La verità fa male e la campagna per la sicurezza stradale promossa dal Ministero dei Trasporti del Brasile fa discutere: “anche le persone buone uccidono”, questo in sintesi il messaggio-shock che invita a riflettere e attira l’attenzione dell’opinione pubblica.
Contrariamente a quello che molto spesso veicolano i mass media, i cosiddetti incidenti stradali non sono provocati solo o per la maggior parte dei casi da persone “cattive” con precedenti penali e/o condotte sconsiderate – come mettersi al volante sotto l’effetto di alcool/droga – ma anche da gente incensurata, altruista e buona d’animo che però guida a velocità troppo elevata e che si distrae guardando compulsivamente il cellulare anziché la strada.
L’idea della pubblicità progresso brasiliana non è particolarmente innovativa – ci sono state diverse campagne nel mondo legate alla distrazione fatale connessa al messaggiare sul telefonino mentre si guida – ma in questo caso il salto di qualità è stato proprio puntare sul fatto che “anche chi ama gli animali, chi fa volontariato, chi pianta alberi nella propria città” può diventare un criminale e uccidere per il solo fatto di distrarsi alla guida.
Oltre allo spot, veicolato sulle reti televisive brasiliane ma anche su internet, la campagna si compone anche di una serie di affissioni che hanno fatto insorgere le varie categorie additate come “potenzialmente assassine”: non hanno gradito il messaggio soprattutto gli animalisti, che s’impegnano ogni giorno proprio per evitare le sofferenze agli animali e si professano contrari a ogni forma di violenza. Ma è proprio per questo che a mio avviso la campagna è riuscita a colpire nel segno: il solo fatto di “essere” in un certo modo non mette al riparo automaticamente dal poter “diventare” qualcos’altro se non si rispetta il codice della strada quando ci si mette al volante.
Un mezzo a motore può diventare un’arma e basta un attimo di distrazione per trasformare anche una persona buona in un assassino. Le campagne shock come questa hanno quantomeno il merito di mantenere alta l’attenzione sul tema e alimentare il dibattito, ma finché non ci metteremo in testa che la guida di un mezzo potenzialmente letale necessita del rispetto di tutte le regole della strada – senza eccezione alcuna – continueremo a considerare gli incidenti come fatalità o “azioni cattive”. Invece è pieno di persone “buone” che provocano incidenti mortali. E la vita è una: è bene ricordarlo.
Secondo me è invece un messaggio profondamente sbagliato; che una distrazione possa capitare a tutti è ovvio, anche al migliore essere umano sul pianeta Terra, ma se consideriamo la tipologia umana che causa gli incidenti, dal meno grave al più grave, troviamo – quasi – sempre una certa forma mentis, diciamo così, del soggetto responsabile. Questo lo possiamo rillevare sia dalle nostra esperienza diretta, sia da quello che apprendiamo dai media.La realtà è una cosa., interpretarla si può fare, ma molte volte si sbaglia.
il video yt è privato, non si vede
In realtà il video embeddato da youtube era stato cancellato: abbiamo appena aggiornato il link, grazie della segnalazione.