Da qualche tempo ormai stiamo assistendo alla diffusione dei monopattini elettrici anche nelle città italiane. Gli e-scooter, come vengono chiamati in buona parte del mondo, stanno diventando parte integrante dei sistemi di mobilità delle città. Dapprima con i servizi di noleggio sul modello del bike sharing a flusso libero e solo più tardi con l’acquisto del monopattino personale, questi mezzi di trasporto stanno effettivamente cambiando il modo di vivere gli spostamenti urbani, soprattutto quelli dell’ultimo miglio.
La micro-mobilità elettrica, così viene chiamata in italia, è una branca della mobilità ancora in pieno sviluppo in cui si sta cercando di porre una regolamentazione in modo che i mezzi elettrici, come i monopattini, possano diffondersi in modo armonioso e sicuro tra le strade delle città italiane.
Se l’Italia si trova solo ora a dover fronteggiare la gestione di questi mezzi, altre città hanno già avuto modo di sperimentarne pregi e difetti. Il sindaco di Parigi ad esempio, in passato si era già detta esasperata dall’eccessiva presenza di monopattini elettrici per la città e del conflitto che inevitabilmente si crea con i pedoni.
Vienna invece, che conta quasi 7.000 monopattini elettrici sparsi per le strade, sta ragionando sui vantaggi che questi possono portare alla città. L’agenzia per la mobilità sta infatti valutando di implementare la rete di percorsi ciclabili per fare in modo che i monopattini possano muoversi agevolmente sulle piste ciclabili, un luogo che più gli si addice rispetto ad esempio a marciapiedi e aree pedonali. È importante infatti non dimenticare che il pedone è il soggetto della strada più debole e per questo deve potersi muovere in totale sicurezza e con la massima priorità rispetto ad altri mezzi di trasporto. Proprio il conflitto che si crea con i pedoni è il problema principale di questi veicoli: una manovra sbagliata o un improvviso cambio di direzione potrebbero causare seri danni a chi si sposta a piedi.
Anche Milano sta intervenendo per regolamentare il servizio di sharing e l’utilizzo dei monopattini, non a caso attorno a ferragosto era arrivato lo stop agli operatori dello sharing, al fine di porre rimedio a una serie di lamentele legate alle velocità eccessive e al parcheggio selvaggio sui marciapiedi. Nei prossimi mesi il Comune pubblicherà un bando rivolto alle aziende interessate a offrire il servizio sulle strade milanesi, nel frattempo si pensa a velocità ridotte nelle aree pedonali e a una circolazione consentita solo su piste ciclabili e zone 30.
Se la diffusione dei monopattini elettrici può aiutare lo sviluppo e il potenziamento della rete ciclabile, magari anche ampliando la sezione dei percorsi già destinati alle bici oltre che al loro prolungamento, non è detto che la convivenza tra i due veicoli sia così difficile. In fin dei conti, sia le bici che i monopattini elettrici raggiungono delle velocità molto simili (attorno ai 20 km/h) e se la qualità delle infrastrutture lo permette, la condivisione dello spazio può essere una carta vincente contro il predominio delle auto.
È ancora presto per dire se l’uso di questi mezzi sia solo una moda passeggera o effettivamente un cambio di abitudini nella mobilità delle persone, ciò che è certo è che questi veicoli devono trovare un giusto spazio tra le strade delle città. I monopattini elettrici infatti, così come altri veicoli, possono essere pericolosi per la sicurezza delle persone, soprattutto dei pedoni. Regolamentarne la velocità e in generale il loro utilizzo è un primo passo per promuoverne la diffusione.
Bisognerebbe SEMPRE ricordare, anche, che acquistiamo energia elettrica dalle centrali nucleari francesi poste nei pressi del confine italiano, quindi in ultima analisi non sembrerebbe un grande aiuto per l’ambiente.
le biciclette (ovviamente non le e-bike) invece, vanno a glicogeno…….