La Norvegia vuole investire 1 miliardo di dollari nelle bicistrade

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La Norvegia ha recentemente annunciato un nuovo strumento nella sua lotta contro le emissioni inquinanti legate al transito dei veicoli: una nuova rete di bicistrade, vale a dire superstrade ciclabili aperte solo alle biciclette e offlimits per i mezzi a motore. La cifra che il paese scandinavo intende allocare su questo progetto è davvero notevole: la Norvegia spenderà infatti 8 miliardi di corone norvegesi (al cambio circa 923 milioni di dollari, ndr) per la creazione di 10 bicistrade ampie e a due corsie che collegheranno le 9 città più grandi del Paese e consentiranno ai ciclisti di lunga distanza di viaggiare a una velocità di crociera e con una sicurezza finora impossibili.

Come riporta il sito d’informazione Citylab la componente-chiave del piano per tagliare le emissioni di transito della Norvegia della metà, cioè il sistema di bicistrade proposto, deve fare i conti con alcune difficoltà. In Norvegia – soprattutto per gli alti standard ciclabili scandinavi, dovuti soprattutto alla Danimarca – andare in bicicletta non è ancora così comune, ma le nuove “superstrade per le biciclette” saranno costruite in una nazione montagnosa che è fredda e buia per gran maggior parte dell’anno.

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In primo luogo, è importante essere chiari su ciò che è stato pianificato. In linea con la definizione europea emergente del termine inglese bike highway (la cui definizione/traduzione in norvegese equivale a “super-pista ciclabile”), queste della Norvegia non saranno bicistrade che collegheranno città distanti tra loro centinaia di chilometri, almeno non in questa fase iniziale. Quello che i nuovi percorsi ciclabili faranno sarà di creare collegamenti veloci per pendolari in bicicletta tra i centri urbani e le periferie, estendendo la rete ciclabile protetta fuori dai nuclei urbani e nella campagna circostante.

Queste ampie bicistrade a doppia corsia consentiranno ai ciclisti di pedalare fino a 40 km/h in modo sicuro, rendendo confortevoli le lunghe percorrenze in sella. L’obiettivo è quello di contribuire a ridurre l’uso di combustibili fossili in Norvegia con infrastrutture utili e per tutti, non per decorare il Paese con piste ciclabili dal costo esorbitante su cui nessuno – se non qualche intrepido turista – avrebbe mai pedalato. Qualche inevitabile difficoltà non manca, visto che la Norvegia ha giornate molto brevi e fredde per gran parte dell’anno. Sono presenti anche molte montagne, mentre le città interne del Paese sono pianeggianti con le colline che delimitano i confini urbani.

Dunque la Norvegia non ha le condizioni più favorevoli per sviluppare una vivace cultura ciclistica. I dati a partire dal 2010, indicano che il Paese è in ritardo e abbastanza lontano dai suoi vicini. In Danimarca, il 17 per cento di tutti gli spostamenti a livello nazionale si è svolta in bicicletta, mentre in Svezia la quota di viaggi-in-bici è stata del 12 per cento. In Norvegia nello stesso anno la percentuale è stata solo del 4 per cento, salendo al 5 per cento entro il 2014.

bici norvegia

Per quanto riguarda la questione “pendenze”, le bicistrade saranno costruite cercando di sfruttare al massimo i tratti pianeggianti o con modesti dislivelli, anche se lo sviluppo presente e futuro delle bici a pedalata assistita consentirebbe anche ai meno allenati di poter percorrere lunghe distanze con uno sforzo fisico tutto sommato contenuto.

Ai più scettici riguardo al progetto va ricordato che il piano delle bicistrade non “viaggia” da solo ma fa parte di un pacchetto di misure contenute nel nuovo Piano Nazionale di transito per ridurre l’inquinamento di transito della Norvegia. Entro il 2030, il 75 per cento degli autobus del Paese e il 50 per cento dei suoi camion dovrà essere a bassa emissione – queste le nuove regole contenute nel piano, ndr – mentre il 40 per cento delle sue navi e traghetti (un mezzo importante di transito in Norvegia) a breve distanza dovranno essere o bassa emissione o utilizzare biocarburanti come combustibile.

Inoltre la Norvegia punta, da oggi e fino al 2030, ad avere una crescita zero dell’uso dell’automobile. Questo in un Paese che già oggi ha la quota di mercato più alta del mondo per le cosiddette “auto a zero emissioni”, dovuta in parte anche dalle tasse molto più basse per i veicoli verdi. Tuttavia in futuro questi incentivi sono destinati a finire perché tutte le auto, indipendentemente dal combustibile utilizzato, creano traffico e comunque inquinano (consumo pastiglie dei freni, usura degli pneumatici e sollevamento di polveri).

In conclusione, in un Paese come la Norvegia – dove ci sono sempre meno auto e quelle presenti sono tra le meno inquinanti – un progetto come la rete di bicistrade può rappresentare davvero un ottimo investimento per il futuro della mobilità.

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