Nella puntata precedente abbiamo praticamente osservato delle biciclette di design che erano quasi tutte della Peugeot. Rispetto agli altri produttori automobilistici, ha il grosso vantaggio di non aver mai abbandonato la sua vocazione ciclistica e di conseguenza le risulta facile pensare a questo prodotto rispetto ad altri marchi che però cominciano a cimentarsi in vari modi e con vari intendimenti. Come l’Audi.
AUDI e-bike Worthersee
Approccia il mercato dalla sua sapienza tecnica. Non è un gran che da un punto di vista estetico rispetto a quelle viste nella puntata precedente, ma da un punto di vista pratico spezza in due il pregiudizio che identifica nella bici elettrica la bici del nonno. Ecco nel filmato una prova che da l’idea di quanto appena espresso. E’ un prototipo ma già cosi si presenta producibile. Tutta la capacità tecnica e la conoscenza di materiali innovativi sono stati riversati su questo tentativo. Innanzitutto come si evince dalla foto è completamente sospensionata. Stupiscono le ruote con i raggi a lama sottilissimi. Per poter raggiungere questo risultato, sono state costruite in CFRP (polimero rinforzato con fibra di carbonio). La sella nella parte posteriore ha integrato un led ed è regolabile. Inoltre un altro led si trova integrato lungo tutta la lunghezza tra le leve dei freni sul manubrio. La sella è regolabile.

Tutte le funzioni sono gestite da un computer di bordo touchscreen che può dialogare con lo smartphone. Dispone di un cambio a nove velocità e di 5 modalità di funzionamento per il motore elettrico. Impostando “PURE” si deve pedalare, con la funzione “PEDALEC” si innescano gambe ed elettroni e si possono raggiungere gli 80 all’ora. La modalità “GRIP” fa funzionare solo il motore e si raggiungono i 50 all’ora. Con la modalità “HEELIE” si comincia a fare i funamboli ed è divisa in due possibilità: “POWER WHEELIE” e “BALANCED WHEELIE” per aiutare i veri funamboli e quelli che invece lo vogliono diventare.
E’ un passo diverso come concetto di e-bike e si rivolge a tutti. Il problema di un oggetto così rimane il prezzo, ma da un punto di vista della pensata è sicuramente originale e all’altezza del marchio.
SMART/MERCEDES
Sicuramente come forme la bici smart non ha moltissimo di innovativo. È sicuramente una bicicletta elettrica elegante e simpatica. È completissima di tutti gli accessori per la città con una buona serie di accessori. È esattamente a metà tra un concept e una bici normale. Il motivo è assai semplice: è stata costruita per essere venduta ed è in produzione regolarmente e distribuita dal marchio. Viene consegnata con ruote da 26 pollici, la trasmissione è con la cinghia in carbonio, ha freni a disco anteriori e posteriori. Per gli amanti tecnologici ha una interfaccia usb per integrare lo smartphone.

Il gruppo ottico è a a led. La batteria da 423 Kw è amovibile il che permette, con un’altra batteria, di aver a disposizione sempre la carica. Le batterie inoltre non sono appiccicate alla bici ma fanno parte integrante del linguaggio formale della bicicletta. 100 km di autonomia, e 4 livelli di assistenza da parte del motore elettrico completano il prodotto, che è comunque completato con accessori come il portapacchi e le borse dedicate e in tinta con il classico doppio colore Smart. Sicuramente è un livello alto di design producibile e prodotto. Viene infatti consegnata a circa 2400 euro che sono una cifra considerevole rispetto a bici con la batteria appoggiata sul telaio normale ma assai lontana dai prezzi dei prototipi che abbiamo visto in questa selezione e che si limitano ad essere concettuali. Ha quello che serve senza eccedere, usando materiali e componenti di qualità, facilmente reperibili sul mercato e si avvale di una rete distributiva notevole: la smart viene ritenuta parte integrante della gamma. Una normale bicicletta elettrica dal design sensato e utile oltre che bella da vedere.
VOLKSWAGEN Bik.e
Ecco cosa ha saputo pensare la Volkswagen. Non è propriamente una bici elettrica perché non ha pedali e sulla base della legge in vigore oggi si deve considerare a tutti gli effetti un motorino. La batteria esteticamente non esiste. Ma la sua caratteristica predominante è che è stata concepita per stare nel vano della ruota di scorta.
Il modo con sui si piega è assolutamente innovativo ed è originato dall’idea originale di un telaio curvato con lo stesso raggio della ruota: è bella persino da piegata.

Un compattamento migliore delle stesse Brompton, leader incontrastato nel mercato per questo tipo di bici. Risponde perfettamente necessità della flessibilità che è un dei pilastri necessari della mobilità urbana. Dispone di freni a disco e la batteria può essere ricaricata con una normale presa di corrente e addirittura dalla macchina con la presa a 12 volt. Questo consente di tenerla in macchina e di ricaricarla mentre si viaggia. Luci anteriori a led incorporati nel manubrio e nella sella. Non ha una grande autonomia, solo 12 km a 19 kmh. Ma è sicuramente una splendida idea da sviluppare e quando, come la smart, entrerà nel circuito distributivo della Volkswagen avrà il suo mercato. Rimane un approccio interessante originale alla mobilità urbana avendo offrendo la versatilità e la flessibilità necessaria allo scopo.
BMW – i-Pedelec
Questa bicicletta fa parte integrante della nuova concept elettrica della BMW. E’ dotata di freni a disco idraulici e il motore ha tre velocità. Il traguardo è essere flessibili e ottenere una integrazione di utilizzo tra macchina e bicicletta dove l’elettricità la fa da padrona. Infatti le batterie della bici non sono a lunga percorrenza, solo 45 km alla velocità di 25 kmh, ma se si pensa che si ricaricano con l’energia della macchina e all’utilizzo previsto, che è per tratti brevi in centri urbani, il progetto ha un senso preciso. Bisogna dire però che questa soluzione di piegata e stivaggio della bici è assai ingombrante e non riesce a competere, sotto questo punto di vista, con la Volkswagen.
Nel 2013 ne sono state prodotti 1000 pezzi ad uso esclusivo del mercato tedesco.

Nota bene: non era mia intenzione fare un articolo sulle biciclette elettriche dei marchi automobilistici. Cammin facendo mi sono accorto però che si stanno impegnando su questa strada in considerazione di tre elementi che li hanno smossi: il primo elemento è che si sono accorti che è cresciuto molto un mercato di bici elettriche al di fuori del loro mondo. Il secondo elemento è che è abbastanza chiaro che nei centri urbani sarà difficile poterci andare in macchina e la bicicletta elettrica pieghevole nel bagagliaio può essere un ottimo sistema per rispondere a questa esigenza. Il terzo elemento è che erano nelle condizioni, sia economiche, sia di di know how, sia di stile, per fare qualcosa di bello per entrare in un altro mercato che altri hanno preparato per loro. Ci sono entrate alla loro maniera risolvendo alla radice il problema estetico delle batterie che rendevano goffe tutte le biciclette elettriche di normale produzione fino ad oggi. La batteria infatti è assai spesso un elemento aggiunto, bene in vista. Le aziende automobilistiche, va loro reso merito, con il loro.
Fiat 500 pop
Fatto un discorso orientativamente serio, facciamoci invece una sicura e certa risatina con questo modello della Fiat. A poco meno di 500 euro ci si porta a casa questo magnifico esempio di design italiano che solo per il fatto di aver scritto 500 non costa la metà.
Questo per sottolineare come i tentativi fatti dalle marche concorrenti alla Fiat non siano frutto di vanità ingegneristica ma di grande sforzo intellettuale allo scopo di arrivare ad un prodotto che sia sensato e fruibile da un mercato a cui sono attenti e a cui dedicano ricerca sul prodotto. Sicuramente la bici Fiat è fruibilissima da subito ma non si hanno notizie di tentativi diversi.

Ecco una serie di proposte trovate qui e là:
Eliminare i raggi e la catena sembra essere un imperativo assoluto e devo dire che per ottenere il risultato si ottengono dei progetti anche belli.
Oppure i raggi vengono fatti integrati al cerchio. E perché non scatola di montaggio come i modellini?
Anche una cyclette da camera leggermente sadomaso prodotta e venduta con porta iPad al modico prezzo di 7.400 euro per essere à la page e risparmiare di andare in SUV alla palestra distante 1 km per fare la cyclette?
È solo una minima parte di quello che c’è in giro. Chiudiamo avendo cercato di rispettare le premesse nella prima puntata.
sono molto d’accordo con te. per due motivi uno tecnico e uno di carattere sociale. sono quasi tutti prototipi e costano per questo una cifra, tanto che non se ne vedono in giro. quindi bisogna essere ricchi per permettersele: ma i ricchi non vanno in bicicletta di solito….quindi rimangono un bell’esercizio che come tutti i prototipi danno idee iniziali che nel tempo possono passare in produzione.
NIENTE DA DIRE SONO TUTTE BELLE MA I PREZZI E COME SI PUO FARE PER COMPRARNE UNA [email protected] tel. 3398821242 TOMMASO GRAZIE