Bici sollevate al cielo in piazza Duomo, dopo un corteo pacifico e colorato per le vie di Milano: ciclisti urbani, pedoni e pendolari per la prima volta insieme a manifestare per la mobilità nuova. Un fiume di gente, diecimila persone a piedi e in sella: gli utenti “fragili” della strada che uniscono le forze, fanno massa critica e sfilano fianco a fianco al centro della carreggiata. Sono passati esattamente due anni dalla manifestazione nazionale di quel 4 maggio 2013: allora l’avevo seguita da cronista in bicicletta, mentre oggi mi ritrovo a scriverne qui, da direttore responsabile di Bikeitalia.
Ricordare da dove si viene aiuta a capire dove si vuole andare: in questi due anni di strada ne è stata fatta molta, come tante sono le iniziative portate avanti da movimenti e associazioni per chiedere città meno congestionate dal traffico motorizzato e più sicure per tutti, a cominciare dai bambini. Sul fronte della mobilità nuova – l’idea di ridisegnare gli spazi urbani e le priorità di trasporto guardando alla qualità della vita – c’è ancora tanto da fare ma qualcosa sta cambiando, come dimostra il successo degli Stati Generali dello scorso aprile a Bologna.
La sensazione è che il clima sia favorevole per poter ripensare la viabilità nelle nostre città, aumentando la quota di spostamenti in bicicletta, favorendo l’uso del trasporto pubblico locale e disincentivando il ricorso al mezzo privato a motore: ricordando che “le ciclabili non fanno i ciclisti”, come suggerisce un passaggio del dossier di Legambiente “L’A Bi Ci della ciclabilità” presentato il 29 aprile al Ministero dell’Ambiente a Roma per lanciare VeloLove, il Festival nazionale del ciclismo urbano. Moderazione della velocità e pedonalizzazioni diffuse: sono questi i principali strumenti in mano alle amministrazioni per provare a uscire dall’era “autozoica” e portare la mobilità italiana a livelli europei.
Il recente ingresso di Graziano Del Rio al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dopo le dimissioni di Maurizio Lupi, è un altro segnale che fa ben sperare: quando era sindaco di Reggio Emilia introdusse il senso unico eccetto bici e da ministro preferisce spostarsi in sella nel tragitto casa-lavoro. Nel nostro Paese l’aumento dei ciclisti urbani è costante e il cicloturismo potrebbe costituire un asset strategico per rilanciare tutto il settore ricettivo, attirando da tutto il mondo turisti-in-sella e valorizzando l’economia locale di piccoli centri disseminati su e giù per lo Stivale molto spesso sconosciuti ai più.
Allora pedaliamo tutti insieme verso la #mobilitànuova – un ideale che sui social diventa hashtag per poter andare più lontano – utilizzando la bicicletta ogni volta che possiamo come mezzo di trasporto e di svago; riempiendo le strade e facendo massa critica per rivendicare i nostri spazi e reclamare maggiore sicurezza; accompagnando i bambini a scuola a piedi o in bicicletta, trasformandoli in piccoli esploratori urbani alla conquista della città.
Il viaggio che ho appena cominciato con Bikeitalia non so dove mi porterà, ma percorrerò questa strada pedalando assieme a voi che mi leggete e per questo sarò felice di ricevere impressioni, suggerimenti e critiche per cercare di migliorarmi. In conclusione voglio ringraziare chi mi ha preceduto alla guida di questa testata: Alberto Fiorillo, non solo un collega ma soprattutto un amico che mi ha insegnato tanto e senza il quale oggi non sarei qui. Un grazie particolare a quanti hanno condiviso con me i momenti belli in sella ma anche le difficoltà di tutti i giorni, spronandomi sempre ad andare avanti.
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