Ieri pomeriggio alcune centinaia di ciclisti milanesi hanno manifestato per reclamare più sicurezza per le persone che scelgono di muoversi a piedi o in bici per le strade della città. Erano presenti gruppi e associazioni attivi sul territorio, tanti corrieri in bici, rappresentanti di negozi e attività commerciali, singoli ciclisti.
La manifestazione è stata convocata dopo l’ennesimo incidente mortale: venerdì mattina Franco Randone è stato investito e ucciso da un camion che usciva da un cantiere della metropolitana. Le immagini della bici arrotolata attorno alla gigantesca ruota del mezzo hanno colpito molti cittadini e sono una fotografia perfetta dell’insostenibile sproporzione di pesi, dimensioni e velocità che caratterizzano le strade milanesi. Chi si muove su mezzi piccoli, leggeri (e non inquinanti) deve essere protetto e tutelato.
Il pomeriggio milanese si è articolo in quattro fasi: il presidio con la posa della ghost bike, il corteo in bici verso la sede del Comune di Milano, il flash mob davanti a Palazzo Marino e l’incontro con l’assessore alla mobilità Marco Granelli e alcuni consiglieri comunali di maggioranza.
Il presidio è stato un momento commovente come sempre in questi (purtroppo numerosi) casi: la ghost bike è un regalo per Franco, sperando che abbia voglia di pedalare ancora, e la famiglia di Franco è anche la famiglia di tutti i ciclisti milanesi. Che abbracciano così idealmente tutte le persone che gli volevano bene e in fondo poi chiedono solo una cosa: di poter tornare a casa sani e salvi la sera.
Il corteo lungo la circonvallazione dei Navigli è stato una risposta alla notizie lette sulla stampa e dalle quali sembrava che l’amministrazione milanese (dichiarazioni degli assessori Rozza e Granelli) intendesse in qualche modo limitare la circolazione dei velocipedi in certe zone della città per garantire loro maggiore sicurezza. I ciclisti milanesi pedalando sulla circonvallazione hanno così ribadito che di lasciare la strada proprio non hanno alcuna intenzione. Semmai dovrebbero essere proibite le automobili, quella sarebbe una misura per la sicurezza di chi va in bici.
All’arrivo a Palazzo Marino (sede del Comune di Milano) la manifestazione è stata accolta da alcuni consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, che hanno assistito al momento nel quale tutti si sono distesi a terra con le proprie bici: persone inermi e silenziose sull’asfalto, una scena che nessuno vorrebbe vedere mai più, e che invece purtroppo siamo costretti a vedere di continuo. Perché non ogni giorno si muore sulle strade di Milano, ma ogni giorno si viene colpiti, feriti, investiti.
A questo punto per tramite dei consiglieri presenti è arrivata la disponibilità a un incontro di ascolto da parte dell’assessore alla mobilità Marco Granelli. Una delegazione composta da rappresentanti di gruppi e associazioni e da singoli ciclisti è entrata a Palazzo Marino e ha potuto esporre le proprie ragioni all’assessore e ai consiglieri comunali presenti. Senza entrare nel merito delle singole richieste, il tema di fondo è stato uno solo: avete voglia di fare qualcosa per la ciclabilità? Avete voglia di dare un segnale di svolta alle politiche per la mobilità sostenibile?
La risposta è stata per il momento interlocutoria. L’assessore Granelli ha smentito tutte le notizie circa le limitazioni alla circolazione delle bici in certe zone della città e vicino ai cantieri, precisando che verranno presi provvedimenti per aumentare la sicurezza riducendo la velocità delle automobili e degli altri veicoli. Sul tema più generale, invece, l’invito è quello di presentare osservazioni puntuali e integrazioni significative al Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) che sarà pubblicato nei prossimi giorni e che potrà diventare il documento dell’amministrazione per l’avvio di quelle politiche più incisive che vengono richieste. In altre parole Granelli dice di mettere dentro il Pums la città che vogliamo e l’amministrazione si impegnerà a realizzarla. Da parte dei consiglieri, invece, è arrivata la notizia della prossima costituzione di un gruppo “amici della bicicletta” (il nome è solo una suggestione) che sarà trasversale rispetto alle forze politiche e che dovrebbe rappresentare il modo per portare con forza e continuità i temi della ciclabilità dentro il Consiglio comunale.
L’ incidente è avvenuto dove c’è uno dei cantieri per la nuova metro 4; questi cantieri causano grave disagio per la circolazione dei vari mezzi, auto, tram, ecc. ma anche dei pedoni per tutto il centro di Milano. Sembra che il progetto della nuova linea 4 prevedesse molti meno cantieri di superficie e dunque meno situazioni a rischio per la viabilità; non sarebbe stato meglio? Perchè è stato modificato? Perchè è stata cambiata la azienda costruttrice? Basta recarsi un giorno a Milano per constatare che più che vie cittadine, molte tra quelle del centro sembrano zone di guerra, con sbarramenti di ogni tipo, circolazione pesantemente modificata ecc. ecc.
Si poteva evitare tutto questo? La risposta è sì. Perchè non lo si è fatto?
LINK curriculum
http://mediagallery.comune.milano.it/cdm/objects/changeme:12454/datastreams/dataStream3900002961403060/content
Graanelli non è un interlocutore.
Leggere il suo curriculum per capire che non può gestire traffico e ambiente di una città trafficata e inquinata ma con una spinta unica verso il cambiamento.
Per me deve essere sostituito da uno più autorevole e capace
PS: 1 anno è poco? NO il suo operato lo giudico anche sui 5 anni precedenti in cui si occupava di Polizia locale a Milano