Mobilità

Codice della Strada e disegno di legge Salvini: le novità per bici e monopattini

Codice della Strada e disegno di legge Salvini: le novità per bici e monopattini

Nel disegno di legge Salvini per la modifica del Codice della Strada – approvato in Consiglio dei Ministri e subito criticato dalle Associazioni della Piattaforma #Città30Subito – vengono introdotte alcune novità sostanziali per quanto riguarda la circolazione dei monopattini e delle biciclette. Vediamo quali sono e che cosa comportano.

Disegno di legge Salvini novità per monopattini e biciclette
Disegno di legge Salvini: tutte le novità che riguardano monopattini e bici

Giro di vite per i monopattini

Il provvedimento contiene un giro di vite per i mezzi di micromobilità elettrica che per poter essere in regola con le nuove disposizioni dovranno avere una serie di caratteristiche e rispettare parametri stringenti.

  • Innanzitutto tutti i monopattini elettrici dovranno avere targa, frecce e assicurazione obbligatoria e quelli in sharing dovranno avere anche un sistema automatico che consenta la loro disattivazione da parte del gestore se vengono utilizzati nelle aree non coperte dal servizio.
  • Inoltre è previsto l’obbligo del casco per tutte le persone che si mettono alla guida di un monopattino.
  • I monopattini potranno circolare “solo su strade urbane con limite di velocità non superiore a 50 km/h” e non potranno essere parcheggiati sul marciapiede al di fuori di apposite aree individuate con ordinanza comunale e garantendo la circolazione dei pedoni e delle persone con disabilità; sarà invece consentita la sosta “negli stalli riservati ai velocipedi, ciclomotori e motoveicoli”.

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Le principali novità per le biciclette

Per quanto riguarda le biciclette non ci sono l’obbligo di casco, targa, frecce e assicurazione ma sono state riviste alcune norme relative alla ciclabilità.

  • In particolare la strada urbana ciclabile contrassegnata dalla lettera E-bis perde la segnaletica orizzontale e mantiene solo quella verticale.
  • La corsia ciclabile potrà essere realizzata soltanto sulla destra della carreggiata e “nei soli casi in cui non sia possibile l’inserimento di una pista ciclabile”. Inoltre “nelle corsie ciclabili, i velocipedi devono occupare la parte più esterna della corsia”.
  • Per quanto riguarda il doppio senso ciclabile è consentito solo in subordine alla realizzazione di piste ciclabili “su determinate strade precedentemente a senso unico di marcia, ove il limite massimo di velocità sia inferiore o uguale a 30 km/h”.
  • La casa avanzata – denominata “zona di attestamento ciclabile” – sarà possibile “previa valutazione delle condizioni di sicurezza, qualora i flussi ciclabili lo giustifichino, in determinate intersezioni semaforizzate su strade con una corsia per senso di marcia e con velocità consentita inferiore o uguale a 50 km/h e nelle quali è presente una pista ciclabile laterale, di norma a destra, o una corsia ciclabile”.
  • Per quanto riguarda la precedenza alle biciclette, i conducenti dei veicoli a motore dovranno darla solo “sulle corsie delimitate da striscia discontinua”.

La questione del metro e mezzo

C’è poi la questione della distanza di sorpasso delle biciclette da parte dei veicoli a motore: il disegno di legge Salvini introduce “ove le condizioni della strada lo consentano, di mantenere la distanza di sicurezza di almeno 1,5 metri”.

Dunque è presente il principio del famoso metro e mezzo di distanza per il sorpasso sicuro dei ciclisti ma la dicitura “ove le condizioni della strada lo consentano” rappresenta un sostanziale depotenziamento della misura. E questa cosa appunto è stata fatta notare subito da chi si batte da sempre per l’introduzione di questa distanza “salva i ciclisti”.

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Commenti

  1. Piegiorgio ha detto:

    A me pare che i migranti (clandestini se siamo razzisti) siano invece il suo primo bersaglio.

  2. Carlos ha detto:

    salvini ha perseguitato solo i lavoratori, dovrebbe stare più attento ai confini con questa invasione di clandestini..

  3. Christian ha detto:

    Come tutte le cose, alle volte basterebbe un po di sale in zucca e buon senso. Bene che ci siano i codici della strada che regolamentatono in maniera più chiara possibile i comportamenti da tenere durante lo spostamento sia dei ciclisti che degli automobilisti. Mi fa piacere ricordare che oltre agli automobilisti anche i ciclisti alle volte non rispettano le buone norme della circolazione stradale e in particolar modo quando girano in gruppo. Come quando invece di viaggiare in fila, viaggiano affiancati per raccontarsi le ultime notizie occupando tutta corsia. Oppure quando, sempre viaggiando in gruppo si sentono in diritto di transitare in senso vietato una strada a senso unico, sempre affiancati ad occupare la corsia intera.
    Dal mio punto di vista la bicicletta è bella e divertente ma anche noi non dimentichiamo di rispettare le regole della strada.
    Buona biciclettata a tutti quanti.

  4. giancarlo ha detto:

    La possibilità di superare una bicicletta a 1,5 mt non dipende dalla larghezza della corsia, ma dalla situazione e dall’educazione stradale di ambedue le parti in causa. Se c’è traffico veicolare in senso opposto ” le condizioni non lo consentono” quindi l’auto dovrebbe rimanere dietro al ciclista fino a che le condizioni consentano di passare alla distanza di 1,5 mt. Questo succede abitualmente sulle strade del nord Europa e anche in Spagna è molto rispettata questa regola. In Italia l’educazione stradale è molto scarsa e il rispetto del prossimo lo è ancora meno. Io per mia sicurezza e per educazione quando viaggio in bicicletta, molte volte mi fermo al primo slargo per far scorrere le auto e soprattutto gli autocarri, se c’è molto traffico in senso opposto. Monto sempre le luci posteriori (anche sul casco) e ho installato un radar avvisatore che min avverte del sopraggiungere di vetture da dietro (questo dovrebbe essere di serie sulle bici). Percorro oltre 10000 km all’anno in bici. Nonostante tutto in Italia mi hanno investito due volte, fortunatamente senza danni fisici, ma la disattenzione alla guida e la scarsa educazione sono la causa di tutti gli incidenti stradali (da ambedue le parti, inclusi i pedoni).

  5. giu ha detto:

    Vic, ma sei un 🚲🚲sta o un 🚗ista che va in 🚲❔

  6. PIERPAOLO ha detto:

    possono fare qualunque legge per tutelare maggior mente si ciclisti ma se poi non c’è nessuno che controlla e sanziona (come avviene ora) è tutto inutile…

  7. Vic ha detto:

    “ove le condizioni della strada lo consentano” è una cosa inevitabile; è vero che depotenzia la norma ma occorre un minimo di realismo: facendo i conti coi piedi, un ciclista è largo 1 metro, aggiungiamo 1,5 m e già l’auto deve stare a 2,5 m dal margine della carreggiata; dato che auto larghe meno di 1,7 m ne sono rimaste in giro ben poche, questo significa che occorrono corsie di almeno 4,2 m per non invadere la corsia opposta; su strade strette o trafficate (o tutt’e due) non sempre le cose filerebbero lisce come vorremmo tutti. In ogni caso è un passo avanti

  8. Filippo ha detto:

    L’Italia è troppo bella per non visitarla in bici io pretenderei piste ciclabili per tutta l’Italia

  9. Tiziano Cariani ha detto:

    Quando le leggi non sono ben scritte, e lasciano margini di ambiguità, finisco per annullare le poche certezze di applicazione e confondono le persone. Se questo è il governo delle semplificazioni!

  10. Marco ha detto:

    Che buffoni! Ammassano centinaia di leggi e poi non le fanno rispettare. Adesso sulle piste ciclabili sfilano le tipiche biciclette elettrice cargo (S-Pedelec) a 45 Km/h (e anche più) spesso portate da persone senza casco, mentre chattano e possibilmente anche mentre fumano (tanto girano il pedale ogni 10Km così giusto per far vedere – indice che il mezzo è pure manomesso). Per loro sarebbe previsto casco ed omologazione del mezzo ma dalle parti mie (Pescara) nessuna infrazione contestata. In questi giorni ho visto fermare da vigili urbani quelli che invece di utilizzare la pista ciclabile andavano sulla riviera. Per carità è giusto ma mentre fermavano una vecchietta con bici sgangherata che andava a 2Km/h sulla riviera pedonale nello stesso momento sulla pista ciclabile (che ha doppio senso di marcia) sfilavano a 50Km/h le suddette S-Pedelec.

  11. PG ha detto:

    Solo io trovo allucinante il passaggio: Per quanto riguarda la precedenza alle biciclette, i conducenti dei veicoli a motore dovranno darla solo “sulle corsie delimitate da striscia discontinua”.

    Farabutto lui e farabutti i tecnici che hanno scritto queste nuove norme, dato che è palese che il soggetto non sia in grado di farlo da solo

  12. Simone ha detto:

    Continua ad aumentare il numero di morti sulle strade ma ehi, sicuramente con le targhe sui monopattini il numero dei morti scenderà a zero. Lo sappiamo benissimo che la signora morta in bicicletta (travolta da una betoniera), se fosse stata su un monopattino con targa invece della bicicletta, non sarebbe morta.

  13. Salvini gnegnegne ha detto:

    Praticamente misure mirate palesemente a rendere meno sicuro l’utilizzo della bicicletta. Lo Stato che, nella persona del Ministro Salvini, coscientemente e miratamente, mette in pericolo la vita dei cittadini per il puro piacere di farlo.

    [Questo commento è stato moderato prima della pubblicazione – Bikeitalia.it]

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