Una serie di itinerari che partono da Borgo San Pietro (535 metri) per chi vuole gustare meravigliosi panorami e trascorrere attimi tra alcuni dei borghi più belli dell’Italia con i pochi abitanti rimasti tra cultura e gastronomia. E il gran finale con la salita del Monte Terminillo. Il tutto percorrendo 548,49 km e 9789 metri di dislivello in salita
Il Cicolano è una sub-regione del Lazio, situato nella bassa Provincia di Rieti al confine sud-est con l’Abruzzo, che comprende la valle del fiume Salto tra la Piana di San Vittorino a nord-ovest, la Sabina ad ovest, le Montagne della Duchessa a sud-est. Confina con la Marsica e con il Fucino a sud e con la zona aquilana della Valle dell’Aterno (Conca Aquilana) ad est, è da essa geomerfologicamente separato per mezzo dello spartiacque appenninico.
E’ un territorio prevalentemente montuoso e mediamente vasto che fa parte della VII Comunità Montana Salto Cicolano, comprendente i comuni di Borgorose, Conserviano, Flamignano, Marcetelli, Pescopocchiano, Petrella Salto, e Varco Sabino. Il territorio a tratti impervio e spesso boscoso scende a picco, attraverso molti rilievi e valli minori, sulla sottostante Valle del Salto comprendendo l’omonimo Lago del Salto, la piana di Civitella e quella di Borgorose-Corvaro.
Gli accessi stradali primari sono attraverso la Strada statale 578 Salto Cicolana sia provenendo da Rieti sia dalla A4 “Roma-Teramo” attraverso l’uscita “Valle del Salto”. Accessi stradali secondari montani provengono dal territorio abruzzese (Tornimparte), dalla bassa Sabina (Lago del Turano), dal carseolano (Pietrasecca) e dall’abitato di Torano-Grotti.
Il Cicolano trae la sua denominazione dagli Equicoli, termine riferito alle popolazioni stanziate nella valle del Salto a conclusione delle lotte sostenute contro Roma, entrato in uso nella tarda età repubblicana nelle fonti letterarie greche e latine. La denominazione di ‘Ecyculanus ager’ riferita al territorio degli Equicoli, compare per la prima volta nel ‘Liber Coloniarum’.
Con base a Borgo San Pietro, sulle rive del Lago del Salto per una decina di giorni ho percorso diversi itinerari per scoprire le bellezze di questo luogo con i suoi borghi storici e splendidi paesaggi.
Il tutto con la mia KTM Macina elettrica di cui faccio una premessa. Il mezzo è risultato una Ferrari che in salita non aveva avversari (vedi gli amici di viaggio). Poi in discesa l’abilità del sottoscritto ha fatto il resto.
Di Borgo San Pietro voglio citare solo Il Monastero di Santa Filippa Mareri. Sommerso dalle acque l’antico monastero di Santa Filippa Mareri, risalente al XIII secolo. Durante l’estate, quando il livello delle acque del lago si abbassa, parte dell’edificio dell’antico monastero riaffiora. Il monastero è stato ricostruito nel borgo e vi sono stati trasportati alcuni reperti dell’antico monastero tra cui opere d’arte e il corpo della santa. Nel nuovo monastero il corpo della santa è conservata in un’urna all’interno di una cappella con alcune reliquie, tra cui un saio e a parte in una teca il cuore della santa. Nel museo del monastero un vecchio portone e una campana del vecchio monastero risalenti al XVI secolo e numerosi quadri di Giorgio de Chirico che il pittore ha donato al monastero. Tra le opere un autoritratto del 1960.
1° Giorno
Giro del lago e nuovo record (32 km alla media di 37 km/h)
Il lago del Salto è il più grande lago artificiale del Lazio. Si trova in provincia di Rieti ed è stato creato nel 1940 dallo sbarramento del fiume Salto con la diga del Salto e la conseguente sommersione dell’omonima profonda Valle nel Cicolano. Le sue acque sono condivise con quelle del vicino lago del Turano, altro bacino idroelettrico, mediante un canale artificiale lungo circa 9 km sotto la giogaia del Monte Navegna (1508 m s.l.m.). I due bacini artificiali del Salto e del Turano alimentano la centrale idroelettrica di Cotilia, costruita nel 1942 a servizio delle acciaierie di Terni.
Per la sua realizzazione sono stati cancellati e ricostruiti sulle sponde i centri abitati di Borgo San Pietro, Teglieto e Fiumata, frazioni di Petrella Salto, e Sant’Ippolito, frazione di Fiamignano. Di questi si ricorda il primo come marginale esempio di architettura razionalistica italiana in una provincia durante il Fascismo segnata prevalentemente da interventi rurali e forestali.
Una grossa lapide incisa nella roccia presso la Diga del Salto, situata nel bordo nord-occidentale del lago, ricorda le vittime per la costruzione del possente sbarramento cementizio alto oltre 90 m, all’epoca della sua costruzione la diga più alta d’Italia.
Lo scorso anno avevo già limato il record del giro del lago che è 32,03 km scendendo sotto l’ora. Quest’anno ho fatto meglio arrivando a fare il giro in 51’50” ad una media di 37,1 km/h nonostante le sue 342 curve di cui metà oltre i 45°. Il campione italiano Giorgio Antonelli ha detto che un tempo imbattibile.
2° giorno
Rieti – Lago di Piediluco – Labro. Uscita con il Campione Italiano Giorgio Antonelli (km 55,52)
Mica facile descrivere la bellezza di andare a fare un giro in bici con il migliore. Ossia Giorgio Antonelli, campione italiano amatori ed ex professionista con Moreno Argentin. Ora fa l’insegnante a Rieti ma ogni domenica è in gara dove eccelle nelle prove a cronometro. Nella sua carriera ha vinto 145 gare di cui 100 contro il tempo. Do alcuni dati: km 55 su un percorso che andava da Rieti al Lago di Piediluco e salita a Labro. 1h41′, media 28 km/h, pendenze sui due muri anche del 25% e velocità che hanno toccato anche i 54 km/h. Con la mia “Ferrari” targata KTM non l’ho mai mollato.
Ecco il video.
Ma veniamo ai luoghi. Il lago di Piediluco (375 m) si trova sulle sue rive sorge il paese di Piediluco, frazione di Terni. Collocato alle propaggini sud-orientali dell’Umbria, con un ramo che sconfina nel Lazio, il lago di Piediluco può essere considerato il più grande bacino lacustre naturale della regione dopo il Trasimeno.
Si può tranquillamente affermare che l’afflusso ed il deflusso delle sue acque è completamente regolato per il fabbisogno energetico delle industrie della vicina Terni. L’emissario, cioè il fiume Velino, è deviato verso Marmore dove si getta nel fiume Nera formando la cascata delle Marmore.
Quindi Labro, antico borgo arroccato sulle montagne e affacciato sulla Valle del Fuscello e sul Lago di Piediluco. Un delizioso gioiello, sconosciuto ai più, ma che merita sicuramente una visita.
Viuzze tortuose, il castello del signorotto dell’epoca (Nobili Vitelleschi), splendidi panorami e anche qualche localino niente male, per degustare le prelibatezze locali (il che non guasta).
3° giorno
Giro dei due laghi del Salto e Turano (km 77,58)
Giro in solitaria di un itinerario tra la valle del Salto e la Sabina. Partito da Borgo San Pietro sono transitato per Fiumata e poi salire verso Vallecupola paesino medioevale collocato a 1000 metri di altezza tra il Lago del Salto e del Turano, con una cornice naturale straordinaria.
Intorno a Vallecupola il tempo sembra essersi fermato e l’assetto territoriale dei secoli passati si è conservato praticamente integro. Il borgo vanta due chiese parrocchiali, S. Croce e S. Maria della Neve. Fino a pochi anni fa quest’ultima custodiva una bellissima croce d’argento lavorato, poi trasferita nel Duomo di Rieti, attribuita a Jacopo Del Duca, collaboratore di Michelangelo.
In tempi storici le principali occupazioni degli abitanti erano la pastorizia transumante e un’agricoltura montana di sussistenza. Sulle pendici del Monte Navegna a sud ovest del paese, il carattere estensivo di queste attività, ancora praticate, ha consentito la conservazione integrale di un vasto e bellissimo lembo di ambiente rurale di una volta, organizzato secondo il sistema dei ” Campi Chiusi ” da siepi. Si tratta di un paesaggio leggibile quasi come una mappa catastale, in cui i limiti degli appezzamenti sono delle fasce verdi composte dai più comuni alberi e arbusti dei boschi circostanti.
Attraverso la montagna e arrivo a Longone Sabino dove da visitare c’è l’Abbazia, la Chiesa di san’Anna e di San Antonio.
E arrivo al lago del Turano che è un lago creato artificialmente ai margini della riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia in provincia di Rieti.
A 536 m sul livello del mare, il lago del Turano è un grande bacino idroelettrico realizzato sul fiume omonimo con la costruzione della diga del Turano, nel 1939, nei pressi dell’abitato di Posticciola e di Stipes.
Lungo una decina di chilometri e con un perimetro di circa 36 km, è collegato al lago del Salto da una galleria lunga 9 km e insieme a questo alimenta la centrale idroelettrica di Cotilia, parte del nucleo idroelettrico di Terni, che rilascia poi le acque nel Velino a monte sia della città di Rieti che della confluenza dei fiumi Salto e Turano che nel loro corso naturale si immettono nel Velino, il primo subito prima dell’abitato di Rieti e il secondo a valle di Rieti nella Piana Reatina.
Si distende ai piedi del monte Navegna (1506 m), una riserva naturale coperta di boschi, ed è caratterizzato dalla presenza sulle sue rive di antichi paesi e castelli che si specchiano nelle limpide acque.
A metà del lago si fronteggiano, il primo su una penisola e l’altro su un cocuzzolo roccioso, i due centri abitati di Colle di Tora e di Castel di Tora, i cui nomi furono cambiati nel 1864 a ricordo dell’antica città sabina di Tora. Gli altri paesi che si affacciano sul lago sono Ascrea e Paganico Sabino.
La prima testimonianza storica di questo borgo risale al 1035, quando in alcune cronache si parla di un Castrum Vetus de Ophiano, e fino al 1864 infatti il paese aveva come denominazione Castelvecchio. Il nome attuale si volle riallacciarlo ad un antico insediamento equicolo denominato Tiora Matiene che però è da localizzare altrove: per la maggior parte degli studiosi a S. Anatolia nel Cicolano, in cui nel 251 d.C. avvenne il martirio dell’eponima santa, per altri presso l’odierna Teora (Aq). In verità era più corretto riallacciare il nuovo nome a “Tore”, un insediamento medievale della valle del Turano.
I soliti ciclisti da bar, quelli che sanno tutto ma preferiscono il buon bicchiere di Montepulciano o Trebbiano d’Abruzzo alle salite, mi avevano parlato del “Piccolo Zoncolan” ossia una strada di 7 km con un dislivello di circa 700 metri che scavalca il Monte Navegna da Castel di Tora per arrivare a Vallecupola. Così a Castel di Tora dopo aver bevuto un paio di bicchieri di Trebbiano per prendere coraggio chiedo informazioni. Anche qui tanti sapientoni ma alla fine mi trovo su una strada sterrata che sale sino al passo (3 km) con pendenze sempre superiori al 10% arrivando in certi punti anche al 28%. La KTM e il suo motore Bosch per l’occasione si sono dimostratati davvero all’altezza della situazione.
Quindi in discesa e qualche strappo passo per Rigatti (837 m), un paese fu costruito nel XV secolo dagli abitanti del vicino paese di Mirandella che era stato completamente distrutto da un violento terremoto. Molto scarse sono le notizie riguardanti la storia di questo piccolo centro della Sabina che deve la sua importanza soprattutto al valico posto a breve distanza, da cui prende il nome e che anticamente collegava la Sabina con l’Abruzzo, e sono tornato a Borgo San Pietro.
4° Giorno
Giro Marcetelli, Varco Sabino, Rigatti, Varco Sabino, Poggio Vittiano Rocca Vittiana (km 47,26)
Uscita con il cugino Cesare, campione indiscusso di Borgo San Pietro. L’itinerario si svolge sempre nelle zone della Sabina. Saliamo, sempre dopo Fiumata, sino a Marcetelli (930 metri) che con i suoi 89 abitanti è il più piccolo comune della regione per numero di abitanti. Questo piccolo e grazioso paese del Cicolano è circondato da fitti boschi di faggi e castagni secolari che hanno garantito una sempre fiorente raccolta di castagne e, almeno fino all’inizio del nostro secolo, hanno fornito lavoro agli abitanti che si sono specializzati nell’industria del legno e distinti nella costruzione di botti e barili. Deve il suo nome probabilmente all’unione di due termini latini “marsorum tellus”, Terra dei Marsi, antica famiglia locale che fu tra le probabili fondatrici del originario nucleo.
La sua costruzione, risalente alla fine del XII secolo, è da attribuirsi alla famiglia dei Mareri che governò Marcetelli fino al 1655. Quindi il borgo fun venduto al Cardinale Francesco Barberini rimanendo sotto la giurisdizione pontificia fino al 1817, anno in cui il principe don Francesco Barberini rinunciò ai diritti sul feudo.
Riscendiamo per Rigatti e quindi ecco Varco Sabino (742 metri), piccolo borgo di origini quattrocentesche, sorto in seguito al terremoto che aveva distrutto il vicino paese di Mirandella lungo la strada che conduce al valico che collegava la Sabina con l’Abruzzo, attraverso i monti Carseolani.
In zona era probabilmente presente un gruppo di casolari attorno alla chiesa rurale di Sant’Angelo, con la scarsa popolazione dedita ad attività agricole ed artigianali.
Nel caratteristico centro storico del piccolo borgo della Sabina laziale si può visitare la chiesa parrocchiale, dedicata a S. Girolamo, che custodisce un bassorilievo di croce processionale del XV secolo.
Si scende ancora per attraversare Poggio Vittiano (660 metri) un borgo avvolto spesso dalla nebbia che crea dal lago una visione spettacolare. Anche la fondazione di Poggio Vittiano è avvolta nelle nebbie. Il castello, compreso anch’esso nella signoria territoriale di s. Salvatore maggiore, compare nelle fonti in XIII secolo. Nel 1253, ad esempio, è ricordata la chiesa di S. Maria di Poggio Vittiano, ma la fondazione è indubbiamente ben più antica e potrebbe essere retrodatata di almeno due secoli. Quindi Rocca Vittiana e giù sino alla Diga del Salto per tornare a Borgo San Pietro.
5° Giorno
Borgo San Pietro – Colle Mazzolino – Fiamignano – Petrella Salto – Staffoli
Oggi in programma un giro con i campioni Giorgio Antonelli, Valerio Pasquetti e il solito cugino Cesare.
Fatto un pezzo del lago da Fiumata si sale sino a Colle Mazzolino e qui inizia la battaglia non dichiarata sulla salita che porta a Fiamigmano tra Giorgio Antonelli e Valerio Pasquetti. Vanno a ritmi impensabili per un normale ma sempre con la mia KTM tengo i ritmi e registro con la telecamera Garmin.
Fiamignano, 1377 abitanti, si trova sopra la valle del Salto. Fino al 1927 faceva parte della provincia dell’Aquila, in Abruzzo e, dal 1233 al 1861, per più di 600 anni, è stato parte integrante del giustizierato d’Abruzzo e della provincia Abruzzo Ulteriore Secondo, nel distretto di Cittaducale, con capoluogo L’Aquila. La chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano è situata in una delle due principali piazze del borgo. Si tratta di un edificio, originariamente in stile romanico, più volte modificato nel corso dei secoli, sia dal punto di vista architettonico che da quello decorativo. Solo nel 2005, una serie di restauri finanziati dagli stessi abitanti e alcuni enti locali, rivelarono il grande valore storico e artistico della chiesa e delle opere in essa custodite; patrimonio fino ad allora sconosciuto, sia alla popolazione che alla stessa curia.
Da qui tra un bel mangia e bevi si raggiunge Petrella Salto (comune cui fa parte Borgo San Pietro) e quindi Staffoli dove lascio i campioni per visitare il borgo e quindi ridiscendere sino al Lago.
6° Giorno
Borgo San Pietro – Fiumata – Colle Mazzolino – Pescorocchiano – Pace – Borgo San Pietro (km 54,43)
Fatti i soliti 8 km che da Borgo San Pietro portano a Fiumata si sale sino a Colle Mazzolino e poi tra mangia e bevi si raggiunge Pescorocchiano (806 metri). Fino al 1927 faceva parte della provincia dell’Aquila, in Abruzzo e, dal 1233 al 1861, per oltre 600 anni, è stato parte integrante del giustizierato d’Abruzzo e della provincia Abruzzo Ulteriore II, nel distretto di Cittaducale, con capoluogo L’Aquila.
Si trova nell’Appennino abruzzese, tra i monti Carseolani (Monte Val de’ Varri, Monte Faito, Monte San Nicola) a ovest e i monti del Cicolano a nord, a pochi chilometri dal lago del Salto. Il territorio è prevalentemente montuoso con la presenza della Piana di Civitella segnata dal corso del fiume Salto.
7° giorno
Borgo San Pietro – Colli Abruzzesi – Fiamignano – Petrella Salto – Borgo San Pietro (km. 61,36)
Dopo una giornata di riposo con visita a Ascoli Piceno con tappa ad Amatrice, oggi nuovo allenamento in zona Cicolano (Rieti) monti aquilani. Per me una passeggiata salire da Borgo San Pietro sino ai 1300 metri di Torninparte mentre per resto della truppa (Cesare Fornari, Angelo Mari e Paolo Bucari) la salita di 20 km al 5% di media ha lasciato il segno. In ogni caso abbiamo percorso 63 km con 1370 m di dislivello totale. Che dire. Non tutti sono campioni come Giorgio Antonelli e Valerio Pasquetti.
8° giorno
Salita Leonessa – Sella di Leonessa e discesa Terminillo (km 17,39 salita + 20,70 discesa)
Da tempo volevo fare la salita che da Leonessa porta al valico per scendere, poi, dal Terminillo a Rieti. 17’4 km e 935 metri di dislivello con pendenza media del 5,5% percorsi in 43’56” alla media di 23,7 km/h. Dicono che scendere sotto i 45′ sia un ottimo tempo. Ossia la memoria storica Giorgio Antonelli mi ha detto che uno scalatore come Quintana ci impiega 38′ mentre un amatore va oltre i 50′. Insomma un’impresa da non dimenticare.
Quindi lungo una bellissima strada si scende il Terminillo dove a Vazia mi attende l’ammiraglia di supporto per ritornare.
9° giorno
Borgo San Pietro – Rieti – Salita Terminillo – Discesa – Cittaducale – Petrella Salto – Borgo San Pietro (km. 120,09)
Volevo lasciare un segno in questa splendida terra che mi ha ospitato e sicuramente tornerò perché ci sono altre splendide salite e borghi medievali da visitare. Ed ecco allora partire di buon mattino alla volta di Rieti e quindi da Vazia salire il Monte Terninillo, amato dai romani che qui vengono a villeggiare. La salita inizia poco prima di Lisciano lungo la cosiddetta Via Terminillese, strada voluta nel 1933 da Benito Mussolini per valorizzare il nascente polo turistico montano del Monte Terminillo pensato come complementare al nascente polo turistico marino di Ostia. Già denominato Comune di Lugnano di Villa Troiana sito in Provincia dell’Aquila, dal 1927 è stato aggregato alla nascente Provincia di Rieti e inglobato nel Comune di Rieti.
La salita mi vede impegnato dai 517 metri di Vazia sino alla Sella di Leonessa 1884 metri, ossia un dislivello di 1367 metri. Non altro non so che dire.
In particolare il Terminillo (Campoforogna) è la salita con il maggior numero di arrivi in salita al Giro (9 volte). Numerosi inoltre i transiti in cima alla Sella di Leonessa, l’ultimo nel 2007. La salita del Terminillo, fino alla Sella di Leonessa (1885 m), versante meridionale da Vazia-Rieti è considerata una delle ascese più dure del Centro-Italia, assieme a quella del Gran Sasso (Campo Imperatore) e del Blockhaus, sia per il dislivello totale (1390 m), che per la lunghezza (21,3 km) e le pendenze (media 6,5% con punte fino al 13%).
Poi riscendo e per tornare a Borgo San Pietro, da Vizia prendo il bivio per Cittaducale. È questa una cittadina basso-medioevale adagiata dolcemente sul Colle di Cerreto Piano lungo la Via Salaria, strada consolare romana, nella parte ovest della Piana di San Vittorino, e a 10 chilometri da Rieti e dalla Piana Reatina.
Alle sue spalle, a nord, si innalza il Monte Terminillo (m. 2.216), a sud-est il gruppo montuoso del Monte Nuria, a est il gruppo montuoso di Monte Giano, mentre ai suoi piedi scorre il fiume Velino.
A ricordo
Piatti tipici. In ogni caso faccio solo un nome Trattoria il Pescatore da Edoardo. La gentilezza e i piatti portati a tavola sono di grande pregio.
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