Nel mese di novembre 2020, anche grazie al lockdown, ho lavorato 29 giorni facendo doppio turno, pranzo e cena, rendendomi a volte disponibile anche nel pomeriggio.
Nonostante durante il mese di novembre ci siano stati pochi giorni di pioggia, il freddo, le prime nebbie e i ritmi incessanti hanno determinato un notevole stress fisico.
Per darvi un’idea, nella settimana dal 23 al 29 novembre 2020 ho percorso 425 km, per un totale di 90 consegne (Parma ha un diametro di circa 8 km). In otto mesi in totale ho effettuato poco meno di 1.400 consegne, tutte in bici.

A metà aprile, quando ho iniziato a lavorare, ho cercato di essere disponibile per ogni singola serata, aggiungendo, a volte, alcuni pranzi. Soltanto facendo così si riesce a fatturare qualcosa: è il lavoro della formica che deve accumulare tante piccole briciole, pedalando parecchio per arrivare al pezzo di pane.
A volte, quando guardo il riassunto delle consegne, mi chiedo come abbia fatto a effettuarne così tante!
Uno dei pochi diritti che abbiamo è quello di poter rifiutare un ordine che riceviamo, per qualsiasi motivo. Non mi piace l’area di consegna? Annullo l’ordine. Ritengo che il guadagno non sia abbastanza equo? Cancello. Aspetto troppo tempo davanti al ristorante? Vado via. Sono stanco e voglio tornare a casa? Termino la mia disponibilità.
Ritengo sia questo l’unico modo per poter gestire al meglio il proprio lavoro: d’altronde siamo considerati liberi professionisti!
Ovviamente, non si può continuare a rifiutare tutti gli ordini altrimenti l’algoritmo ti butta in fondo alla “classifica” e smetti di lavorare per quella sera (classifica immaginaria perché nella realtà noi rider non vediamo niente).

Tuttavia, quando c’è alta richiesta, ciò ci consente di avere il “coltellino” dalla parte del manico e di avere più libertà di scelta perché l’app ha bisogno di smistare tanti ordini.
Dopo mesi di lavoro ho intuito come funziona l’algoritmo che ci fa lavorare e ho attuato una tattica molto semplice.
Durante la settimana, quando ci sono meno ordini, accetto tutto ciò che mi arriva, anche quelle consegne che mi costringono ad andare in periferia, pedalando per chilometri, con il rischio di avere meno chance di ricevere un altro ordine (e che ovviamente stramaledico). Invece, quando ci si avvicina al weekend o quando piove e gli ordini aumentano, inizio a selezionarli e a fare solo quelli che mi convengono, ovvero quelli nella zona del centro storico, con meno traffico e dove c’è un’alta possibilità di ricevere un ordine appena effettuata la consegna.
Anche per questo motivo, ho iniziato a lavorare con due applicazioni contemporaneamente, per decidere quali ordini prendere in carico. In poche parole, sono io a decidere come e con chi lavorare: chi mi offre di più?
Alcune sere, quelle più tranquille mi diverto a parlare con i clienti al citofono usando un forte accento bergamasco, quello delle valli più remote, osservando lo smarrimento sul volto delle persone e forse anche un po’ di inquietudine. In altre occasioni, utilizzo un inglese maccheronico facendo finta di non capire, specialmente quando le persone ti chiedono di salire al 6° piano! A riguardo, faccio presente che la pubblicità non dice che ti portiamo la cena “in casa” ma “a casa”, precisazione importante soprattutto in questo periodo, con il virus in circolazione, ma utile anche per il futuro.
Meccanica per MTB e Bici da trekking
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A questo punto, vorrei porre l’attenzione sulle problematiche connesse ai numeri civici. Mi piacerebbe sapere come mai le persone si divertono a realizzarli in miniatura o con colori che si mimetizzano con gli edifici nonché a nasconderli nei posti più disparati. Per un miope come me, la sera diventa molto difficile riuscire ad individuare il civico giusto, costringendomi ad andare avanti e indietro per la via a cercare di scovare il numero nascosto dietro al muretto senza illuminazione.
Per non parlare delle indicazioni su come raggiungere il destinatario!
Faccio presente come le app, molto spesso, ci mostrino soltanto la via e non il civico e, quindi, lancio un appello: vi prego scrivete tutte le informazioni necessarie per evitare che il rider debba mettersi a chiamare tutti i clienti! In questo caso, come insegna il proverbio latino “melius abundare quam deficere” (trad. it. “meglio abbondare che scarseggiare”).
I migliori sono gli studenti universitari, che scrivono i loro cognomi sul citofono con pezzi di carta attaccati con dello scotch, che ovviamente volano via o diventano illeggibili alla prima pioggia: non so quante volte ho citofonato a persone sbagliate per questo motivo!
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