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Ferrara, città delle biciclette… e le altre perché no?

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Avere un contesto urbano che favorisce l’uso della bicicletta può essere decisivo per far sviluppare la ciclabilità sul proprio territorio: Ferrara l’ha dimostrato negli anni, con azioni volte a creare migliori condizioni per pedalare e un’attenzione per le due ruote che affonda le sue radici molto lontano, se si pensa che la prima ciclabile ferrarese risale al 1908 e che la diffusione della bici è sempre stata alta in quel di Ferrara.

Circa un terzo dei ferraresi utilizza quotidianamente la bici
: un mezzo di trasporto ideale per spostamenti entro i 10 km, soprattutto dove le strade pianeggianti rendono il tutto ancora più agevole. Ma le ciclabili da sole non fanno i ciclisti, a incidere sul numero di persone in sella è anche la percezione che si ha della bici da parte dell’amministrazione e degli stessi cittadini: il legame tra bici e Ferrara è forte e si è rinsaldato nel tempo.

La prima iniziativa, di carattere cicloturistico, risale al 1995: l’introduzione della Bicicard, una tessera che permetteva ai turisti di lasciare la propria auto in un parcheggio apposito e di prendere a noleggio una bicicletta gratuitamente, di entrare nei musei civici senza pagare il biglietto, di usufruire di sconti per mostre e pernottamenti in hotel nonché agevolazioni in ristoranti e negozi convenzionati.

Sempre nel 1995, Ferrara entra a far parte del circuito europeo Cities for Cyclists (città per i ciclisti). Il network ha come obiettivo di promuovere la bicicletta come parte integrante del traffico urbano. Il provvedimento più importante, quello che ha permesso di dare impulso al “sistema-bicicletta” ferrarese, è stato senza dubbio l’istituzione dell’Ufficio Biciclette nel 1996, rimasto per anni l’unico in Italia.

Qualche tempo fa avevamo intervistato Gianni Stefanati, il Bicycle Manager della città di Ferrara, e i concetti espressi riguardo ai risultati raggiunti come amministrazione e al continuo lavoro da fare per mantenere alto il livello di ciclabilità oggi restano validi. La rete ciclabile in sede propria, con percorsi radiali e interconnessi, si sviluppa all’esterno della cinta muraria al cui interno è racchiusa la città storica: qui Ferrara dispone di un’ampia area a ciclabilità diffusa quasi del tutto priva di piste ciclabili.

Questa condizione, comune a molte realtà italiane, invita a riflettere: che cosa manca a decine di città simili – con popolazione compresa tra 100 e 150mila abitanti – per diventare più bike friendly? Perché per spostamenti quotidiani inferiori ai 10 km in moltissime realtà urbane il mezzo più utilizzato è l’automobile in modalità 1:1 (dove cioè chi guida è l’unico occupante del veicolo, ndr)? Quali azioni bisogna intraprendere per dare un’impronta ciclabile alle altre città d’Italia?

Ciascuna realtà geografica ha caratteristiche proprie
, ma il dato che le accomuna tutte è la presenza delle auto e la loro considerazione sulle strade: incentivare la circolazione delle auto, alla lunga, impoverisce il territorio e crea un effetto-domino dove le conseguenze negative – come l’inquinamento e l’incidentalità stradale – impattano sulla società peggiorando la qualità della vita. “Pensare ciclabile” significa sottrarre spazio alla mobilità insostenibile a motore con azioni mirate per chi sceglie di spostarsi pedalando.

Ferrara può rappresentare un modello per indurre altre realtà comunali a diventare sempre più a misura di bicicletta: non a caso la rete Cittainbici.it – che collega gli Enti locali che in Italia che hanno attivato un Ufficio Biciclette, a oggi 29 – è coordinata dalla città di Ferrara e gestita tramite l’Agenzia della Mobilità (AMI Ferrara).

Negli ultimi 20 anni le azioni-a-pedali di Ferrara sono state molteplici: la Carta della Bicicletta nel 1997, l’approvazione del Biciplan nel 1998, l’avvio del sistema “C’entro in bici” nel 2004 per l’utilizzo gratuito di biciclette pubbliche da parte dei pendolari; campagne mirate per la sicurezza dei ciclisti e per il contrasto ai furti di bici; nel 2013 collocazione di ContaBicy sulle ciclabili di accesso alla città storica per monitorare passaggi/frequenza dei ciclisti. E tante altre presenti sul sito dedicato ferrarainbici.it.

Se è vero che Ferrara sta lavorando con attenzione da 20 anni su questo tema e può contare su una popolazione incline a pedalare e un territorio pianeggiante, è vero anche che “volere è potere” e che le altre amministrazioni locali sono chiamate a fare la loro parte per considerare la bicicletta come un mezzo di trasporto da valorizzare in ogni ambito: una scelta che ripaga in ogni senso. Provare (e pedalare) per credere.

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