E’ bello aver ragione? No! Non lo è perché l’ovvia e naturale soddisfazione per averci azzeccato dura un nulla… giustamente, in quanto subentra ad essa l’altrettanto legittimo risentimento per il tempo perduto e le occasioni sciupate nel frattempo senza alcuna giustificazione plausibile. E fa persino riaffiorare nella mente i davvero tanti e dolorosi, anzi drammatici, eventi storici che nel passato sono costati la vita di troppe persone senza ricavarne niente, perché poi si è tornati al punto di partenza, se non ancora più indietro, sprecando peraltro risorse preziose e pregiudicando il futuro di molti.
Mi riferisco all’avvento celebrato abbastanza in sordina, come mi pare di poter dire (visto che il rullo dei tamburi ed il clamore potevano e dovevano durare di più), dell’aggiunta di un dodicesimo pignone da 50D nella cassetta delle rinnovate trasmissioni SRAM (salvo ulteriori contromisure Shimano, che ha intanto già preparato l’11/46D 11v).
Sono stato spesso accusato di essere anti-SRAM, sebbene i fatti comprovassero il contrario. E per fatti intendo il plauso a molti dei suoi prodotti. Ma non potevo nascondermi dietro un dito fin a partire dalla supposta rivoluzione dell’HammerSchmidt (già citato in riflessioni similari), o per i problemi dei freni e per i “limiti” della sua trasmissione monocorona… usando un termine che in effetti ha scatenato le ire di più di qualcuno e la reazione ignorante, perché soltanto di pancia, di altri. Tant’è che, udite udite, è SRAM stessa che ora prende in prestito il termine “limiti”, riferendolo guarda caso alla trasmissione precedente (o meglio, ancora corrente) a undici velocità. Lo fa per motivare l’arrivo di quella futura con il dodicesimo rapporto grande non quanto il cerchio stesso ma comunque abbastanza da far pensare agli appassionati di complotti, coloro i quali ne intravedono sempre uno, che la ruota la si sia fatta crescere di diametro un po’ alla volta proprio per questo.
Relativamente alla deprimente necessità (che SRAM ci ha imposto con il suo 1 x 11v) di chiarire per anni ed anni in ogni test i menzionati limiti nel range dei rapporti disponibili ed ora finalmente dichiarati per tali dalla stessa, a noi la trasmissione in questione è senza dubbio piaciuta molto, ma questo perché in bici ci andiamo di mestiere e siamo sempre in splendida forma (se non stiamo recuperando da un infortunio… ahi, ahi). MBAction sente però di avere un compito specifico e di doversi per esso misurare per prima con i propri lettori, ovvero con chi di mestiere fa altro, assumendosi le proprie ben chiare responsabilità di trasparenza e competenza al servizio del consumatore.
Siamo contenti che SRAM ci abbia dato ragione? Ce lo siamo già domandati ed abbiamo detto di no, ma siamo almeno contenti che ora quei limiti non ci siano più? Questo sicuramente sì, parlando del puro e semplice calcolo numerico sui rapporti disponibili. Cosa vuol dire, che ci sono lo stesso ancora dei problemi? Non lo sappiamo, ma certo che possono essercene e lo scopriremo nei prossimi mesi.
Sia chiaro comunque che il range vada finemente tarato comunque per ogni tipologia di utilizzo, preferenza e condizione, essendo quasi pari a quello offerto da una doppia corona con undici velocità, ma lo stesso un pizzico meno esteso. Poi rimane da analizzare la questione delle usure, visto che se di corona ce n’è una sola la si utilizza non soltanto il doppio (con qualche approssimazione) ma anche molto, molto, molto male, in termini di incrocio della catena. Se poi si riesce finalmente a montare una corona più grande, che consenta di fare velocità dove prima non se ne faceva (non è esigenza di tutti), allora sicuramente in salita si deve sfruttare l’ultimo pignone, che purtroppo è in alluminio (se no i pesi aumentano troppo), ovvero di un materiale di inferiore resistenza al consumo del profilo di dentature peraltro ulteriormente aggiornate e forse un po’ estremizzate in tal senso, ma verificheremo anche questo. E quali saranno i costi d’esercizio derivanti da tutto ciò? Se poi si tira indietro il pedale, dopo averlo agganciato con la pedivella nella posizione più bassa e preparandosi ad una ripartenza magari in salita (cioè sotto sforzo massimo), la catena sarà scesa di un pignone senza che ce ne si sia accorti e… patatrac?
Le domande ci sono ed è giusto porsele (e l’abbiamo fatto anche noi di Bikeitalia a suo tempo, ndr), in attesa di dar loro una risposta adeguata, ringraziando nel contempo sentitamente SRAM per averci sottratto dall’imbarazzo di tanti anni di critiche dimostratesi ingiuste nei nostri confronti e soprattutto per aver tolto gli appassionati (nella media) dai pasticci, visto che nessun altro pareva volerlo fare.
Ci siamo chiesti infatti perché così tanti produttori di mtb montassero la corona singola ovunque e comunque, come se i famigerati limiti non esistessero. Era mancanza di responsabilità e/o di capacità di visione del futuro? O sono stati costretti a farlo? Non credo ce li abbia costretti SRAM… ma allora chi è stato? Non vorrei pensare che, senza esservi prima sincerati delle vostre effettive necessità e possibilità, siate stati voi a ricattare tutti con un “la compro solo se ha il monocorona!”
Editoriale a cura di Gian Paolo Galloni, direttore di “Mtb Action”
il “MONOCORONA” sulle bici “elettrificate” e’ stata una esigenza di sicurezza, il limitatore a 25km/h e’ facilmente aggirabile/sbloccabile con le ASSISTENZE di pedalata al 400% vi lascio immaginare le velocita’ che si potrebbero raggiungere…. un pericolo per se e per gli altri.
Bisogna comunque analizzare la cosa per le diverse discipline, per quanto riguarda le competizioni, e al biker medio per le trail bike ed am/enduro. Se ci riferiamo alla classica bici per l’amatore (non allenato ma neanche schiappa) che come me ci vuole fare di tutto dal giretto XC da 50km alla salita per una discesa Enduro/FR ovvio la la doppia ad oggi è ancora la soluzione migliore (senza voler spendere troppo). Unico neo che ormai tutti i produttori hanno deciso per bici da enduro/am di eliminare la possibilità di montare il deragliatore anteriore per esigenze strutturali, semplicità di progettazione e MARKETING.