Quale può essere il peggiore imprevisto che fare il rider stesso? Me lo sono chiesto mille volte ma ho sempre soprasseduto e alla prima notifica del primo ordine, come altre volte, mi sono vestito, ho dato un’occhiata al tempo fuori (piove o no?) e sono sceso dalle scale con la bicicletta sulla spalla destra, cercando di non distruggere troppo le pareti, data la fretta che mi sono messo.
Se stai facendo rider, l’imprevisto è il tuo mestiere. A partire dal guadagno, mai sicuro, e dal mezzo che stai usando che dipende direttamente dalla tua energia, motivazione e passione personale. E non sembra essere previsto dalle aziende che, in alcune città, come la mia (Messina), la tortuosità del territorio non renda facile l’uso della bicicletta.
Le piattaforme non corrispondono di più se si consegna in bici (se alcune aziende avevano introdotto un incentivo, con l’ultimo contratto non si fa più alcun riferimento ad esso) e non sembrano affidare al rider in bici l’ordine con il percorso migliore (con meno salite ad esempio, o meno lontano).
Spesso ho dovuto rifiutare un ordine in un posto impervio per tirare il fiato dopo una salita, per non parlare di quella volta che arrivato al punto di consegna (all’interno della mappa entro cui è possibile ordinare), vengo a scoprire che il cliente si trova invece in un punto al di fuori dell’area di consegna, lontano vari chilometri. Con doppia beffa visto che l’ordine sarebbe stato pagato poi in base ai chilometri e al tempo segnato nell’applicazione e non a quelli effettivi ed una cancellazione avrebbe rischiato di inimicarmi l’algoritmo e non farmi ottenere più ordini per il resto della serata. Una volta arrivato a metà di una salita, insomma, conviene arrivare in cima.
E poi si sa, dopo ogni salita c’è una discesa. E di solito ad ogni discesa c’è una buca che ti aspetta. Pronta per mettere alla prova il tuo equilibrio o almeno farti saltare la catena dal pignone. Quando cade la catena, la fermata è d’obbligo e devi sporcarti un po’. Per fortuna esiste un’assicurazione sugli infortuni e per danni causati a cose o a terzi, ma non sulla bici.
Se non si ha tempo per un’opportuna manutenzione del mezzo l’imprevisto è dietro l’angolo e si può rischiare di perdere ore di lavoro in caso di un guasto.
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Uscire di casa significa spesso non rientrare per qualche ora, quindi bisogna portarsi dietro tutto il necessario. Cambi, powerbank, luci di riserva e monete per il resto. Uscire durante il lockdown ha complicato trovare assistenza di negozi di bici e in alcuni casi anche trovare un bagno soprattutto presso i grandi fast food.
Per non parlare appunto dell’elevato numero di rider che si concentrano e fanno capolino fuori dai ristoranti. Veri e propri assembramenti che siamo spesso costretti a ignorare se vogliamo sentire chiamato il nostro ordine in uscita e completare la consegna.
Gli imprevisti insomma sono quasi tutti a carico nostro e dobbiamo organizzarci per bene per evitare che ci rovinino le giornate e il guadagno.
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