Non è la prima volta un’azione di cicloattivismo urbano convince l’amministrazione di turno ad agire facendo propria l’istanza di sicurezza promossa da chi pedala ogni giorno su strade sempre più pericolose per chi è in sella: il caso della bike lane di Wichita protetta dagli sturalavandini è un’azione di guerrilla cycling che ha già fatto scuola.
Poco meno di un mese fa, sabato 18 febbraio 2017, un piccolo gruppo di cicloattivisti aveva installato a protezione di una bike lane su strada una dozzina di sturalavandini, con bande catarifrangenti sul manico per segnalare ai mezzi a motore in transito la presenza del percorso dedicato alle bici: un’azione pianificata dallo Yellobrick Street Team all’incrocio tra la Prima e la Washington, dove la ciclabile veniva utilizzata dalle auto come corsia di svolta a destra creando situazioni di pericolo.
In poco meno di 48 ore, il lunedì seguente, l’amministrazione aveva prontamente rimosso l’intervento ciclabile “fuorilegge” ma intanto le immagini degli sturalavandini a protezione della bike lane avevano già cominciato a girare sui social network e poi sui siti specializzati, diventando virali. La copertura mediatica nei giorni successivi è stata davvero molto ampia. In questo modo i cicloattivisti hanno potuto continuare a fare pressione sull’amministrazione cittadina, per rendere permanente la segnalazione della ciclabile a quell’incrocio. Come successe anche a San Francisco qualche tempo fa.
Il contesto, va detto, è comunque abbastanza bike friendly se si pensa che nel corso degli ultimi anni la città di Wichita ha realizzato complessivamente più di 30 miglia di piste ciclabili e bike lane, portando i percorsi dedicati alle bici a oltre 100 miglia: inoltre nel Bicycle Master Plan cittadino ne sono previste altre 100. Tuttavia va anche sottolineato che le ciclabili, da sole, non fanno i ciclisti e che per diffondere la mobilità-a-pedali in modo capillare vanno progettati opportunamente i collegamenti per poter raggiungere in sicurezza i percorsi ciclabili, in modo tale che la rete rappresenti una valida alternativa di trasporto e che dunque sia adatta a tutti i tipi di pedalatori, non soltanto a quelli sportivi e/o a quelli della domenica.
Le bike lane rispondono all’esigenza di disegnare sulle strade i percorsi più diretti per le bici, ma il punto critico resta sempre quello degli incroci: senza un’adeguata segnalazione/protezione l’intersezione dove svoltano mezzi a motore può creare una situazione pericolosa per chi pedala, soprattutto quando viene invaso all’improvviso lo spazio ciclabile dove non ci si aspetta di trovare un’auto in transito.
Fatto sta che l’azione di guerrilla cycling dello Yellobrick Street Team ha colpito nel segno: il 7 marzo scorso l’amministrazione ha di fatto “omologato” il sistema di protezione di quel tratto di bike lane installando una serie di delineatori verticali catarifrangenti e creando il primo percorso protetto ciclabile su strada di Wichita. Si tratta di una vittoria del cicloattivismo che, portando avanti un’istanza di sicurezza, ha indotto i decisori politici a rendere legale e permanente quella che era nata come una provocazione fuori dalle regole: una soluzione che certifica come giusta e ragionevole la forte richiesta di sicurezza da parte dei ciclisti urbani.