Il nuovo sindaco Gergely Karácsony aveva promesso di riportare la città agli sfarzi ciclabili del passato. A un anno dalla sua elezione in bilancio è positivo, con qualche ombra.
Un sindaco neoeletto che raggiunge in bicicletta il Municipio nel suo primo giorno di lavoro è sempre un bello spettacolo. Ma alla prova dei fatti i voltafaccia e le promesse mancate sulla mobilità sostenibile sono sempre dietro l’angolo. Finora però a Budapest il primo cittadino Gergely Karácsony è rimasto sostanzialmente fedele a uno dei pilastri della sua campagna elettorale: rendere la capitale ungherese più bike friendly e riportarla ai fasti del passato, quando la città era inserita nella Top 20 mondiale di Copenhagenize Index delle città più ciclabili al mondo.
Nell’ottobre del 2019 Karácsony ha vinto le elezioni alla guida di una piattaforma progressista ed ecologista. Il suo rivale Istvan Tarlos, del partito al governo Fidesz e già sindaco per dieci anni, aveva dimostrato durante i suoi mandati di avere molto a cuore gli interessi degli automobilisti. La campagna elettorale di Karácsony aveva invece dato grande rilievo al tema della ciclabilità e pedonalità. La pandemia di Covid-19, a questo proposito, gli ha permesso di bruciare le tappe.
Malgrado la prima ondata invernale in Ungheria sia stata mantenuta sotto controllo, gli effetti sulla mobilità erano evidenti: le linee più frequentate dell’efficiente trasporto pubblico registravano una riduzione dei passeggeri del 90 per cento, a fronte di un significativo aumento dell’uso dell’auto privata.
Per contrastare questo scenario Karácsony è stato tra i primi sindaci in Europa a implementare la realizzazione di ciclabili pop-up e destinare una corsia stradale esclusivamente alle bici. Inoltre per rinforzare il messaggio che la bici era il mezzo di trasporto ideale, l’amministrazione comunale ha offerto il servizio di bike sharing locale Bubi al prezzo simbolico di 30 centesimi di euro al mese.
Sono seguite poi altre iniziative, dalla primavera è aumentato il numero dei tram su cui è possibile viaggiare con le bici ̶ a breve sarà possibile anche su alcune linee della metro ̶ mentre con l’arrivo della bella stagione Karácsony ha chiuso al traffico nei fine settimana un centralissimo tratto stradale di cinque chilometri sul lungofiume, permettendo così ai cittadini di passeggiare e pedalare indisturbati lungo il Danubio e davanti al alcuni dei monumenti più noti della città, dal neogotico Parlamento all’iconico Ponte delle catene. L’iniziativa è stata molto popolare e ha aumentato la consapevolezza dei residenti sulla necessità di riqualificare e riconvertire un’incantevole parte della città, al momento sacrificata alla auto.
Intanto, dopo sei mesi di sperimentazione delle ciclabili pop up, il bilancio è positivo: “Non ci sono mai stati così tanti ciclisti a Budapest, i contatori di biciclette hanno misurato il 40% in più nelle prime settimane di settembre”, ha affermato Gábor Kürti, presidente del Magyar Kerékpárosklub, una delle principali organizzazioni ciclistiche del paese.
Karácsony ha infine annunciato che indietro non si ritorna e le ciclabili diventeranno definitive. Allo stesso tempo, il sindaco ha spiegato che nel prendere questa decisione ha voluto tenere conto del parere dei circa 50.000 cittadini che avevano risposto un questionario sul futuro del Nagykorut, il principale boulevard cittadino e strada intensamente trafficata. Il risultato del sondaggio è stato chiaro: sì alle ciclabili, ma senza ulteriori riduzioni della capacità del traffico automobilistico.
L’amministrazione comunale ha deciso quindi che nella prima metà del viale una delle corsie stradali resterà ciclabile, mentre nella seconda metà, generalmente più trafficata, si tornerà alle due corsie per le auto; lì le ciclabili verranno realizzate eliminando più di duecento parcheggi al bordo della carreggiata, oppure facendole transitare sul marciapiede.
Una soluzione di compromesso che scontenta un po’ tutti: il governo del premier Orbán, che vede nel sindaco di Budapest il probabile candidato dell’opposizione alle elezioni politiche del 2022, non ha perso tempo e ha accusato il primo cittadino di essere un nemico delle auto, mentre le associazioni ambientaliste e ciclistiche, pur riconoscendo i progressi fatti da Budapest in un solo anno, hanno definito deludente e poco coraggiosa questa soluzione.
In effetti in alcuni tratti il risultato è una ciclabile molto stretta e un marciapiede esiguo, si prevede già un aumento dei conflitti tra ciclisti e pedoni. In altri, auto e taxi continuano a parcheggiare a bordo carreggiata sulla ciclovia, rendendole inutilizzabili e pericolose. Senza ridurre il traffico automobilistico e l’inquinamento sonoro, si fa inoltre notare, sarà difficile creare le condizioni per la tanto attesa riqualificazione del Nagykorut.
Il viale con spettacolari edifici neoclassici ha visto tempi migliori, attualmente è costellato di ristoranti fast-food, locali notturni e negozietti discount, la sua trasformazione in spazio urbano godibile e vetrina della città sarà difficile da realizzare senza limitare la quantità di auto che vi transitano.
Solo tra un paio d’anni sarà possibile capire se la strategia incrementale di Karácsony è stata quella giusta, oppure se questi compromessi strategici hanno portato risultati troppo imperfetti per essere considerati dei successi.
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