Mobilità

Coronavirus: “Roma riparta dalla bicicletta”, Salvaiciclisti e Fiab scrivono alla sindaca Raggi

Coronavirus: “Roma riparta dalla bicicletta”, Salvaiciclisti e Fiab scrivono alla sindaca Raggi
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Coronavirus: “Roma riparta dalla bicicletta”, Salvaiciclisti e Fiab scrivono alla sindaca Raggi

Coronavirus: “Roma riparta dalla bicicletta”, Salvaiciclisti e Fiab scrivono alla sindaca Raggi

Nella casella pec della sindaca di Roma Virginia Raggi è arrivata una richiesta molto dettagliata firmata Associazione Salvaiciclisti Roma e FIAB Roma Ruotalibera che riguarda la mobilità della Capitale per la Fase 2, quando si potrà di nuovo uscire di casa e le attività economiche riprenderanno ad aprire al pubblico, con tutte le accortezze del caso per evitare il contagio di Coronavirus.

La sintesi della richiesta è nell’oggetto stesso della missiva elettronica consegnata ai server capitolini e ora sulla scrivania della prima cittadina: “Rete ciclabile emergenziale attraverso interventi urgenti infrastrutturali e urbanistici, anche temporanei, necessari per assicurare la distanza sociale atta a prevenire e contrastare la diffusione del Covid-19, oltre che per tutelare gli utenti stradali che usano la bicicletta come mezzo di trasporto nei loro spostamenti cittadini”.

Le due associazioni di promozione sociale per la mobilità sostenibile, firmatarie della lettera indirizzata al Campidoglio, sostengono da sempre la bicicletta quale mezzo di trasporto negli spostamenti urbani e, in questo momento storico, proprio la bici assicura la distanza fisica tra le persone ed è dunque idoneo per essere utilizzato nel passaggio dal lockdown alla Fase 2, peraltro garantendo anche un livello minimo di attività fisica a chi la utilizza (quello raccomandato dall’OMS è di 30 minuti al giorno ad intensità moderata, ndr).

La situazione della ciclabilità nella Capitale – nonostante le iniziative prese dalla giunta Raggi fin dall’inizio del suo mandato, ma spesso con tempistiche e modalità inadeguate – ci restituisce una fotografia di una serie di percorsi per bici scollegati tra loro e l’assenza di una Rete Ciclabile su cui indirizzare tutti quei cittadini che, comprensibilmente, avranno remore ad utilizzare il trasporto pubblico sia per paura del contagio ma soprattutto per le misure di distanziamento anti-Covid che si ripercuoteranno inevitabilmente sulla frequenza e la fruibilità del servizio.

Il pericolo è – secondo Salvaiciclisti e Fiab – è che a Roma buona parte degli utenti del trasporto pubblico “pre-lockdown”, in assenza di alternative, faranno ricorso all’utilizzo di mezzi a motore privati per spostarsi:Questo incremento, nell’utilizzo dei veicoli a motore privati da parte dei cittadini che precedentemente utilizzavano i mezzi pubblici, deve essere evitato, in quanto, oltre a vanificare uno dei pochi dati positivi del lockdown, cioè la riduzione dell’inquinamento atmosferico con relativo beneficio per la salute di tutti i cittadini, creerà per l’Amministrazione un serio problema di gestione del traffico, già oltremodo congestionato nel periodo pre-lockdown. Si determinerà probabilmente un incremento della già notevole incidentalità stradale e un aggravamento della sicurezza stradale, in modo particolare per le categorie più esposte e deboli”, scrivono le due associazioni.

In base a quello che stanno realizzando alcune grandi città del mondo – come riportato su Bikeitalia – sarebbe necessario creare le migliori condizioni per mettere i cittadini nella possibilità di utilizzare la bici per i propri spostamenti quotidiani attraverso una serie di interventi mirati e temporanei, con carattere di urgenza vista la situazione:

  1. Realizzazione di bike lane anche attraverso l’utilizzo di dispositivi di sicurezza modulare, quali ad esempio barriera Jersey, che delimitino e restringano anche provvisoriamente le carreggiate stradali, ponendo in tal modo in sicurezza i ciclisti soprattutto quelli che sino ad oggi non utilizzano la bicicletta quotidianamente, perché preoccupati dalla prepotenza di tanti automobilisti. In particolare, segnaliamo le strade più utilizzate dai ciclisti urbani romani per i loro spostamenti:
  2. La Tangenziale delle Biciclette (10 km) il giro delle Mura, o i confini del I Municipio: via dei Fori Imperiali, via Labicana, viale Manzoni, Santa Bibiana, Via Tiburtina, Piazzale Aldo Moro, Via del Policlinico, Corso d’Italia, Via San Paolo del Brasile, Via Washington, Piazza del Popolo, Via del Corso, Piazza Venezia.
  3. L’asse Tuscolana-Nomentana (10 km) prosegue il percorso iniziato con i lavori su via Tuscolana estendendolo fino al settore nord della città 10,2 km.
  4. L’asse Nomentana-Ostiense (6,5 km)connette la ciclabile Nomentana, con il settore sud-ovest della città. Un possibile percorso alternativo potrebbe svilupparsi lungo Viale Trastevere e connettersi con Viale Marconi, dove pure è già in programma la realizzazione di una ciclabile.”
  5. L’asse Piazza Venezia – v.le Trastevere – Circ.ne Gianicolense lungo la linea del tram 8, da offrire come alternativa emergenziale a chi ha bisogno di questa tratta ma vuole evitare i mezzi pubblici per il distanziamento sociale; 
  6. L’asse Tiburtino da Ponte Mammolo al Polo universitario la Sapienza utilizzato da tantissimi studenti universitari in bicicletta.
  • 2. La percorribilità di tutte le corsie preferenziali al transito delle bicicletta, tutte eccetto quelle tranviarie, creando ove necessario piccole isole di fermata dove il ciclista si può accostare per lasciar passare il trasporto pubblico, ai sensi dell’art. 148 comma 5 c.d.s. oppure prevedendo eventualmente che il ciclista, che procede lentamente ha l’obbligo, appena possibile, di accostare (o fermarsi) per consentire ai mezzi pubblici che lo seguono di procedere a velocità più elevata.
  • 3. La possibilità di parcheggiare le biciclette sui marciapiedi anche legandole ai parapedonali, ai lampioni e ai pali della segnaletica quando non siano d’impedimento e costituiscano un reale intralcio al transito dei pedoni;
  • 4. La Realizzazione di Zone 30 che rappresenta per tutti gli utenti della strada maggiore sicurezza stradale, in quando abbassando la velocità dai 50 km/h ai 30 km/h si riduce di oltre la metà lo spazio di arresto e si aumenta la visibilità di chi conduce il veicolo.
  • 5. Una Campagna di comunicazione per sensibilizzare la mobilità dolce e sostenibile a livello comunale, anche ai fini della prevenzione del contagio da COVID-19 attraverso la promozione della bici come mezzo di trasporto.

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