Tappa 6: Santo Domingo De La Calzada – Hornillos Del Camino
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Da Santo Domingo, mi ricordo che (forse complice l’oscurità) è l’unico tratto segnato male di tutto il cammino. Io ed altre 30 persone divise in più gruppi ci siamo persi. Anche gli altri mi sembrano stupiti ed increduli. Io che sono in bici vado avanti e una volta trovata la freccia amarilla, torno indietro per rassicurare i pedoni, così anche la bici, stavolta è stata di aiuto ai marciatori. Il tempo non mi manca, e forse con questa variante anche i miei compagni ciclisti italiani mi recupereranno. Non è così. Mi accompagnano paesaggi bellissimi e aridi. Prima di Leon faccio a cavallo di Appaloos l’Alto del Portillo, una collina accidentata alla cui sommità è piantata una croce e da qui si può godere dello skyline di Burgos. Anche la discesa è molto accidentata e piena piena di pietre. Non potrei scommetterci, ma per ora le uniche biciclette che ho incontrato erano tutte MTB! Qualcosa doveva pur succedere, anche solo per dire, mi è successo bla bla bla. In buona sostanza Appaloosa perde un raggio, ma anche qui grazie alla mia buona stella questo succede in un punto dove è facile trovare un meccanico. Qualche domanda e trovo un meccanico sorprendentemente attrezzato e competente!
La cattedrale di Burgos è veramente fantastica, merita! Ma la città non fa per me! La bicicletta ti permette di visitare più velocemente le città e quindi preferisco ripartire e fare ancora un pezzettino. Arrivo a Hornillos del Camino che è solo un gruppo di case, una chiesa e l’ostello. In camerata riconosco non ricordo da cosa, forse per il passaporto alla reception, due ragazze Norvegesi. Sono carine, ma non è quello che mi viene subito alla mente. Mi rimprovero per l’ennesima volta di non sapere l’inglese, e sul mio taccuino provo a scrivere il mio pensiero. “I very unhappy for tragedy your nation. Is crazy“. Non so se è scritto giusto, sicuramente no, forse un po’ mi vergogno, ma si, chi se ne frega, lo sanno in tutto il mondo che gli italiani sono degli ignorantoni, e poi ho voglia di dimostrare a queste ragazze la mia vicinanza. Qualche giorno prima un pazzo neo nazista ha compiuto una strage durante un meeting, uccidendo un sacco di giovani prima di essere fermato. Tipo 50 persone, verifico il numero e il paese. In ogni caso loro capiscono e mi ringraziano.
Proseguo la serata con l’ormai classico lavaggio dei vestiti e mi lavo per la cena nell’unico ristorantino del paese. Giuro che non l’ho fatto apposta, anche se un po’ ci speravo. Dopo qualche minuto che mi sono seduto arrivano anche Siv e Maria. Il ristorante è piccolo, il posto non c’è, io sono da solo, le invito a sedersi con me. Da li inizia una bellissima e divertente serata, fatta di inglese, disegni e mimiche facciali per cercare di comunicare con Siv e Maria. E’ fantastico, sto comunicando con due norvegesi!? Ma se non so nemmeno l’italiano! Ci scambiamo l’email e ci promettiamo di rincontrarci nei nostri rispettivi paesi. Bello!
Tappa 7: Hornillo del Cammino – Isar – Carrion De Los Condes
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Il giorno è brutto. E’ palese che ci aspetta davanti a noi un temporale. Vedo che nessuno però si demoralizza e via. Tanti sono già partiti comprese Siv e Maria. Poco male sono sicuro che le recupererò. E’ appena cominciato il temporale, quelli con i goccioloni che sulla pelle fanno male, che ritrovo le mie amiche davanti a me. Noto che Siv non ha il copri zaino. Questo vuol dire che anche lo zaino sarà tutto bagnato. Lei mi fa capire che dentro ha messo tutto in borsine di plastica, ma io insisto e gli lascio la borsa Ikea (giusto giusto) che a me avanza, ma che a lei potrebbe fare da coprizaino. Così fu! Il mio superfluo è il suo necessario! E’ un po’ come essere la mano sinistra della Provvidenza. Vado avanti e il temporale aumenta fino al punto da creare una specie di colla con la terra. Per una strana mescolanza rimane incollata alle ruote come mai mi è successo fino al punto di diventare un tutt’uno con il parafango. Ci provo, ci riprovo, ma niente. Ormai la ruota è bloccata! Non mi resta che proseguire a piedi nei campi (la strada è peggio) trascinando di peso la bici con le ruote bloccate. Dopo un po’, stanco e bagnato fradicio, cerco di trovare una soluzione e così, dove sono, decido di togliere il parafango e liberare la ruota. Almeno con le ruote libere non dovrò trascinare la bici. Proseguo spingendola per 2/5 km non ricordo.
Ricordo bene che le MTB (anche quelle “carbonizzate” e superleggere) hanno fatto il mio stesso destino. La scena è comica. La strada fangosa libera e nei campi a lato tutti a spingere la bicicletta a piedi. Mi rimprovero (solo ora) di non aver tirato fuori la macchina per far la foto, ma il morale non era dei più alti. Arrivato al primo paese, la prima cosa da fare è cercare una fontana dove pulire la bici in modo che se la strada lo consente si ritorni a pedalare. Anche qui scena indimenticabile. Immergere la bicicletta nella fontana e non contenti, insieme ad altri ragazzi, chiediamo ad un contadino di prestarci la canna dell’acqua per pulire le bici. Quella canna di plastica si è trasformata in autentico bici-lavaggio, tappa obbligata per chi arrivava dal fango. Nel frattempo smette temporaneamente di piovere, arrivano anche le norvegesi, mangiamo ancora un panino insieme e ci separiamo per sempre.
Il temporale continua tutto il giorno anche quando passo da Hospital de san Anton. E’ un posto particolare, ma il temporale non me lo fa gustare. Sento ancora il fango nei sandali! Proseguendo arrivo ad un posto magico: Albergue di Puente Fitero. Posto di Eremitaggio restaurato dalla Confraternita Italiana di San Jacopo, contiene solo 12 posti ed e’ vietato per i ciclisti. Al mio arrivo in tarda mattinata è già pieno ma capisco subito il perché. Il posto dentro è magnifico e l’accoglienza dei componenti della confraternita, mi fa sentire orgoglioso di essere italiano. Ci preparano anche un ottimo caffè italiano rigorosamente fatto con la moka. Se un domani dovessi rifare il cammino a piedi, per niente al mondo mi perderei una notte qui! Smette definitivamente di piovere. Conosco nuovi amici, tutti spagnoli. Mi aggrego a loro! Arriviamo a Carrion de los Condes. Dormiamo in un grande dormitorio. Non mi piace! in confronto al piccolo paesino di ieri con poca gente e con la chiacchierata con Siv e Maria, qui mi sembra chiassoso e casinista. Mah!
Cammino di Santiago in bici parte 1: Lourdes Saint – Jean Pied De Port – Orreaga
Cammino di Santiago in bici parte 2: Roncisvalle – Puente De La Reina – Logrono
Cammino di Santiago in bici parte 3: Santo Domingo De La Calzada – Carrion De Los Condes
Cammino di Santiago in bici parte 4: Carrion De Los Condes
Cammino di Santiago in bici parte 5 (arrivo): Ligonde – Santiago – Finisterrae
Bellissimo e charmante racconto. Senti il profumo della vita e il mistero che la racchiude. Grazie per aver condiviso (alcune) di queste emozioni da te vissute.