Attività fisica

Perchè l’attività fisica può aiutarci a sconfiggere insieme il Covid-19

Sun Tzu, nel classico “L’Arte della Guerra”, scrive un passaggio che è diventato una delle massime più importanti dell’umanità: “Conosci te stesso e in mille battaglie non sarai mai sconfitto”.

Oggi stiamo combattendo – medici, politici e popolazione – una battaglia, quella contro il Coronavirus, alla quale eravamo impreparati. E non solo perché si tratta di un virus nuovo, per il quale non abbiamo anticorpi, bensì perché il nostro stato di salute non ci permette di avere delle difese adeguate.

Il Ministero della salute ha pubblicato questa vignetta. Per far capire quanto il virus sia aggressivo nei confronti dei malati cronici, ha anche sottolineato che “l’88% dei decessi presentava almeno una di quelle patologie”.

Ora, riprendiamo in mano Sun Tzu e conosciamo noi stessi: qual è lo stato di salute in Italia?

  • Siamo il paese più vecchio d’Europa (il 20% della popolazione ha più di 65 anni);
  • Siamo il paese con il tasso di motorizzazione più alto d’Europa (750 auto ogni mille persone, bambini compresi);
  • In Italia c’è la maggior percentuale di bambini obesi d’Europa;
  • Il 50% della popolazione italiana è considerato totalmente sedentario;
  • L’aspettativa di vita in salute è 58 anni, la più bassa d’Europa dopo la Romania;
  • La spesa farmaceutica per il trattamento delle patologie croniche è di 639 milioni di euro anno, a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Questa situazione è figlia del benessere, che credevamo acquisito e che reputavamo l’ambizione massima della vita di un essere umano: vivere comodamente, senza dover più fare fatica come i nostri nonni, senza dover più muovere un dito, senza più preoccuparci di nulla che non fosse il rigore dato contro la nostra squadra del cuore.

Oggi però, gli ultimi 40 anni di “benessere” ci si stanno rivoltando contro, perché è arrivato un virus che diventa letale se si hanno una o più patologie descritte nella vignetta del Ministero della Salute.

Il COVID-19 ha ci ha svegliato con una brutalità devastante dal nostro sogno di benessere. Un bambino che non fa più di 2 ore di movimento a settimana non è benessere, è debolezza. Un adulto che si alza al mattino, prende l’ascensore, sale in auto, prende l’ascensore, sta seduto 9 ore, torna a casa in auto, cena e sta sul divano, non è benessere, è debolezza. Un anziano che non esce, non cammina, che prende statine, diuretico e cardioaspirina non è benessere, è debolezza.

Credere che le sigarette siano un bene essenziale e l’attività fisica una pratica per fannulloni che non hanno niente di meglio da fare non è benessere, è idiozia.

Il Coronavirus ci ha permesso di conoscerci, di capire che siamo un popolo malato.

Starà a noi cambiare affinché, nelle prossime mille battaglie e in questa, non saremo mai sconfitti.

Come? Implementando l’attività fisica nella vita degli italiani. Esistono milioni di studi che mostrano come un’attività fisica quotidiana e moderata sia la miglior prevenzione per non sviluppare le patologie che ci espongono al rischio di morte se contraiamo il Coronavirus.

Per quanto ancora faremo finta che l’attività fisica non è una terapia preventiva, non è una medicina, non è la risposta allo stato reale delle cose?

La bici, oggi più che in ogni altra epoca, salverà gli italiani. Sempre che desiderino essere salvati.

Commenti

  1. Avatar Salvatore ha detto:

    D’accordissimo in Cina chi non pratica attività fisica nell’oro caso il tai chi tutte le mattine non le passano i medicinali qui in Italia quelli pochi che facciamo attività fisica oltre a prendere insulti dalle persone rischiamo delle multe salate e anche il penale dico io ma uno che fa un po’ di attività fisica da solo fuori città ho paesino nel mio caso a chi posso dare fastidio se non ai sedentari pronti ad insultare e poi lo stato e la sanità dice fate attività fisica boh ce qualcosa che non mi torna.

  2. Avatar Mone ha detto:

    Pienamente d’accordo l’attività fisica e un salva vita, purtroppo per molti e una perdita di tempo, ma il loro pensiero deve rimanere solo loro! Anzi invece di giudicare dico a queste persone :di aprire la mente e chiedere a chi fa attività sportiva come si sentono sia fisicamente che emotivamente a differenza loro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *