Rubriche e opinioni

ITF: L’Italia è il paese più pericoloso al mondo* per i ciclisti

Secondo i dati presentati dall’International Transport Forum (scarica qui) l’Italia è il paese con il più alto tasso di mortalità per km pedalato.

Nel nostro paese si verificano infatti 51 morti ogni miliardo di km pedalati. Al secondo posto gli USA che si assestano a 49. Il gradino più basso del podio va invece alla Francia distaccata a quota 28.
Ultima è la Norvegia (a 8), con Olanda e Danimarca a ruota (9).

Non si tratta di opinioni, ma di cifre che non ammettono replica e che ci dicono che muoversi in bicicletta in Italia è troppo pericoloso. E questo non perché noi siamo culturalmente diversi, ma perché le nostre strade sono fatte male perché chi le ha progettate, qui come negli USA, ha pensato solamente a velocizzare le automobili, invece che a facilitare lo spostamento delle persone.

E allora nel nostro paese pedalare diventa un delitto che deve essere punito con la pena di morte. Perché non puoi essere un’auto in meno nel traffico, non puoi neppure liberare un posto auto, tu devi inquinare e no, non puoi fare come ti pare.

E in Italia vengono uccisi mille ciclisti ogni 4 anni.

Mille persone che volevano solo andare da A a B nel modo più veloce e piacevole possibile senza inquinare né occupare troppo spazio.

Mille persone che non dormono più la notte per il senso di colpa.

Duemila famiglie distrutte.

Il governo che si sta formando in questi giorni erediterà dal precedente una serie di buoni progetti come la legge delega per la riforma del codice della strada e la gestione della Legge Quadro sulla Ciclabilità (2/2018) che non può e non deve essere disattesa.

“Sicurezza” sembra essere la parola d’ordine che sospinge la neonata coalizione di maggioranza. In Italia nel 2016 si sono verificati 397 omicidi e 3.283 morti per incidenti stradali.

Qual è la priorità di intervento?

Ridurre la velocità sulle nostre strade è la priorità.

*il paragone riguarda i seguenti paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Norwegia, Svezia, Svizzera, Regno Unito, USA.

Commenti

  1. Avatar P.Sebellin ha detto:

    Il fatto è vero…..!!!! Pero’ non viene visto come è realmente….!!!!
    Il ciclista normale che va’ a lavorare è corretto e segue le regole……!!!!
    Il ciclista sportivo che usa la bicicletta per Sport o per allenarsi a mantenere l fisico o che fa’ parte di un gruppo ciclistico per fare gare….,non segue il codice della strada e della sicurezza….!!!!
    E’ Padrone della Strada…..,si allenano con i compagni viaggiando a gruppi come i soldati che sfilano allineati per sei ed in fila per nove…….!!!!!!
    Non importa se dietro a loro arrivano automobili a velocita’ superiore alla loro…,hanno cose piu’ importanti da dire e da discutere e cosa deve fare l’autista….??? Ci sono tre ciclisti in parallelo e percio’ devono trovare Metri 4,5 sulla corsia di sorpasso per non contravvenire il Codice Stradale…..!!!!! Quello che manca in Italia è che non c’ è abbastanza personale di Polizia per far rispettare a codesti ciclisti le REGOLE di SICUREZZA….,e non parliamo nemmeno di Luci,freni,catarifrangenti e giacchetta di sicurezza ,il cellulare e i documenti di identificazione…..!!!!! Per ultimo, aggiungiamo la BUONA EDUCAZIONE……..!!!!!!!!!!!!!

  2. Avatar angelo cinarelli ha detto:

    Certamente ma non per colpa degli Automobilisti ma per colpa dei deficienti idioti indisciplinati Ciclisti.. Durante la mia vita ho vissuto in circa 40 Stati esteri, solo in Italia ho visto e continuo a vedere dei ciclisti cosi’ indisciplinati. Solo in Italia.

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