende di oltre 2000 anni fa, come il passaggio dell’esercito cartaginese di Annibale, che attraversò la zona dopo la battaglia della Trebbia nel 218 a.C.

Il sentiero di Annibale

Un’altra impresa ciclistica è il “Sentiero di Annibale“, che collega il Brallo alla vetta del Monte Lesima. Qui la leggenda narra che Annibale, ferendosi alla mano durante la sua traversata, diede il nome alla montagna (“lesa manu”).

Chiesa di Zerba in Val Boreca, di Graziano Majavacchi
Chiesa di Zerba

La salita finale al Lesima, a 1724 metri, è durissima, con strappi fino al 24% su una distanza di quasi 2 chilometri. Nelle giornate limpide, si dice che da lassù si possa vedere il mare, ma forse è solo un’illusione creata dalla fatica estrema.

Pedalare in questi luoghi significa viaggiare tra miraggi e leggende, circondati da una natura che stupisce ad ogni curva. La fauna selvatica sta riappropriandosi di questi spazi: lupi, cinghiali, daini, caprioli, istrici si muovono indisturbati.

E noi, cicloturisti della “classe operaia del pedale”, affrontiamo le dure salite con fatica, ma anche con una gioia pura e genuina.

La magia della Val Boreca

Val Boreca in bici, Graziano Majavacchi

Le difficoltà si superano, perché pedalare qui è come vivere una favola.

In questi luoghi remoti, i rumori che ci accompagnano sono il nostro respiro affannato, i sassi sotto le ruote e il vento tra le foglie. A volte sembra persino di sentire il suono del piffero, strumento musicale tipico di queste terre.

Ora che i colori dell’autunno dipingono un quadro da favola, se avrete la fortuna di attraversare la Val Boreca in bicicletta, sono sicuro che la sua magica atmosfera saprà incantare anche voi!

[Graziano Majavacchi]

ebook

La tua prossima destinazione per le vacanze in bicicletta la trovi tra gli ebook gratuiti di Bikeitalia
scarica ora

Commenti

  1. Gianluca ha detto:

    Nato e residente a Piacenza le conosco bene,
    ci vuol del coraggio, anche perchè sono salite fuori dal mondo dove chi decidesse di affrontarle deve metter in conto che nella vallata l’unico “rumore” è il battere del proprio cuore…
    ecco perchè penetrano in profondità e restano…
    Gianluca

  2. CLAUDIO TONELLI ha detto:

    Buongiorno

    c’è la traccia gpx?

    grazie

    1. Manuel Massimo ha detto:

      Salve Claudio,

      la traccia gpx per questo diario di viaggio non è disponibile.

      Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it

  3. Fabrizio B ha detto:

    Le salite sono solo sterrate-bianche (gravel/Mtb) oppure asfaltate , da fare anche con la bici da corsa?

  4. Andrea ha detto:

    complimenti, articolo scritto da un vero appassionato di bici e natura bravo

  5. Piero Lucarelli ha detto:

    Sarebbe interessante oltre che utile avere la traccia gpx

  6. Massimiliano ha detto:

    Grazie per aver condiviso questa meraviglia. Si può avere una piantina che indichi i percorsi?

  7. Mauro ha detto:

    Ringrazio Graziano per questo articolo bellissimo e dettagliato, con molte informazioni utili per noi amanti delle due ruote. Anche io non conoscevo questa valle, cercheró sicuramente di trovare il tempo per scoprirla, magari insieme ad altri amici sui nostri “CAVALLI METALLICI”… Una volta ancora si conferma che in Italia ci sono posti stupendi e magari poco conosciuti, basta impegnarsi per scoprirli, magari facilitati da chi ha giá calpestato, con ruote “grasse” o normali, quei percorsi.
    Buone pedalate a tutti !
    Mauro Ceresero

  8. Vezz49 ha detto:

    Qualcuno ha delle tracce per gravel e mtb di questa interessante zona da condividere?
    Grazie.

  9. Tiziano ha detto:

    Bello ed interessante articolo , su una zona di cui non conosco niente.
    Sono curioso di cercare informazioni per farci una piccola vacanza.

  10. Simone ha detto:

    Ennesimo bellissimo articolo di Graziano. Amatore vero dell’appennino e della bicicletta.

I commenti non vanno online in automatico ma vengono prima letti e moderati dalla redazione: la loro pubblicazione di norma avviene nei giorni feriali tra le 9 e le 18.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *