Il GRAB e il futuro dell’Appia Antica

Il futuro dell’Appia Antica dev’essere un ritorno al passato: “Non si entra in un museo con l’automobile”. Dovrebbe bastare questa semplice frase per convincere chiunque che la ciclopedonalizzazione dell’Appia Antica, una via dall’inestimabile valore storico-paesaggistico, sia una necessità. Eppure sono passati 50 anni da quel lontano 16 dicembre del 1965, quando l’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat firmò il decreto per la tutela integrale dell’Appia Antica: ma il sogno di un parco archeologico di oltre 18 km, dalla Colonna Traiana fino ai Castelli Romani, si scontra con una realtà ben diversa fatta di passaggi di veicoli privati e pullman che hanno trasformato la Regina Viarum in un’ancella dei motori, suo malgrado.

Appia Antica

Oggi sono i cittadini le associazioni a chiedere a gran voce che l’Appia Antica sia restituita alla città e alla sua naturale vocazione di parco archeologico da fruire a piedi e a pedali. Un vasto fronte composto da associazioni ambientaliste e culturali (Legambiente, VeloLove, Rete Mobilità Nuova, Touring Club Italiano e Salvaiciclisti Roma) che si sono schierate dalla parte del Parco Regionale dell’Appia Antica per liberarlo dal traffico che lo attraversa.

Un punto importante per realizzare il sogno incompiuto del padre dell’ambientalismo italiano Antonio Cederna è rappresentato dal GRAB: il Grande Raccordo Anulare delle Bici che è stato recentemente inserito nella Legge di Stabilità come ciclovia turistica da finanziare in via prioritaria.

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Il fronte è eterogeneo ma compatto, come si evince dalle parole dei partecipanti alla conferenza stampa di presentazione del sodalizio GRAB-Appia Antica a Roma. Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente e coordinatore del progetto GRAB è netto: “Non si entra in un museo con l’automobile” e chiede che la pedonalizzazione dell’area – oggi domenicale e non controllata – sia effettiva e tutti i giorni.

appian_way_cropped_logoSottoscrive il commissario straordinario del Parco Regionale dell’Appia Antica Mario Tozzi: “Un nodo assolutamente da sciogliere, una situazione insostenibile che non può continuare. La Via Appia Antica deve essere pedonale sette giorni su sette, non solo la domenica”. E se anche Leonardo Di Caprio ha scelto come nome della sua casa di produzione cinematografica “Appian Way” con un logo che riproduce la Regina Viarum (e che prossimamente produrrà un film sullo scandalo emissioni della Volkswagen, ndr) un motivo ci sarà.

Nella primavera del 2016 si terrà un “Appia Day”: una giornata di ciclopedonalizzazione integrale per visitare la Regina Viarum a piedi e in bicicletta con il cantiere del GRAB aperto. Intanto domenica 20 dicembre, a partire dalle ore 11, l’Associazione Salvaiciclisti Roma promuove l’appuntamento “Occupy Appia Antica” e chiama a raccolta tutti i pedalatori della Capitale: l’idea è quella di creare diverse critical mass – come spiega il portavoce dell’associazione Paolo Bellino – che percorrano l’Appia Antica per rivendicare la ciclopedonalizzazione dell’area e bloccare il traffico motorizzato. Traffico che in barba all’ordinanza del sindaco datata 1997 – che prevede la chiusura al traffico della strada le domeniche e i festivi – continua a scorrere indisturbato, anche per la pressoché totale assenza di controlli. La battaglia per la ciclopedonizzazione dell’Appia Antica continua.

Commenti

  1. Avatar Filippo ha detto:

    Buongiorno vorrei sottolineare che Via Appia Antica è una strada molto lunga: sarebbe utile quando si parla di pedonalizzazione entrare un pò più nello specifico e constetualizzare.
    Consentitemi giusto una considerazione: il tratto che va dall’innesto di Via Appia pignatelli e fino all’incrocio con via Adreatina, è completamente privo di cenotafi, tombe, mausolei, marmi e/o di reperti di qualsiasi interesse e la pavimentazione è fatta a “sampietrini” e non ci sono tratti di basolato antico. Anzi è un tratto di strada che è costeggiato da alti muri dietro i quali ci sono case e/o terreni privati e di conseguenza il percorso di questo tratto di strada non presenta particolari attrattive di interesse.
    Questo anche perchè esattamente parallelamente al tratto di Appia Antica tra Appia Pignatelli e Ardeatina si stende il meraviglioso percorso (peraltro pedonale) all’interno del complesso Salesiano delle Catacombe di San Callisto: un percorso di grande interesse, nel verde e decisamente preferito dai ciclo-turisti rispetto all’Appia.

    Di contro la ripercussione di una eventuale chiusura, come sbandierato, sette giorni su sette, sul traffico per i cittadini sarebbe drammatica creando un sovraccarico insopportabile sulla Via Ardeatina e su Via delle Sette Chiese (Largo dei Martiri delle Fosse Ardeatine)e aumentando enormente i tempi di percorrenza (con un bell’aggravio di immissioni nell’aria…).

    Purtroppo ciò che come al solito ci tocca constatare, è che queste operazioni sono molto spesso operazioni di facciata, “gridate”, ma che non prendono in considerazione oltre ai benefici anche le problematiche che arrecano alla cittadinanza. Sarebbe utile confrontarsi con i comitati di quartiere e studiare meglio il traffico del quadrante e magari immaginare anche soluzioni alternative e/o di aiuto, non solo decidere a tavolino la pedonalizzazione.

    Saluti a tutti
    Filippo Antonacci

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