Sicurezza stradale, bici e intermodalità: le strategie del governo

Sicurezza stradale, bici e intermodalità: le strategie del governo

Su Infrastrutture e Mobilità la Nota di Aggiornamento del Def (Documento di Economia e Finanza) delinea le strategie del governo in merito alle azioni da portare avanti in diversi campi e un focus è dedicato anche alla sicurezza stradale. Un passaggio in particolare ha attirato l’attenzione dei media, precisamente quello in cui si mette nero su bianco che “l’innovazione costituirà un importante strumento per garantire una maggiore sicurezza, dimezzando il numero di vittime della strada entro il 2020 ed annullandolo entro il 2050”. Si tratta di un obiettivo ambizioso e difficile da raggiungere, soprattutto in virtù del fatto che in Italia pedoni e ciclisti investiti e uccisi sono all’ordine del giorno e non si vede all’orizzonte un’inversione di tendenza, specie per il 2020 che ormai è dietro l’angolo.

L’obiettivo, come sottolinea l’Agi, fa parte di una strategia promossa dalla Commissione Europea nel 2011 e sposata ne 2014 anche dalle Nazioni Unite: Vision Zero, il progetto per ridurre nel mondo gli incidenti stradali a zero, in realtà è stato adottato dalla Svezia dal lontano 1997 con risultati apprezzabili. E molte altre città del mondo – come New York – lo stanno portando avanti, migliorando le infrastrutture (strade, marciapiedi, ciclabili) e abbassando i limiti di velocità. E le nuove tecnologie, come la guida autonoma, andranno sempre di più in questa direzione.

Il deputato del Movimento 5 Stelle Diego De Lorenzis – vicepresidente della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni – ha illustrato a Bikeitalia più nel dettaglio alcune misure che faranno parte di questa strategia globale: “Potenziamento del trasporto pubblico locale, bicicletta come strumento di mobilità e intermodalità a diversi livelli, integrando tutti i mezzi con il sistema ferroviario”. Parole chiave, indicazioni precise che mirano a “fare sistema” per diminuire il traffico motorizzato e aumentare la sicurezza stradale.

Un altro aspetto da tenere in considerazione, per quanto riguarda la transizione verso l’elettrico, è quello relativo agli incentivi per rottamare gli autoveicoli diesel e benzina: l’obiettivo non è quello di fare una sostituzione 1:1, ma si mira anche a ridurre il parco auto circolante in Italia, che vanta il poco invidiabile primato di uno dei più alti tassi di motorizzazione del mondo. Per questo, anche se le modalità di erogazione sono ancora allo studio, De Lorenzis anticipa che “non si tratterà di incentivi a pioggia” in linea con quanto già contenuto nella Nota di Aggiornamento Def nel passaggio in cui si esplicita che “il contributo sarà commisurato al costo di produzione delle vetture elettriche e tenderà a scendere nel tempo”.

La sicurezza stradale è un tema ormai ineludibile: la strage quotidiana di pedoni e ciclisti è sotto gli occhi di tutti, le cronache sono piene di notizie che riguardano i cosiddetti “incidenti” e solo a Roma, dall’inizio dell’anno, sono stati investite e uccise 43 persone come hanno ricordato alcuni attivisti con un blitz ai piedi del Campidoglio, bloccando il traffico travestiti da strisce pedonali macchiate di sangue:

Il controllo e le sanzioni dovrebbero andare di pari passo: non bastano gli occhi elettronici come deterrente per evitare infrazioni, sarebbe necessario più personale sul territorio e i proventi delle multe andrebbero reinvestiti in azioni concrete di sicurezza stradale. Visto che le amministrazioni locali a causa del blocco del turn over sono spesso sotto organico, un’azione futura del governo potrebbe essere quella di premiare quei Comuni che, come sottolinea De Lorenzis: “Pur avendo risorse limitate fanno controllo del territorio e investono in sicurezza”.

La bicicletta, secondo quanto riportato nella Nota Def, avrà un ruolo importante per gli spostamenti sul territorio nazionale, in quanto “sarà varato un Piano Nazionale per le piste ciclabili, in merito al quale è pronto lo schema di decreto per la ripartizione di 362 milioni stanziati per la nascita del sistema nazionale delle ciclovie turistiche”. E la riduzione della congestione stradale passerà anche per l’implementazione di sistemi di bike sharing, infrastrutture intermodali in prossimità delle stazioni ferroviarie e un progressivo rinnovo del materiale rotabile (treni) e su strada (bus) nell’ottica di una maggiore efficienza e un minor impatto ambientale.

Intanto prosegue la sperimentazione a Torino e Modena del “progetto della Smart road, con cui si punta a creare infrastrutture stradali dotate di piattaforme di osservazione, monitoraggio e previsione del traffico con una sinergia tra infrastrutture digitali e veicoli di nuova generazione”. La tecnologia in questione legata alla diffusione dei veicoli a guida autonoma, come accaduto per gli smartphone, potrebbe avere uno sviluppo esponenziale e modificare radicalmente in pochi anni la circolazione stradale così come la conosciamo. L’obiettivo di zero morti sulle strade, con orizzonte temporale 2050, è ancora lontano: appare però evidente che mettere in campo adesso tutte le energie per raggiungerlo quanto prima è un impegno non più procrastinabile.

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