Nuovo CdS: iter avviato, il nodo è il limite a 30 km/h

Verso la riforma del nuovo CdS, il nodo è il limite a 30 km/h

L’iter per la riforma del Codice della Strada è avviato. Dopo l’annuncio del premier Enrico Letta prima e la proposta ANCI poi – quest’ultima ricca di interventi e buoni propositi in favore in particolare della mobilità ciclistica e pedonale – si è tenuto proprio oggi in IX Commissione Trasporti un ulteriore incontro per definire i contorni del nuovo CdS. Ad anticipare la riforma un decreto ministeriale che getterà le basi per la discussione del CdS e potenzierà l’offerta di ciclabilità in Italia. Ad annunciarlo è il sottosegretario ai Trasporti Erasmo D’Angelis, intervistato da Adnkronos a margine dell’incontro di oggi “Una velocità nuova per la sicurezza” organizzato da Rete Mobilità Nuova presso la sede Aci di Roma.

Numero di ciclisti e sicurezza, infatti, vanno di pari passo e contrariamente a quel che hanno affermato recentemente alcuni giornali, ciclisti in crescita vuol dire, in percentuale, meno incidenti. E’ forse questa la logica per cui parallelamente alla riforma del CdS sono necessarie politiche forti di promozione della mobilità ciclistica, politiche di competenza locale che i sindaci italiani sarebbero già in grado di attuare.

L’incidentalità stradale in Italia è una piaga che costa alla società 4000 morti l’anno, più altre migliaia di feriti più o meno gravi e invalidi, oltre che milioni di euro di spese mediche per lo stato. Incidenti causati, nella maggior parte dei casi, dalla velocità. E’ questo il dato allarmante che dovrebbe convincere tutti, pedoni, ciclisti e automobilisti, che la riduzione della velocità a 30 km/h in ambito urbano – tra l’altro già consolidata nei civilissimi paesi nordeuropei – è una misura in favore di tutti i cittadini.
Resta proprio l’introduzione del limite a 30 km/h nelle strade urbane, per ora, la grande incognita del Codice della Strada 2014.

Il 27 settembre 2011 il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione con la quale raccomanda “fortemente alle autorità responsabili di introdurre limiti di velocità di 30 km/h in tutte le aree residenziali e sulle strade a corsia unica in aree urbane che non hanno corsie ciclabili”.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda che la velocità è una delle priorità da affrontare e stima che una riduzione del 5% della velocità media sarebbe in grado di ridurre di un terzo i morti sulle strade.

“Le nostre richieste fondamentali sono quelle sulla sicurezza e sull’istituzione di zone 30 in area urbana, eccetto viabilità principale, una norma che non ha controindicazioni e che si comporta come un ‘ombrello’ che protegge non solo ciclisti, ma tutte le utenze deboli della strada – spiega all’Adnkronos Valeria Pulieri di Rete Mobilità Nuova – Una proposta fondamentale per adeguarci a un panorama europeo dove le zone 30 sono diffuse e portano moltissimi benefici anche economici perché favoriscono l’economia locale, la fruizione del territorio, la condivisione degli spazi”.

“Vogliamo che le zone 30 – aggiunge Valeria Pulieri – diventino lo strumento attraverso il quale innescare un’invesrione di tendenza nella mobilità ad oggi rappresentanta quasi esclusivamete da quella automobilistica. “Oggi ribadiamo l’importanza di adeguarsi a questa nuova tendenza che ha visto aumentare i numeri della ciclabilità in Italia e che necessita soprattutto di nuove regole per essere favorita, incentivata e protetta”.

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