72 milioni di sterline all’anno: i benefici del Cycle to Work nel Regno Unito

Continua la nostra serie di articoli sull’iniziativa “Cycle to Work” nel Regno Unito. Oggi analizziamo i benefici per la collettività, riassumibili nella cifra di 72 milioni di sterline all’anno.
benefici Cycle to Work uk

Che cos’è il Cycle to Work

“Cycle to Work” è il nome di un progetto attivo nel Regno Unito dal 1999: i lavoratori possono acquistare bici a rate con sconti dal 25 al 35%. Nel primo articolo di questa serie avevamo descritto in dettaglio come funziona il Cycle to Work, e quali sono gli ovvi vantaggi per chi si avvale di questa opportunità. Ma non sono solo i lavoratori-ciclisti a trarre benefici: il Cycle to Work ha un impatto positivo su tutta l’economia del Regno Unito.

L’impatto economico del Cycle to Work secondo l’Institute for Employment Studies

Lo studio più approfondito sull’impatto economico del Cycle to Work è stato pubblicato pochi mesi fa dall’Institute for Employment Studies. È un report molto dettagliato, che chi ha responsabilità politiche (e questo, in una democrazia, vuol dire tutti) dovrebbe leggere in prima persona. Qui ne riassumiamo i punti salienti.

I benefici

I benefici economici del programma Cycle to Work ammontano a ben 72 milioni di sterline all’anno. Come si arriva a stimare questa cifra?

PRIMA FASE

Prima di tutto l’Institute for Employment Studies si è avvalso di numerose indagini statistiche. È stato così possibile quantificare alcuni dati relativi alla maggiore attività fisica fatta dai lavoratori britannici:

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  • il 9% di coloro che sfruttano questa possibilità sono persone che non utilizzavano la bici
  • Cycle to Work contribuisce quindi a mettere in sella in media 9’200 nuovi ciclisti all’anno
  • il 65% dei partecipanti ha aumentato il tempo che trascorre in bici durante la giornata
  • in media, chi si è avvalso del Cycle to Work pedala per 30 minuti al giorno in più rispetto a prima

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grafico risultati Cycle to Work

Il grafico mostra l’aumento delle miglia percorse in bici settimanalmente per tre classi di lavoratori

SECONDA FASE

Questi dati vengono poi incrociati con i risultati di numerosi studi internazionali, che hanno dimostrato come una maggiore attività fisica riduca di molto la probabilità di rimanere vittima di alcune malattie. Qualche esempio citato nello studio, tra gli altri:

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  • uno studio finlandese ha dimostrato come pedalare per 30 minuti al giorno riduca il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
  • innumerevoli studi mostrano ovviamente la correlazione fra il pedalare e una ridotta probabilità di essere in sovrappeso o obesi
  • il pedalare è correlato a una minore probabilità di soffrire di malattie cardiovascolari
  • …o di cancro al colon

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Si tratta forse di cose talmente ovvie da sembrare banali, ma è molto importante appoggiarsi a studi scientifici seri, fatti su larga base, in grado di quantificare con precisione queste correlazioni fra attività fisica e salute. Solo in questo modo infatti è possibile passare alla terza fase.

TERZA FASE

Conoscendo i costi di queste malattie per la sanità pubblica, è possibile stimare il risparmio per lo Stato, quantificato dall’IES in 72 milioni di sterline all’anno.

grafico benefici per la salute del Cycle to Work

Benefici per la salute riportati dai partecipanti al Cycle to Work: “in generale”, “migliore forma fisica”, “perdita di peso”, “minore stress”, “asma migliorato”.

È importante notare come queste stime dell’IES siano molto conservative, in quanto non tengono conto di alcuni fattori molto importanti, come ad esempio la riduzione di emissioni nocive nell’atmosfera o i maggiori introiti per lo Stato grazie alle tasse sulla vendita di bici e accessori.

Nel prossimo articolo inoltre descriveremo anche i benefici per le aziende e per i negozi di bici che partecipano al Cycle to Work, anche questi non inclusi nella stima dell’IES.

I costi

Non ci sono dati ufficiali relativi al costo del programma Cycle to Work. Sapendo però quante persone se ne avvalgono ogni anno, e quanto costano in media le bici acquistate dai lavoratori britannici, è possibile arrivare a una stima precisa.

L’Institute for Employment Studies ha calcolato che il costo medio che le finanze dello Stato del Regno Unito devono sostenere per ogni bici acquistata è di 190 sterline. Moltiplicando questo dato per il numero di lavoratori che hanno sfruttato questa possibilità (184’000 nell’ultimo anno per cui si hanno dati precisi) il costo totale è di 35 milioni di sterline all’anno. Ricordiamo che i benefici sono stati stimati in 72 milioni di sterline all’anno, più del doppio rispetto ai costi. Il ROI è quindi superiore al 100%; difficile trovare altre forme di investimento con risultati così positivi.

Il caso irlandese

Il governo irlandese, dopo aver osservato cosa accade nel vicino Regno Unito, ha deciso dal 2009 di introdurre un’iniziativa molto simile. Anche in questo caso l’impatto economico è stato oggetto di un approfondito studio condotto dalla Irish Bicycle Business Association con una metodologia simile; i benefici netti per le casse dello stato irlandese sono stati stimati in più di 6 milioni di euro all’anno.

Un contributo per l’economia

infografica Cycle to Work

Questa infografica riassume i dati che abbiamo esposto nell’articolo (cliccare per ingrandire)

Insomma, il Cycle to Work non è un sussidio a fondo perduto dato ai lavoratori britannici: si tratta di un contributo positivo per l’economia, che ha aiutato a determinare la buona performance dell’economia inglese negli ultimi decenni. Ogni sterlina investita nel Cycle to Work ne ha fatte risparmiare 2 in spesa sanitaria; questi soldi risparmiati possono a loro volta essere investiti in altre attività produttive.

C’è un paese in Europa che cresce meno del Regno Unito; che ha finanze pubbliche in condizioni peggiori; ma anche un clima più favorevole all’uso della bici. Questo paese si chiama Italia. Perché non copiare ciò che funziona?

Leggi anche:

Cycle to Work, come funziona dal punto di vista dei lavoratori.

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