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Irlanda: il 10% del budget del Ministero dei Trasporti sarà destinato alla ciclabilità

Mentre qualche settimana fa l’Irlanda è stata al centro dell’attenzione mondiale per le politiche di mobilità sostenibile grazie alla conferenza Velo City tenutasi a Dublino, oggi arriva la notizia che il governo irlandese ha pubblicato il nuovo piano d’azione per il clima. Lo strumento per far fronte ai cambiamenti climatici introduce delle misure chiave per ridurre le emissioni di inquinanti nell’aria, andando a incidere soprattutto nel settore dei trasporti.

L’obiettivo è di contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2, agevolando velocemente il passaggio a una mobilità attiva e sostenibile entro il 2035.

Non a caso il Ministero dei Trasporti irlandese ha deciso di finanziare gli interventi per promuovere la ciclabilità del paese destinando il 10% del budget ministeriale alle politiche per la diffusione della bicicletta, una scelta importante e che dimostra un reale interesse ad agevolare gli spostamenti su due ruote.

La scelta di destinare il 10% dei fondi del ministero per lo sviluppo di progetti legati alla ciclabilità è una politica da sempre incentivata e promossa dall’ European Cyclist Federation. La percentuale è interessante se paragonata ad esempio con quella dei Paesi Bassi, pari al 7 %, dove la parola ciclabilità è però all’ordine del giorno ormai da 40 anni.

Un‘altra scelta coraggiosa è l’istituzione di un “Ufficio Mobilità Ciclistica” all’interno del Ministero dei Trasporti, il quale si dovrà occupare di sviluppare una strategia di piano per l’implementazione della mobilità ciclistica di Dublino e delle altre principali città irlandesi, con l’obiettivo iniziale di costruire 200 km di piste ciclabili protette.

Il piano si concentra anche sullo sviluppo della mobilità elettrica dei veicoli a motore, non toccando però il settore delle e-bike. Per questo Fabian Küster, funzionario responsabile dell’ECF, nelle scorse settimane si è rivolto a rappresentanti politici per chiedere una strategia equilibrata in materia di mobilità elettrica che consideri anche le biciclette a pedalata assistita. L’esperto, per aumentare la diffusione di e-bike sull’isola, ha raccomandato tre misure:

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  • L’introduzione di un sussidio nazionale per l’acquisto seguendo l’esempio francese dove le vendite di biciclette elettriche sono quasi raddoppiate dal 2016 al 2017, quando il governo nazionale ha introdotto un sussidio di acquisto di 200 euro. Secondo dei sondaggi l 61% dei viaggi in e-bike ha sostituito viaggi in auto e quindi ha contribuito in modo significativo alla riduzione delle emissioni.
  • Stimolare il bike to work. I dipendenti irlandesi già oggi possono ottenere una bicicletta dal loro datore di lavoro ogni 5 anni a tariffe agevolate, grazie a sgravi fiscali. Tuttavia, l’attuale tetto di spesa fissato a 1.000 euro esclude il mondo delle e-bike. Per questo il limite dovrebbe essere rivisto al rialzo. Inoltre, l’Irlanda dovrebbe introdurre un sistema di indennizzo i lavoratori che scelgono di muoversi in bicicletta, seguendo l’esempio del Belgio, dove per ogni chilometro percorso il datore di lavoro può pagare all’impiegato 23 centesimi di euro esentasse. Non a caso in Belgio il commuting in bicicletta è cresciuto del 42% negli ultimi 12 anni.
  • L’introduzione di standard minimi di parcheggio per biciclette a livello nazionale. Facilitare la diffusione di parcheggi custoditi per le biciclette è essenziale per incentivare l’uso quotidiano, ancor più per le e-bike in quanto più costose e più pesanti delle biciclette convenzionali.

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In conclusione, scegliere di destinare il 10% dei finanziamenti per programmi infrastrutturali che favoriscano il trasporto in bicicletta è una scelta promettente, che dovrebbe essere affiancata a un sostegno coraggioso alla mobilità elettrica anche per le biciclette.

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