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Ministro Toninelli, scenda dall’auto: il futuro della mobilità è la bicicletta

Ministro Toninelli, scenda dall’auto: il futuro della mobilità è la bicicletta


Il tweet enfatico con cui il neoministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli ha annunciato ieri la sua presenza all’inaugurazione del Salone dell’Auto di Torino dice molto di più di quanto non facciano i 212 caratteri utilizzati per scriverlo e la foto che lo correda. Il messaggio che veicola mette al centro, ancora una volta, l’auto come panacea di tutti i mali della mobilità: parole come “rivoluzione”, “tecnologia”, “innovazione” sembrano uscite direttamente da uno spot pubblicitario a quattroruote. Ma è l’espressione “mobilità del futuro” che mi ha fatto sobbalzare dalla sedia. E mi rivolgo direttamente a Lei, Signor Ministro.

Signor Ministro Toninelli, pensa davvero che la mobilità del futuro sia rappresentata dall’automobile? E allora come se lo spiega che molte città in tutto il mondo stanno riducendo gli spazi per le auto, ampliando le zone a traffico limitato e le aree ciclopedonali semplicemente perché le strade costruite per le auto negli anni hanno portato soltanto più traffico e più inquinamento? Il diesel è nel mirino già da tempo, il motore a scoppio appartiene ormai al passato: l’ibrido e l’elettrico possono mitigare, solo in parte, gli effetti negativi di una mobilità autocentrica, che va totalmente ripensata.

Signor Ministro Toninelli, comprendo che la sua presenza a Torino, accolto dalla sindaca pentastellata Chiara Appendino, fosse anche l’occasione per una prima uscita pubblica istituzionale in un contesto amichevole e cordiale: anche il botta e risposta sulla Tav con il suo avversario politico, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, in fondo le ha fatto gioco ed è stata l’occasione per testare sul campo le reazioni dell’opinione pubblica su un eventuale stop alla costruenda tratta ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione.

Signor Ministro Toninelli, forse non lo sa ma la location scelta per il Salone dell’Auto – cioè il Parco del Valentino – oltre a essere un polmone verde in un territorio caratterizzato da una presenza pervasiva dei motori è anche il luogo di elezione scelto dai ciclisti urbani torinesi del Bike Pride per le loro manifestazioni a pedali (quelle sì piene di futuro, innovazione e mobilità nuova) che invece per la “festa dell’auto” si trasformerà in un megaparcheggio a cielo aperto, con buona pace della vivibilità e dell’ambiente.

Signor Ministro Toninelli, prima delle elezioni avevo letto il programma del Movimento 5 Stelle e l’obiettivo di arrivare a un milione di auto elettriche in 5 anni: ma se è questa la rivoluzione che il dicastero che presiede saprà “accompagnare e incoraggiare”, semplicemente sostituendo i motori a scoppio con le batterie, quale saranno i benefici sulla mobilità nel suo complesso? Senza una drastica riduzione del parco auto circolante, nell’ordine del 30-50% rispetto all’attuale, il grosso dei problemi come il traffico e l’incidentalità stradale non migliorerà: considerare l’elettrico come “mobilità sostenibile” tout court è un errore di valutazione che non possiamo permetterci di compiere.

Signor Ministro Toninelli, ieri pomeriggio intorno alle 15:45, mentre lei presenziava all’evento a quattroruote nella Città dell’Auto un ciclista urbano di 36 anni è stato investito mentre attraversava sulle strisce a Roma, a Porta Pia, a pochi passi dal Ministero di cui è titolare. Ecco: lui si stava spostando in città utilizzando un mezzo realmente ecologico, a impatto zero, ed è stato messo sotto da un automobilista che – secondo alcune testimonianze dirette – avrebbe commesso un’infrazione facendo una svolta non consentita. Vengono chiamati “incidenti” ma vista la frequenza con cui avvengono io non ci vedo nulla di incidentale: rappresentano il tributo che ogni giorno paghiamo a chi ha progettato le strade a uso e consumo dei mezzi a motore.

Signor Ministro Toninelli, l’investimento del ciclista a Porta Pia – che ora è ricoverato in codice rosso al Policlinico – suona come un campanello di allarme e il fatto che sia avvenuto a un incrocio non è casuale: i punti deboli da mettere in sicurezza sono soprattutto le intersezioni, specie per gli utenti fragili della strada come i pedoni e i ciclisti. Per questo la Ciclabile Nomentana che è in costruzione pochi metri più avanti dal luogo dell’impatto dovrà essere raccordata e continuare innervandosi nella viabilità ordinaria attraverso bike lane. Perché chi pedala deve poterlo fare nelle migliori condizioni possibili: questa è la rivoluzione che lei dovrebbe “accompagnare e incoraggiare” e oggi, da ministro, ha i mezzi e gli strumenti per farlo. Io continuerò a pedalare ogni giorno per rivendicare il mio diritto di spostarmi in sella. Scenda dall’auto: il futuro della mobilità è la bicicletta.

Commenti

  1. La ciclabile nomentana DEVE essere dipinta di BLU pieno agli incroci e continuare lungo Via XX Settembre, ELIMINANDO i posti auto alla strettoia davanti l’Hotel Leon’s Place al fine di passare davanti al MEF e al MinAgri, anche al fine di far parlare i ministri che senza il caos delle auto si capiranno meglio e soprattutto sentiranno dove il vento del porgresso ci deve portare.
    Su una ciclabile!! #1metrodispaziovitale

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